LA RAGIONE Mio caro amico, con il tuo messaggio mi hai posto diverse domande e hai concluso dicendomi che la sfiducia nella politica non ti consente di attribuire il tuo voto con la certezza di non sbagliare e, quindi, di non dovertene pentire, come già ti è capitato. Per questo, mi hai detto che dipenderà dalle condizioni meteorologiche se andrai al mare o in campagna.
N
on mi sono mai sottratto al dovere della risposta e lo faccio senza alcuna difficoltà a fartela pervenire, secondo il tuo invito, attraverso Facebook, volendo tu acquisire anche il possibile, eventuale altrui pensiero.
Ebbene non posso cominciare senza dirti che ciò che intendi fare non è paragonabile a quello del filone che marinava la scuola per sottrarsi, non essendo preparato, all’interrogazione di latino o di greco.
Quello che intendi fare tu è sottrarsi a un dovere ineludibile perché riguarda il tenore che assumerà, non per i prossimi cinque giorni ma per i prossimi cinque anni la vita cittadina, le cui vicende non ti consentiranno di guardarle dalla finestra, come comoda postazione dello spettatore.
Non potrai rimanerne estraneo perché, per i loro riflessi umani e sociali, ne sarà coinvolta la tua stessa vita, secondo le scelte che avrai consentito agli altri di fare con la conseguenza di trovarti, qualunque sia stato il risultato o il fine del loro operato, con la bocca tappata. Ogni tuo sorriso sarà assimilato a quello di chi vive a scrocco; ogni tua lacrima sarà considerata come normalmente si considera la lacrima del coccodrillo.
Poiché conosco la tua sensibilità non mi fermo qui; per non rimanere con lo scrupolo di non aver offerto alla tua riflessione il ragionamento che ho fatto con me stesso e che riguarda la scelta di chi sarà il destinatario del mio voto.
Benigni dice: ” andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla. La folla sceglie Barabba. …sempre. ”
Noi, tra i candidati alla carica di Sindaco, non abbiamo nessun Barabba; verso la persona di ognuno di loro va espresso il massimo rispetto senza farlo dipendere dalla condivisione o meno del loro pensiero politico o dalla rispondenza della loro visione elettorale e programmatica con l’entità e la complessità delle problematiche cittadine.
Rispondenza che, anche considerata a parità qualitativa, fa emergere quel Punto in più che, per essere stato già Sindaco di Castellammare, induce a votare Salvatore Vozza che, con il prezioso e voluminoso carico delle sue esperienze, è la risposta giusta per le attese degli stabiesi.
Esperienze messe l’una sull’altra lungo un percorso durato, fin qui, circa quarant’anni e questo mi ha portato a considerare inesatta la scheda che, riguardandolo, risulta pubblicata su Metropolis dell’Otto Maggio scorso: ” Professione: Politico.”
No! Il suo essere politico, il suo essere arrivato al Parlamento per le sue dotazioni personali, non può che assumere il significato e il valore di una vera e propria vocazione se, giovanissimo, esce dalla Fabbrica, dove lavorava, per rispondere alla chiamata della Città.
Con lo stesso spirito di allora ha assecondato le sollecitazioni ricevute e ha risposto alla nuova chiamata dando vita, disimpegnandosi dai vincoli ideologici, al Movimento per Castellammare nel quale si riflette la sua dichiarazione programmatica e la sua capacità, che non è millanteria, di poter liberare la Città dalle sabbie mobili in cui è stata fatta sprofondare. Questo accentua la differenza con gli antagonisti che per colmare il gap hanno moltiplicate le liste di accompagnamento nell’errata convinzione di poterla spuntare con l’incetta e la forza dei numeri. Anche questo è un richiamo per gli indecisi; perché abbiano a liberarsi di ogni perplessità e a sostenere, con il loro voto, la forza della ragione contro la ragione della forza.
Al voto, dunque, nel segno del Gonfalone!
Flavio di Martino
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