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La Commissione Contenziosa del Senato ridarà i vitalizi ?

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L’Organo di Giustizia del Senato avrebbe già pronta una delibera che dovrebbe restituire i vitalizi a 700 politici. M5S: Ci opporremo.

Della vicenda dei vitalizi ci eravamo occupati con l’articolo “7 Dicembre 2019 I vitalizi vanno restituiti. Ricorsi vinti in autodichia: Giudici interni alle Camere”.

Ora, gli ex deputati Massimo Teodori e Giuseppe Gargani, assistiti dall’avvocato Maurizio Paniz (ex deputato di Forza Italia), avrebbero lunedì vinto la loro battaglia. Quella del vitalizio, come scrive “Il Fatto Quotidiano”, comincia tutto con l’affollamento di fronte alla porta della Commissione del Senato che dovrà decidere. Anzi, che avrebbe già deciso senza nemmeno aspettare la Camera di Consiglio convocata per il 20 febbraio. Potrebbero riavere i loro assegni fino all’ultimo centesimo circa 700 politici. La sentenza prevederebbe il ripristino dei vitalizi come sono sempre stati, senza alcuna decurtazione imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1° gennaio 2019. Verrebbero pertanto annullati i tagli in vigore dal 2018. In sostanza riprenderanno ad essere sborsati a carico dei contribuenti circa 22 milioni all’anno più arretrati.

Nell’ottobre 2018 il Consiglio di Presidenza del Senato aveva messo in votazione il documento con un testo identico a quello di Montecitorio per la cancellazione dei vitalizi: 10 i voti a favore e un astenuto. Senonché già il 5 gennaio il quotidiano “Il Tempo” aveva scritto che l’orientamento dei Parlamentari-Giudici (una delle assurdità della legislazione italiana) appariva lampante: la delibera dell’Ufficio di Presidenza, guidato dalla numero uno del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha imposto il ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni degli ex parlamentari, andava annullata e quindi veniva cancellata la riduzione dei compensi mensili che è arrivata, in alcuni casi, anche all’80%, benché in media la nuova normativa abbia previsto una decurtazione dei vitalizi del 45%.

La decisione dell’Organo di Giustizia” interna di Palazzo Madama, di cui Giacomo Caliendo è ai vertici, un forzista designato dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, avrebbe ribaltato ogni cosa. Con Caliendo anche Cesare Martellino, amico di vecchia data del capo di gabinetto di Sua presidenza, Nitto Palma. Neanche a dirlo anche lui tra gli ex senatori che beneficeranno della decisione della commissione da cui a novembre si dimise la pentastellata Elvira Evangelista proprio per prendere le distanze dal curioso intreccio di amicizie e conoscenze che si è coagulato nell’organismo.

“Un conflitto di interessi” lo aveva chiamato Paola Taverna, vice presidente del Senato del Movimento 5 Stelle che della lotta ai vitalizi ha fatto una battaglia identitaria e che ha scritto sulla propria pagina Fb Se la casta avesse messo al servizio dei cittadini tutto l’impegno che sta mettendo nel riportare i privilegi che noi gli abbiamo tolto, la politica sarebbe una bella cosa e per questo sarebbe u paese migliore. Noi non ci arrendiamo”.

Ora quella battaglia anti-vitalizi rischia di essere cancellata. Il conto da pagare per il Senato è alto: 22 milioni all’anno che riprenderanno a essere erogati ai senatori fuori corso a cui verranno restituiti pure gli arretrati.

La domanda è come mai la commissione Caliendo (di cui fanno parte oltre ai due membri laici Martellino e Alessandro Mattoni anche i senatori Simone Pillon della Lega e Alessandra Riccardi del M5S) avrebbe già pronto il suo verdetto ?

Il Fatto Quotidiano sarebbe stato in grado di dare una risposta <la delibera del 2018 con cui il Senato si è adeguato ai tagli imposti mesi prima dalla Camera sarà cancellata perché “si sostanzia in una totale rimozione di provvedimenti di liquidazione a suo tempo legittimamente adottati in riconoscimento e attuazione del diritto assicurato dalle norme allora vigenti e impone, anche dopo più decenni, una nuova liquidazione sulla base di una diversa disciplina che introduce criteri totalmente diversi, con assoluta negazione del legittimo affidamento”. La delibera del 2018 sarebbe un intervento “non in linea con gli insegnamenti della Corte Costituzionale ”perché, per la commissione Caliendo, il vitalizio sarebbe equiparabile alla pensione. “Il vitalizio ha una connotazione previdenziale, quanto meno prevalente che lo rende soggetto alle regole e ai principi affermati dalla Corte Costituzionale … che ammette che tali trattamenti possano essere modificati solo a certe condizioni e ponendo limiti a mutamenti peggiorativi”.

In termini semplici vuol dire che il Senato, se proprio lo vorrà, potrà al massimo pretendere dai suoi ex inquilini un contributo più “ragionevole” del taglio oggi in vigore e che sia soprattutto limitato nel tempo. La delibera del 2018 che ha invece imposto per sempre il ricalcolo su base contributiva facendo dimagrire sensibilmente gli assegni va dunque cestinata. La commissione contenziosa, come si legge sempre nel dispositivo che il Fatto è stato in grado di anticipare, “accoglie i ricorsi e annulla le disposizioni nella parte in cui prevedono una rideterminazione degli assegni vitalizi anziché la loro riduzione”.

I Cinque Stelle che del taglio dei vitalizi hanno fatto una loro bandiera politica, dal loro Blog fanno sapereIl presidente della commissione è Giacomo Caliendo, senatore di lungo corso di Forza Italia, vicino alla presidente e al suo capo di Gabinetto, l’ex senatore Nitto Palma. Sia Palma che Caliendo sono percettori di vitalizio. Un altro giudice, componente tecnico non senatore, è Cesare Martellino. Diversi quotidiani hanno ricostruito i suoi trascorsi professionali con Nitto Palma alla Procura di Roma, all’Ufficio indagini della Federcalcio e al Comitato organizzatore dei mondiali del ’90. Capite bene che questo intreccio desta fisiologici sospetti. Ecco i due motivi per cui Elvira Evangelista lasciò la commissione. Al suo posto si è insediata la nostra Alessandra Riccardi, che dopo aver seguito le istruttorie sui ricorsi ha chiesto il tempo necessario a studiare le carte e elaborare la linea giuridica ritenuta migliore, fermo restando la delibera del Consiglio di presidenza. Per questo motivo la camera di Consiglio è stata fissata per il 20 febbraio … Ma come si può lavorare alla stesura di una posizione giuridica se emerge che la sentenza in toto o in buona parte è già scritta? Pertanto si ripropongono entrambi i motivi che rendevano poco credibile la riunione del 4 novembre. Adesso noi chiediamo che si riparta da zero e si recuperino la credibilità e la serenità necessarie a far lavorare bene la Commissione Contenziosa del Senato. Al suo interno devono essere nominati senatori eletti a partire dal 2013, perché loro, a differenza dei predecessori, non hanno diritto al vitalizio ma ad un trattamento contributivo. Anche i componenti tecnici devono essere al di sopra di ogni sospetto, liberi da qualsiasi legame che possa anche solo suscitare un dubbio di indipendenza di pensiero. Questa sentenza riguarda direttamente i soldi dei cittadini: tantissimi ne sono stati spesi per decenni per ricchi assegni che i parlamentari decisero di attribuire a loro stessi, con criteri super favorevoli”.

Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato Dino Giarrusso dei Cinque Stelle che sulla propria pagina Fb ha scrittoNOI abbiamo tagliato vitalizi immeritati, un odioso privilegio da casta in un paese dove ci sono pensionati con meno di 500 euro al mese. NOI destiniamo una parte dei nostri emolumenti alle restituzioni, perché crediamo sia giusto rinunciare a soldi nostri per aiutare i cittadini che lo meritano. NOI abbiamo promosso il taglio dei parlamentari, lo spazzacorrotti, il decreto dignità, il Reddito di Cittadinanza, svelando quante resistenze ci siano -da parte di molti vecchi politici- a leggi più giuste, che vadano verso una maggiore equità sociale. NOI siamo questo, con pregi e difetti, e per questo abbiamo contro TUTTE le forze della conservazione. Oggi la vecchia politica tenta il colpo di coda, facendo rientrare vitalizi immeritati dalla finestra. NOI ci opporremo con tutte le forze, nel rispetto della legge, e denunceremo senza mai fermarci chi vuole riprendersi dei privilegi che sono uno sfregio ai cittadini. NOI siamo il Movimento Cinquestelle, e non ci arrenderemo mai”.

L’opinione.

I

l 4 dicembre 2016, com’è noto, c’è stato in Italia un referendum a seguito della cosiddetta riforma costituzionale Renzi-Boschi, approvata in via definitiva dalla Camera il 12 aprile 2016. Essa prevedeva tra l’altro l’abolizione del Senato con risparmi per 80 milioni dalle indennità parlamentari dei Senatori, 70 milioni dal funzionamento delle Commissioni e dai rimborsi ai gruppi di Palazzo Madama, più 320 milioni dall’abolizione delle province e 20 dalla soppressione del CNEL. La maggioranza dei votanti al referendum tuttavia votò contro. Il giorno dopo, rammento quella scena simile ad una sarcastica irrisione, un deputato di Forza Italia disse alla televisione: Grazie italiani, come dire, visto che ci desiderate così tanto, ora manteneteci a vita. Adesso indirettamente si sta ripetendo con i vitalizi un’analoga situazione, poiché prima il voto l’anno scorso del 23 e 26 maggio alle europee e poi quest’anno il 25 gennaio alle regionali, si ribadisce, legittimo degli elettori seppure con una (civilmente suicida) maggioranza di astensionisti, checché se ne dica, ha di tutta evidenza mutato e in ultimo radicalmente, le forze politiche in campo. Pertanto il trasversale sistema di sempre (destra, sinistra, centro e rispettive pletore varie di seguiti – poiché chi mangia fa molliche e lascia avanzi), ha chiaramente ripreso certezza, potere e dominio. Di conseguenza il sistema pensa bene che se ai cittadini fa così tanto piacere che il decennale apparato politico ritorni, è inevitabile pure che lo mantenga degnamente, a cominciare intanto dal ripristino dei vitalizi. L’estorsione fiscale e le vessazioni legalizzate si continueranno a sfregare le mani.

Adduso Sebastiano

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