La Bohème torna all’arena di Verona dopo 13 anni di assenza.Con la regia dell’eclettico Alfonso Signorini che è non solo un uomo di spettacolo, ma anche docente, maestro di musica, conduttore televisivo e regista.
Alfonso Signorini porterà la sua visione innovativa dell’opera pucciniana all’arena di Verona in scena solamente il 19 e il 27 luglio 2024.
“La Bohème” di Signorini è un’opera contemporanea e trasparente.Un allestimento innovativo per un’opera classica.
L’opera del regista si distingue per il suo approccio che coniuga tradizione e modernità.Rispetta l’opera originale di Puccini, ma la ripropone in chiave contemporanea, rendendola accessibile a un pubblico più ampio.
Al centro della regia di Signorini c’è la celebrazione della gioventù con le sue speranze i suoi sogni e le sue fragilità.I giovani bohémiens sono i protagonisti assoluti di questa messa in scena che ne esalta l’energia e la vitalità, tema di grandissima attualità.
Uno degli elementi chiave dell’interpretazione di Alfonso regista e la “trasparenza”.La scena è infatti realizzata con elementi diafani che permettono al pubblico di vedere oltre, creando un effetto di profondità e immersione.
Secondo il regista la “trasparenza” ha molteplici significati.Innanzitutto, rappresenta la volontà di aprire l’opera a un pubblico più vasto anche a chi non conosce la musica classica.
Inoltre la “trasparenza” simboleggia la chiarezza e la sincerità dei sentimenti dei protagonisti.I personaggi di bohème non nascondono nulla, vivono le loro emozioni in modo autentico e diretto.
In sintesi, la “trasparenza” di Signorini si traduce in un approccio registico che punta all’autenticità, alla semplicità, alla chiarezza e alla modernità, per dare al pubblico un’opera viva e attuale.La parte musicale è stata affidata alla bacchetta del maestro Daniel Oren che dirige l’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro preparato da Roberto Gabbiani, per il Maestro Oren sarà il 40° anniversario del suo debutto areniano.
Sul palcoscenico ci sarà una compagnia di attori formata da giovani talenti al debutto e protagonisti ormai conosciutissimi dell’opera: il tenore Vittorio Grigolo è il poeta Rodolfo, il baritono Luca Micheletti l’amico pittore Marcello, innamorati rispettivamente di Mimì, interpretata dal soprano armeno Juliana Grigoryan, e di Musetta, con voce e corpo di Eleonora Bellocci, entrambe alla prima partecipazione al Festival.Gli amici che ne condividono la soffitta parigina sono Alexander Vinogradov (il filosofo Colline) e Fabio Previati (il musicista Schaunard); solisti di regio completano il cast nei ruoli di fianco, come Nicolò Ceriani (Benoit), Salvatore Salvaggio (Alcindoro) e Riccardo Rados (Parpignol).
Oltre a numerosi mimi e comparse che animeranno il Quartier Latino, saranno impegnati anche i giovanissimi del Coro di voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.
«Puccini è talmente grande e amato nel mondo che non avrebbe nemmeno bisogno di celebrazioni – ha affermato Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena di Verona alla conferenza stampa che si è tenuta mercoledi all’Arena – ma abbiamo colto l’occasione del centenario per proporre un titolo che mancava in Arena da ben tredici anni.
La Bohème è un capolavoro senza tempo, l’amicizia e le emozioni che si sprigionano sul palco sono contagiose.Questo progetto speciale, in scena per due serate, è una formula che ci piacerebbe riproporre in futuro per ampliare il repertorio areniano con opere meno frequenti o magari mai rappresentate in Arena.
Spero che il pubblico sia felice di questo cast, ricco di giovani artisti ed esordienti, e di questa produzione curata nel dettaglio con passione da Alfonso Signorini e Daniel Oren».
«Proseguono a Verona le celebrazioni del genio di Giacomo Puccini – ha detto l’Assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini, portando i saluti del Sindaco e Presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi – Da mesi la nostra città sta rendendo omaggio al compositore, nel centenario della sua morte, con numerosi titoli: dal Filarmonico, con La Rondine e il concerto straordinario di marzo, alla prima diffusa della Turandot sold-out.Siamo curiosi di scoprire questa nuova Bohème, opera in cui Puccini va dritto al cuore, capace di parlare ai giovani anche grazie ad un cast di artisti d’eccezione».
«Puccini è stato talmente preciso nella sua partitura, che è impossibile sfuggirvi – ha aggiunto il Maestro Daniel Oren, direttore d’orchestra di questa produzione – In quest’opera ci sono freschezza, intimità, verità.
La giovinezza è il grande fuoco di questa partitura, è il segreto che la anima, si respira in ogni nota, si sente, è ciò che la rende sempre attuale e vicina alle persone di ogni epoca.Davanti alla Boheme nessuno si sentirà fuori moda.
L’Orchestra dell’Arena, tutti gli artisti, ci stanno mettendo davvero tanto amore, ci farà volare alto.Sono felice di tornare qui e felice di lavorare ancora con Alfonso, che è uomo di grandissima cultura, che ama le voci e rispetta l’autore che ha scritto la musica.
Sarà una grande Bohème».
«La Bohème è un’opera collettiva: protagonista è la vita intera, resa sul palco da scene d’insieme – ha dichiarato il regista Alfonso Signorini – Puccini non lasciava nulla al caso e noi abbiamo scelto di rispettarlo, nell’epoca di scene e costumi e nello spirito di questo lavoro di gruppo che ha coinvolto con il massimo impegno e passione ogni persona sul palco e dietro le quinte.
L’impianto è molto rispettoso della tradizione, l’opera non ha bisogno di stravolgimenti, men che meno Bohème: all’interno di una struttura trasparente vive il mondo dell’Ottocento realizzato con cura maniacale, con diverse scene di vita in parallelo, tratte da quadri dagherrotipi e fonti letterarie dell’epoca.La recitazione strizza l’occhio alla modernità ma nella piena fedeltà a Puccini e al romanzo di Murger da cui è tratta l’opera».
Signorini emozionandosi ha concluso con un ricordo personale: «Un giorno, a Roma, Franco Zeffirelli mi confidò che aveva tanta nostalgia dell’Arena, era appena tornato da una sua Carmen qui; gli chiesi perché e mi rispose che non potevo capire.
Oggi l’ho capito.L’Arena è un’esperienza di vita.
Ho trovato qui un mondo di alta professionalità e tanta generosità, e una vera famiglia.Sono emozioni che fanno bene al cuore, non si vivono sempre.
Sono profondamente grato a Fondazione Arena, ad ogni lavoratore: siamo tutti al servizio di Puccini, della musica e dell’opera».
In conferenza stampa è stato inoltre ricordato William Orlandi (scomparso la scorsa settimana), scenografo e costumista di fama internazionale, attivo anche a Verona per diversi anni e autore delle scene dell’ultima produzione areniana de La Bohème.
È una Boheme da non perdere!https://youtu.be/qdBEuxB_BhQ
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