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La figura dei love giver, ovvero degli assistenti sessuali per disabili (VIDEO)

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Sono anni che si parla di trovare modo e mezzi per poter far si che anche i disabili possano “godere” di una vita sessuale appagante e, per questo, si pensa di provvedere a fornire anche una “assistenza sessuale” a quanti ne necessitassero istituendo la figura del love giver (tradotto: dispensatore di amore, sesso) e, per farlo, si va anche oltre perché si pensa di istituire dei veri e propri corsi atti a qualificare questa figura professionale dedicata ai “bisogni affettivi e fisici delle persone colpite da disabilità motoria o mentale” (così si legge nella proposta) senza alcuna limitazione di genere sessuale (per andare incontro a tutti/e): uomini, donne, transex ecc ecc.

Che dire. Restiamo a vedere come evolverà il tutto anche in Italia. Altrove è già cosa in atto ma, altrove, anche la prostituzione è cosa ufficiale (e tassata). In Italia proprio per niente per cui la domanda è: se l’iter burocratico sarà portato avanti e completato in senso positivo, una volta tirato fuori l’incartamento dormiente da anni in qualche cassetto, si terrà conto anche della “concorrenza” e si farà un albo anche per le libere ed i liberi professionisti autodidatti (sotto qualsiasi bandiera battano) facendo quindi pagare anche a loro le tasse ecc ecc o siamo alle solite: figli e figliastri; chi deve fare un “corso professionale” per esercitare la professione, iscriversi ad un albo e pagare le tasse e chi invece continua da autodidatta ed in nero, nemmeno con una partita Co.Co.Co? E con questo interrogativo vi lascio all’articolo scritto, proprio sull’argomento, da Gabriella Lax e, alla fine, un video per meglio comprendere il tutto.

Sesso per disabili: arriva l’assistente sessuale (Gabriella Lax)

In Europa e nel mondo i love giver sono ormai una realtà ma in Italia la legge per istituirli è ancora al palo. Ne parliamo con Maximilian Ulivieri del comitato promotore del ddl

Vivere il contatto col sé più intimo, con la sessualità. Anche questa gioia spesso è negata ai disabili. Per questo, da qualche anno ormai, in Europa e nel mondo si sta diffondendo la figura dei “love giver” ovvero degli assistenti sessuali. In Italia il disegno di legge ad hoc (qui sotto allegato) è stato presentato nel 2014 ed è assegnato alla commissione igiene e sanità del Senato ma ad oggi è praticamente fermo. Tra i primi firmatari c’è il parlamentare pd Sergio Lo Giudice e la senatrice pd Monica Cirinnà. E c’è chi, come Maximilian Ulivieri, blogger, web designer e portavoce del comitato promotore si batte perchè questa figura possa trovare spazio anche nel nostro ordinamento. Ulivieri oggi è felicemente sposato ma, dall’età di due anni ha perso la facoltà di camminare. Soffre di una forma di distrofia, malattia che, da quando aveva 20 anni si è però stabilizzata senza più progredire. Parla di “perdita dell’intimità” Ulivieri che l’ha vissuta in prima persona. “Dall’adolescenza fino ai 26 anni circa ho sofferto. Ma ci sono persone che soffrono tutta la vita – spiega il blogger – nel mio caso potevo esplorare il mio corpo, ma avevo la difficoltà di creare un ambiente intimo. Per fortuna con l’avvento di internet ho ampliato il campo delle mie conoscenze ed ho iniziato a vivere la parte relazionale, affettiva e sessuale della mia vita”. Racconta la sua storia in un blog Ulivieri, toccando anche gli aspetti più intimi. Da qui, il riscontro con tanti disabili o anche coi genitori dei disabili che si trovano a vivere le stesse problematiche e la ricerca di una possibilità per dare un futuro affettivo e sessuale a tanti disabili. Oggi Ulivieri si batte per il riconoscimento di queste figure. Attenzione, ricorda: non si parla di prostitute, né di gigolò.

Il progetto di legge presentato al Senato prevede l’istituzione di una professionalità complessa e delicata, che richiede molta empatia e una buona dose di preparazione. Innanzitutto, gli aspiranti love giver (sia uomini che donne, etero e omosessuali, provenienti da ogni parte d’Italia) verranno selezionati per partecipare ad un corso di formazione. Dopo aver maturato una formazione adeguata (sia teorica che pratica), si dovrà superare un esame e poi essere iscritti in un albo, al quale potranno attingere le famiglie, o i singoli disabili. Il costo sarà contenuto ed a carico di coloro che sperimenteranno questa figura.

La proposta di legge è ferma al momento poichè secondo Ulivieri “manca la spinta pubblica di chi ha bisogno – e chiarisce – in Italia già si fa fatica a parlare di sesso. C’è mancanza di consapevolezza che le persone disabili hanno desideri e pulsioni e tutto ciò che hanno le altre creature umane. Spesso si parte dando l’aiuto che riguarda cose più in vista, si pensi alle barriere architettoniche, all’assistenza personale”.

L’altro freno è “l’aspetto del parallelismo errato dell’attività dell’assistente con la prostituzione. La strada è stata in discesa per paesi come la Germania o l’Olanda in cui la prostituzione è riconosciuta. Tuttavia la situazione, essendo parte di un benessere psicofisico è piuttosto da collegare ad un aspetto sanitario. Anche con il nostro legale Lorenzo Simonetti continuiamo a ragionar su questo aspetto”. Anche il M5S è pronto a presentare un disegno di legge in materia, racconta Ulivieri. Intanto, nell’immobilità attuale del quadro nazionale Maximilian non si arrende: “Stiamo tentando di far qualcosa a livello regionale. Abbiamo registrato la disponibilità da parte della Toscana. E comunque – conclude – abbiamo trenta assistenti pronti ad iniziare a lavorare già da settembre”.

Una spinta ulteriore a proposito del dibattito o una provocazione? Certo è che il diritto all’affettività per i disabili (sancito dagli articoli 2 e 3 della Costituzione e da una serie di sentenze) non potrà essere negato ancora a lungo.

vivicentro.it/l’esperto –  StudioCataldi / Sesso per disabili: arriva l’assistente sessuale (Gabriella Lax)

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