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La formazione professionale in Italia: costa e rende poco

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er dare ai disoccupati prospettive d’impiego, la formazione professionale è uno degli strumenti su cui l’Italia convoglia tanti soldi, spesso spesi male. L’analisi di due corsi nel Trentino mostra casi emblematici in cui i costi superano la somma dei benefici monetari prodotti.

Più costi che benefici dai corsi di formazione

’analisi di due diversi corsi di formazione organizzati dalla provincia di Trento mostra che i costi superano, e non di poco, la somma dei benefici monetari che ne sono derivati. Per migliorarne l’efficacia, bisogna intervenire per ridurre le spese.

Analisi di due corsi in provincia di Trento

L’Italia destina ingenti risorse alla formazione professionale dei disoccupati. Molte analisi si sono occupate di queste misure. Poche, però, hanno fatto ricorso a valutazioni controfattuali dei loro effetti occupazionali. E, a quanto ne sappiamo, nessuna ha cercato di abbinare alla stima degli effetti un’analisi del rapporto tra i loro costi e i loro benefici. Un nostro recente lavoro, condotto in Fbk-Irvapp, presenta alcune prime, ancorché non esaustive, risposte all’interrogativo se i corsi di formazione, oltre a influire sulle probabilità di trovare un impiego, valgano la spesa sostenuta per organizzarli.

La ricerca ha considerato due serie di iniziative formative per i disoccupati della provincia autonoma di Trento. La prima, organizzata nel 2010 dall’Agenzia del lavoro di quell’amministrazione, è costituita da 64 corsi (corsi Adl) rivolti alla preparazione di figure professionali a medio-basso livello di qualificazione (addetto alle vendite, elettricista, pizzaiolo e così via). La seconda serie di corsi è stata attuata nel 2010 e nel 2011, grazie a risorse del Fondo sociale europeo, dal Servizio Europa (corsi Se) di quella stessa amministrazione. Si è trattato di 15 corsi, riservati a disoccupati con un diploma di scuola superiore, che miravano a formare figure professionali con qualificazione medio-alta (per esempio, educatore per nidi di infanzia, esperto in Ict o esperto in gestione del personale). I corsi del secondo gruppo si differenziano da quelli del primo anche per la durata media degli interventi (circa 1000 ore rispetto a 400 ore) e per il costo pro-formato (14.500 euro rispetto a 4.800 euro), calcolato tenendo conto della progettazione e della realizzazione di ogni intervento, delle indennità di frequenza erogate ai partecipanti e di eventuali premi assicurativi a loro favore.

Tabella 1 – Effetti dei corsi Adl e dei corsi Se sulla probabilità di essere occupati e loro effetti sull’ammontare pro-capite dei redditi lordi da lavoro dipendente, del gettito Irpef, dei sussidi locali di disoccupazione e del numero di giorni di erogazione dei sussidi nazionali di disoccupazione. Errori standard tra parentesi

Confronto costi corsi Adl e dei corsi Se

(a) Effetti totali nell’anno del corso e nei tre anni successivi.
(b) Effetti totali nell’anno del corso e nei due anni successivi.
Livelli di significatività: *** p<0,01; ** p<0,05; * p<0,10

Per valutare l’impatto delle due serie di corsi sulle probabilità di trovare un impiego si è fatto ricorso alla comparazione degli esiti lavorativi osservati tra i partecipanti ai programmi con quelli rilevati presso un appropriato gruppo di controllo. L’analisi ha evidenziato un effetto causale ampiamente positivo. A tre anni dall’inizio del corso si osserva un aumento della probabilità di essere occupati di 5,1 punti percentuali per i formati nei corsi Adl e di 28,2 punti percentuali per i formati nei corsi Se (tabella 1)

Il calcolo dei benefici monetari

L’efficacia sul piano degli esiti occupazionale dei due gruppi di corsi non implica, però, che abbiano garantito anche significativi benefici monetari. In linea di massima questi ultimi possono essere rappresentati da: i) maggiori redditi da lavoro ottenuti dai formati, ii) maggiore gettito fiscale derivante dalle imposte pagate su questi redditi; iii) risparmi derivanti dal contenimento della spesa per i sussidi di disoccupazione.

L’effetto sui redditi lordi da lavoro dei corsi Adl è stato calcolato sulle dichiarazioni dei redditi del 2010, 2011, 2012 e 2013. Quello dei corsi Se è stato calcolato solo per l’anno di attivazione del corso (2010 o 2011) e per i due seguenti. Le analisi mostrano un impatto positivo dei corsi Adl sui redditi pari a 2.247 euro pro capite. Nel caso dei corsi Se arriva a 4.106 euro (tabella 1). L’effetto sul gettito fiscale dei corsi Adl ammonta a 504 euro pro-capite nell’arco del quadriennio. È invece pari a 955 euro per i corsi Se (tabella 1). Quanto ai possibili risparmi derivanti dai minori sussidi di disoccupazione, l’indagine mostra che l’effetto dei due programmi è solo marginalmente significativo (tabella 1).

Se, dunque, si confrontano i costi dei corsi con la somma dei benefici da essi derivanti, si deve riconoscere che i primi superano, e non di poco, i secondi (tabella 2).

Tabella 2 – Confronto tra costi e benefici (in migliaia di euro) dei corsi Adl e dei corsi Se calcolati rispettivamente su base quadriennale e triennale

Confronto costi e benefici corsi professionali

Il risultato lascia spazio a possibili miglioramenti. Uno di essi potrebbe essere automatico. Non si può, infatti, escludere che gli effetti sui redditi siano continuati oltre il termine temporale del nostro studio. Un secondo miglioramento potrebbe essere ottenuto attraverso un più accurato targeting dei corsi. Ulteriori analisi mostrano, infatti, che gli impatti sui redditi da lavoro dei formati appartenenti ai segmenti più deboli delle forze lavoro (donne e stranieri) sono superiori a quelli medi. Rimane, però, fuori discussione che la nostra indagine evidenzia l’opportunità di individuare vie (ad esempio, l’eliminazione delle indennità di frequenza) per contenere i costi di simili iniziative.

MARTINA BAZZOLIMartina Bazzoli è Ricercatrice presso FBK-IRVAPP. Ha conseguito nel 2008 la laurea specialistica in Scienze statistiche demografiche e sociali presso la Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Padova. In precedenza ha lavorato presso dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale di Trento e presso l’Osservatorio per il Lavoro, l’Economia e la Valutazione della domanda sociale (OPES).

SILVIA DE POLISchermata 2014-07-10 alle 20.09.18Silvia De Poli è ricercatrice junior presso IRVAPP. Ha conseguito la laurea specialistica in Scienze Statistiche Economiche Finanziarie ed Aziendali presso l’Università di Padova. In precedenza ha lavorato presso il Centro Studi dell’Unioncamere del Veneto. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la valutazione di politiche applicata a studi di natura socio-economica, in particolare all’economia del lavoro.

ENRICO RETTORESchermata 2014-07-10 alle 20.02.56Enrico Rettore è professore ordinario di Statistica Economica presso il Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali dell’Università di Padova ed è affiliato ad IRVAPP e ad IZA. Ha ottenuto il dottorato di ricerca in Statistica dall’Università  di Padova. Si occupa prevalentemente di econometria della valutazione degli effetti delle politiche pubbliche nel più ampio contesto dell’inferenza da campioni selezionati non casualmente. Su questi argomenti ha pubblicato numerosi saggi in diverse riviste tra le quali the American Economic Review,  the Journal of Econometrics, the Review of Economics and Statistics  the Journal of the Royal Statistical Society, A.

ANTONIO SCHIZZEROTTOSchermata 2014-07-10 alle 19.56.12Antonio Schizzerotto insegna Sociologia presso l’Università di Trento e dirige, nella Fondazione Bruno Kessler, l’Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche. Si è occupato a lungo di disuguaglianze sociali con particolare attenzione alla mobilità sociale, alle opportunità di istruzione e ai fenomeni di povertà. Attualmente si occupa di valutazione delle politiche pubbliche. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca in ambito nazionale e internazionale. Ha fatto parte di organismi consultivi, a livello governativo, in ambito nazionale ed in ambito UE.

Lavoce.info/Più costi che benefici dai corsi di formazione/Martina Bazzoli, Silvia De Poli, Enrico Rettore e Antonio Schizzerotto

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