La Juve Stabia non sfonda contro il Potenza, che anzi ha le migliori occasioni per aggiudicarsi la sfida calda del Romeo Menti, dove non arrivano reti
PODIO
Medaglia d’oro: a Davide Barosi, sempre fedele guardiano della porta della Juve Stabia. Caturano bussa quasi subito alla sua porta ma il numero 1 campano risponde con intervento vecchio stile, respingendo con la gamba di richiamo la conclusione del 9 dei lucani. Nella ripresa Barosi vola, stavolta verso l’alto, per deviare la staffilata dello scatenato Steffè. Portiere essenziale quanto elegante negli interventi.
Medaglia d’argento: a Daniele Mignanelli, regista decentrato della Juve Stabia. E’ dai suoi piedi, più che da quelli del designato al compito Berardocco, che si accende la lampadina delle idee gialloblu, con il terzino ex Avellino a dispensare palloni e sgroppate sulla fascia mancina. Nel finale, dal suo piede parte il cross teso e preciso che Santos piazza sul piede di Bentivegna, incredibilmente sprecone sotto porta.
Medaglia di bronzo: a Marco Caldore, unica certezza della batteria di centrali. Tra i guai fisici di Cinaglia, Tonucci (un report sulle sue condizioni, mai chiarite, sarebbe gradito) e l’inesperienza di Vimercati, è fondamentalmente il 24 a reggere le sorti della difesa, per l’ottava volta in campionato capace di non subire gol. Il centrale della Juve Stabia mostra chiusure fiere quanto puntuali, miscelando stile a sostanza pura. Guida tra l’altro bene il neofita del ruolo Altobelli, autore di una buona prova.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Manuel Ricci, ex di lusso ma ben poco incisivo. Contro la squadra in cui ha mostrato il meglio, il numero 11 fa meno di quanto possa, perdendosi ancora una volta nei tanti ruoli che il suo repertorio contiene. Se Scaccabarozzi si disimpegna bene in ogni posizione, Ricci al contrario pare non aver ancora trovato quella in cui rendere al meglio. Insieme a Gerbo è l’enigma della mediana nella prima parte della stagione.
Medaglia d’argento: a Luca Pandolfi, purtroppo già accigliatosi dopo le settimane di brillantezza. Tenta di sfondare più volte ma Matino lo argina costantemente senza correre rischi. Quando riesce a saltare il suo diretto avversario si incaponisce in soluzioni personali che fanno cilecca.
Medaglia di bronzo: a Christian Santos che con quel poco che ha fa oggettivamente poco. Al venezuelano non può essere chiesto di inventare la giocata con palloni che latitano e quando ci sono non sono di facile gestione. Di certo però il 99 non pare mostrare l’ardore delle prime settimane di campo, arenandosi ben presto tra le maglie del Potenza.