La Bastonatura di ViViCentro.it – Il grido d’allarme inascoltato della Lega Pro. Serie C senza alcuna forma di ristoro prevista dal governo
La Bastonatura di ViViCentro.it – Il grido d’allarme inascoltato della Lega Pro
Pochi giorni fa la Lega Pro, con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, ha evidenziato i pericoli a cui si sta andando incontro in un periodo di pandemia in cui sono davvero pochi gli introiti derivanti dai diritti televisivi e in cui si continua a giocare senza introiti derivanti dal botteghino con le gare che continuano a disputarsi ormai da tanti mesi a porte chiuse.
Nessuna forma di ristoro prevista dal governo finora per le squadre di Lega Pro. Un solo intervento del governo centrale costituito da un credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni. Ma si tratta di un palliativo e di un qualcosa di assolutamente inutile perchè, in un periodo in cui le gare continuano a disputarsi senza pubblico, le sponsorizzazioni si sono ridotte di oltre un terzo rispetto all’annata precedente a rendere ancora più nebulosa la situazione da questo punto di vista.
C’è il rischio sempre più concreto che molte decine di società di Lega Pro non riescano ad iscriversi alla prossima stagione sportiva e abbiano molte difficoltà anche a concludere la stagione in corso in assenza di un finanziamento garantito dello Stato.
Di seguito la nota ufficiale della Serie C che fa il punto della situazione su un campionato che, differenza di Serie A e Serie B, non può contare su cospicui introiti derivanti dai diritti televisivi.
“I 245 club appartenenti alla Lega Pro, alla Lega basket Serie A, alla Lega Nazionale Pallacanestro, alla Lega volley maschile e alla Lege pallavolo femminile vivranno il Natale più buio di sempre se il governo non interviene con aiuti concreti. Lo sport italiano, lo sport dei territori, le Leghe e i club che rappresentano il cuore del movimento sono drammaticamente sull’orlo del baratro, non avendo beneficiato di aiuti pubblici, a differenza di quanto accaduto in Germania, Gran Bretagna e Francia. In Europa infatti è stato riconosciuto lo stato di sofferenza delle società sportive che, svolgendo un’impareggiabile funzione sociale, stanno portando avanti i propri campionati tra crescenti difficoltà economiche che ne mettono seriamente a rischio ormai la stessa sopravvivenza. In Italia non è accaduto.
Intanto però, tra costi sanitari aggiuntivi per tamponi e “bolle” e mancati ricavi da botteghino a causa della prolungata chiusura di stadi e palazzetti – che a causa della pandemia di Covid-19 potrebbe protrarsi per l’intera stagione - decine di club rischiano di dover chiudere i battenti, mandando in rovina patrimoni sportivi, sociali e territoriali costruiti in decenni di attività.
Il Ministro Spadafora, il Ministro Gualtieri e gli esponenti parlamentari hanno ricevuto un pacchetto di proposte che contiene misure di alleggerimento fiscale, un fondo perduto per far fronte alle spese sanitarie, finanziamenti erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo garantiti a livello centrale per le esigenze di liquidità. I club si appellano al governo perché venga concessa il prima possibile una qualche forma di ristoro.
Finora per queste realtà che non possono fare affidamento su cospicui ricavi televisivi, il governo ha provveduto a varare una legge che riconosce un credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni. Ma la mancata approvazione del decreto attuativo, chiamato a risolvere anche alcune incertezze interpretative, ha creato un’impasse che sta depotenziando, se non vanificando, l’efficacia dell’intervento. Nella stagione sportiva 2020/2021 i ricavi da sponsorizzazione si sono ridotti di almeno un terzo rispetto alla precedente.
Il grido di allarme dei club è stato raccolto dal Comitato 4.0 che, tramite una survey alla quale hanno partecipato il 90% delle società, ha evidenziato, da parte del 95% dei rispondenti, la necessità di un aiuto finanziario per completare la stagione sportiva in corso. Per le società sportive si stima un fabbisogno medio pari al 42% dei ricavi della stagione sportiva 18/19, con una media di 623 mila euro a testa. Finora solo un terzo della platea ha ricevuto un sostegno statale per fronteggiare la crisi Covid-19. Ma l’ammontare medio di questi aiuti, per i club che li hanno ricevuti, copre appena il 14% di questo fabbisogno.
Bisogna agire con tempestività. L’urgenza di ricevere aiuti è espressa dalla metà dei club che stima di non poter resistere oltre gennaio con risorse proprie. I sacrifici fin qui compiuti dai proprietari non bastano più e sarebbe ancora più drammatico se si rivelassero in definitiva inutili. Per 8 club su 10 sarebbe utilissimo perciò un finanziamento garantito dallo Stato, un assegno per superare il momento di difficoltà da restituire in un arco di tempo ragionevole e soprattutto a fronte dell’impegno di intraprendere, anche grazie a questo supporto, un virtuoso percorso di ripartenza fondato sulla sostenibilità.
Sono 77 i club, pari ad un terzo della platea, che in assenza di un finanziamento con garanzia dello stato probabilmente non si iscriveranno alla prossima stagione sportiva.
L’indagine parla chiaro. Non c’è più tempo, servono azioni concrete. I club chiedono che lo sport venga salvato (#salviamolosport): a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro tra atleti e componenti dello staff così come il ruolo sociale svolto sul territorio dai club, soprattutto a beneficio dei più giovani. Infine, rischia di venir meno il gettito fiscale di circa 23 milioni di euro generato dalle attività di queste aziende sportive”.
Ma la domanda che scaturisce da tutte queste considerazioni è la seguente: fino a che punto le società di Lega Pro riusciranno con le proprie forze ad andare avanti e a garantire la regolarità del campionato in assenza di una qualsiasi forma di ristoro da parte dello Stato? Il rischio incombente di tanti fallimenti societari a fine stagione o anche a stagione in corso è sempre più dietro l’angolo….
a cura di Natale Giusti