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bbiamo sentito l’ex centrocampista della Juve Stabia, Giovanni La Camera, nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”:
“Ricordo con affetto la mia stagione alla Juve Stabia. La stagione era partita tra mille difficoltà ma avevamo disputato lo stesso un grande campionato culminato con i play off conquistati a Benevento. La stagione era partita in ritardo perché noi dovevamo essere ripescati in B e andammo a Catanzaro, alla prima giornata, con tante incertezze. Andammo senza la giusta concentrazione visto che ci era appena stato negato il ripescaggio.
La Juve Stabia merita il massimo. Quella stagione fummo scippati del nostro sogno in quel di Bassano. Ancora non abbiamo capito cosa ci successe, ricordo la delusione per il gol ingiustamente annullato. I tifosi della Juve Stabia hanno digerito molti bocconi amari e ora è giusto che si goda la B. È una piazza veramente importante.
In quella stagione eravamo una squadra veramente forte. Pancaro e Savini avevano trovato la quadratura del cerchio e la Juve Stabia se la giocava ovunque dimostrando di poterle vincere tutte. Non ci fermavamo davanti a niente e abbiamo fatto bene su tutti i campi. Ho rivisto ultimamente la gara di Salerno, abbiamo perso ma meritavamo di vincere 0-3 nella prima frazione. Ricordo davvero con stupore la forza di quella squadra. Eravamo capaci di ribaltare le gare con estrema facilità. Eravamo un gruppo molto unito e in più il presidente aveva costruito una corazzata.
Ricordo la vittoria interna contro la Salernitana. Vincemmo 1-0 con gol di Jidayi e ricordo che i nostri avversari erano praticamente in B e avevamo una rosa eccezionale ma la Juve Stabia era troppo sicura dei propri mezzi e non avremmo mai potuto perdere quella gara.
Manniello? Con lui avevo un rapporto unico. Lui non è un presidente ma è un grandissimo tifoso. Due anni dopo il mio addio c’è stata la possibilità di tornare ma poi decisi di andare in B con il Como. Manniello è la storia della Juve Stabia.
Credo che la Serie A ripartirà perché il calcio è troppo importante in Italia. Ci sono tanti lavoratori, oltre ai calciatori, nel mondo del calcio. Per la B e la C sarà più difficile ripartire ma per la A credo ci siano le condizioni per ripartire.