Inmolti contestano la decisione di Roberto Mancini di presentarsi davanti ai microfoni del post gara Napoli-Inter e rivelare lo scambio di insulti avvenuto con il tecnico del Napoli Maurizio Sarri. Lascia qualche perplessità la logica che ha spinto il tecnico dell’Inter a fare questo passo, essendo stato in passato su posizioni opposte in merito a questioni altrettanto spinose. Un esempio, andando indietro nel tempo, furono le sue dichiarazioni, datate 2007, dopo alcuni striscioni a sfondo razzista esposti a San Siro durante un Inter-Napoli. “Napoli fogna d’Italia”, “partenopei tubercolosi” e “Ciao colerosi”. Le sue dichiarazioni furono diametralmente opposte anche se il terreno di discussione era a sfondo razzista: “Iniziate a non farli vedere, quegli striscioni. Voi fate cronaca? E io dico la mia… Siete dei falsi moralisti”. Il giudice sportivo non seguì il suo consiglio e squalificò la curva nerazzurra proprio per razzismo territoriale. Pensieri che si incrociano a distanza di tempo e che mettono in evidenza una mancanza di incoerenza da parte del tecnico nerazzurro.
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