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na complicata situazione amministrativa degli chalet posti all’interno della Villa comunale è stata analizzata oggi nel corso della riunione della commissione presieduta da Vincenzo Solombrino che dopo i primi chiarimenti forniti dal componente dello staff dell’assesore Panini, Ovidio Attanasio, e dalla responsabile del servizio Polizia amministrativa Caterina Cetrangolo ha anticipato un nuovo incontro con gli uffici del patrimonio
Due situazioni contrattuali diverse, ha spiegato il presidente Solombrino nell’introduzione, regolamentano la situazione degli chalet della Villa: una fa riferimento alla delibera 380 che nel 1999 individuò e definì nei dettagli le caratteristiche degli chalet che, in occasione del rifacimento del parco, sostituirono le vecchie costruzioni, regolando il rapporto con il Comune. L’altro, ridefinito con il vecchio gestore Romeo che alla scadenza si occupò della stipula dei nuovi contratti, per i quali venne previsto un canone più alto. Solo una parte dei gestori, però, si preoccupò di stipulare un nuovo atto, che faceva riferimento alle nuove regole nel frattempo intervenute in materia di occupazione di suolo, norme statali e successivo regolamento comunale. Altri scelsero la strada dell’inerzia, invocando un presunto tacito rinnovo che, però, non era contemplato come ipotesi nella delibera originaria. Da qui una disparità di trattamento, giuridico ed economico, tra quanti pagano un canone ormai risalente a diciotto anni fa e quanti hanno visto crescere il peso economico e fiscale derivante dalle nuove regole. Diverse interpretazioni, inoltre, sussistono rispetto allo spazio esterno alle costruzioni: patrimonio indisponibile per il Comune, pertinenze per i gestori che si ricollegano alla definizione contenuta nell’atto deliberativo.
La delibera, ha ammesso il rappresentante dell’assessorato al Commercio, va sicuramente modificata alla luce delle novità normative sull’occupazione di suolo, che rendono la vecchia definizione ormai non applicabile. Per la dirigente Cetrangolo, il rinnovo da parte della Romeo avrà sicuramente fatto riferimento ad un atto successivo alla delibera del 99 che va individuato.
Per i consiglieri intervenuti, che hanno concordato con il presidente sulla necessità che la questione venga chiarita con gli uffici del patrimonio, va rilevato: che non risulta alcun atto ufficiale successivo alla delibera iniziale e che non può ammettersi la contemporanea esistenza di due rapporti che fanno riferimento alla stessa situazione ma regolata diversamente (Nonno, Misto – Fratelli d’Italia); se la delibera è da ritenersi non più adeguata va sostituita con un altro atto e non solo criticata. Un errore è anche stato equiparare nel nuovo regolamento gli chalet ai chioschi, una situazione che va corretta rapidamente. (Santoro, Misto – Fratelli d’Italia).
/Comunicato Stampa
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