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Castellammare di Stabia

Sotto la Lente – Juve Stabia, alla scoperta di Salvatore Sandomenico

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rotagonista della nostra rubrica è oggi una delle frecce della Juve Stabia, Salvatore Sandomenico. Il talentuoso esterno è nato nel gennaio 1990 a Napoli ed è arrivato alle Vespe dopo le ottime stagioni vissute nel Gubbio, nell’Arzanese e nell’Aquila. Proprio i campionati con la maglia della squadra abruzzese hanno consacrato definitivamente Sandomenico, autore di 22 reti in due anni. La sua arma principale, come conferma il diretto interessato, è il dribbling nello stretto con cui spesso fa venire l’emicrania agli avversari. Caratteristica, quella del dribbling rapidissimo, che avvicina Sasà al suo idolo di sempre: il Pocho Lavezzi. Quando l’argentino vestiva la maglia del Napoli, Sandomenico andava spesso al San Paolo apposta per ammirare le giocate del funambolico ex attaccante azzurro.

L’aspetto in cui Sasà ritiene di dover maggiormente migliorare è invece la copertura in fase di non possesso, anche se confessa di essere cresciuto molto rispetto alle stagioni passate. Inizialmente Sandomenico non ha trovato spazio, ma dopo aver conquistato la fiducia di Fontana non ha più lasciato il posto da titolare. Già andato a segno tre volte in stagione, il calciatore confessa che la rete che lo ha emozionato di più è stata quella del 3 a 1 al Foggia, con cui le Vespe hanno definitivamente messo al sicuro la vittoria contro i pugliesi.

Sandomenico è spesso protagonista delle esultanze da film di Ripa; Sasà ci confessa che l’ideatore delle scenette è Esposito, ma la scelta definitiva è un’opera di gruppo. Proprio la compattezza del gruppo è la caratteristica principale di questa Juve Stabia; Sasà non esita ad affermare di non aver mai visto in carriera un gruppo così affiatato e di aver legato in particolare con Ripa, Esposito, Marotta, Liotti ed Izzillo. Le cinque Vespe “volano” insieme in ogni istante dei ritiri, dal pranzo agli allenamenti. Proprio Spider Ripa ha avuto un ruolo importante nell’arrivo a Castellammare di Sandomenico; i due che si conoscono dai tempi dell’Arzanese si sono sentiti spesso in estate e Ripa ha consigliato più volte all’amico di firmare per le Vespe.

Al momento della firma Sasà definì la Juve Stabia “una piazza da Serie A” e dopo pochi mesi non può che confermare la sensazione iniziale; la partita di Caserta, con un Pinto tinto di gialloblù, è stata per Sandomenico l’ennesima dimostrazione dell’importanza della Juve Stabia e della passione che ha la piazza stabiese.

Sasà non è un tipo scaramantico: prima di entrare in campo si fa solo il segno della croce e bacia le immagini religiose che si trovano all’ingresso del tunnel del Menti. Il numero 11 gialloblè segue un po’ tutti gli sport, ma il calcio prevale su qualsiasi altra passione.

Raffaele Izzo

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