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Castellammare di Stabia

La legge sul “Codice rosso” è stata approvata in via definitiva dal Senato

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La legge intende velocizzare i tempi della giustizia. Alzate le pene per violenza sessuale e stalking, introdotto il reato di revenge porn.

Con 197 sì, nessun no e 47 astenuti l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il Codice rosso, il disegno di legge in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Il testo varato da Palazzo Madama è identico a quello approvato dalla Camera.

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha scritto sulla propria pagina Facebook <<La legge sul codice rosso è stata approvata in via definitiva dal Senato. Obbligo di ascoltare una donna entro 3 giorni dalla denuncia, inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale, eliminazione delle attenuanti per il femminicidio, introduzione di nuovi reati come il “revenge porn” e la deformazione permanente del volto: sono tutti passi avanti fondamentali per proteggere le donne e i loro figli. Oggi lo Stato dice ad alta voce: “LE DONNE NON SI TOCCANO!>>.

Hanno votato a favore M5S, Lega, Fi, Fdi e Gruppo delle Autonomie. Pd e Leu astenuti: contestano gli effetti positivi annunciati, perché è una legge a costo zero e non stanzia risorse. Il testo prevede pene fino a 24 anni per violenza sessuale, rafforza il divieto di avvicinamento e prevede cure psicologiche per condannati per reati sessuali.

Il Vicepresidente della Camera ed esponente del M5s, Maria Edera Spadoni ha affidato a Facebook la sua soddisfazione per l’approvazione della legge “Da oggi il Magistrato avrà l’obbligo di ascoltare entro tre giorni le donne che denunciano reati di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate commessi all’interno delle mura domestiche, sarà obbligatoria la formazione per le Forze dell’Ordine per aiutare le donne nell’iter di denuncia e ci saranno aumenti di pena per la violenza sessuale, l’abuso sui minori, l’omicidio passionale e lo stalking”.

Per il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno “quello ottenuto oggi credo che sia il massimo che si potesse fare a livello legislativo, perché per adesso abbiamo avuto prova che troppe donne fanno la denuncia e vengono abbandonate. Ora imponiamo di sentire le donne entro tre giorni, e potranno chiedere e ottenere aiuto”.

Il disegno di legge si compone di 21 articoli che, come fa notare una relazione del Servizio Studi del Senato “individuano un catalogo di reati attraverso i quali si esercita la violenza domestica e di genere e, in relazione a queste fattispecie, interviene sul codice di procedura penale al fine di velocizzare l’instaurazione del procedimento penale e, conseguentemente, accelerare l’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime”.

Il provvedimento incide sul codice penale per inasprire le pene per alcuni dei citati delitti, per rimodulare alcune aggravanti e per introdurre nuove fattispecie di reato.

Il “Codice Rosso” introduce l’obbligo per la Polizia giudiziaria a comunicare immediatamente al Pubblico ministero le notizie di reato acquisite, se riguardano delitti di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di semplice convivenza e prevede che in casi di violenza domestica e di genere, il Pubblico ministero proceda, generalmente, all’ascolto della vittima del reato entro tre giorni dall’avvio del procedimento.

Inoltre, nei casi di reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, commessi in ambito familiare o di semplice convivenza, la Polizia giudiziaria avrà l’obbligo di dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal Pm, al quale dovranno trasmettere altrettanto celermente i risultati.

A partire dall’anno prossimo, poi, scatterà l’obbligo di formazione per Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia penitenziaria, attraverso la frequenza di corsi presso specifici istituti, così da fornire al personale coinvolto in procedimenti in materia di violenza domestica e di genere le competenze specialistiche necessarie a fronteggiare questa tipologia di reati e per stabilire una più adeguata interlocuzione con le vittime.

Cavallo di battaglia della leghista Bongiorno, il via libera al Codice rosso sembra aver accorciato le distanze che si erano create tra Lega e Movimento 5 Stelle, in seguito all’annullamento della conferenza stampa programmata per il 9 luglio e poi annullata per ragioni non chiarite, ma riconducibili alla bufera politica, con annesso botta e risposta tra gli alleati di Governo, sollevata dalle dichiarazioni del sottosegretario alle Pari Opportunità, il Cinquestelle Vincenzo Spadafora, contro il vicepremier Matteo Salvini, al quale aveva dato del “maschilista” per gli insulti rivolti alla capitana della Seawatch, Carola Rackete.

A

dduso Sebastiano

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