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a debacle rimediata dalla Juve Stabia a Monopoli ha scosso il mondo stabiese. L’impatto delle quattro reti della squadra di Scienza non si è limitato al campo, estendendosi poi anche al silenzio stampa voluto dal club campano ed alla scelta di restare in ritiro almeno fino alla gara di mercoledì con la Casertana. Delle sette sconfitte in campionato, quella di Monopoli è nettamente il passo falso che lascia maggiore interrogativi cui Padalino, la società e la squadra sono chiamati a dare risposta.
Il tracollo di sabato ha contorni così “totali” che non trovano giustificazione nella classica giornata storta in cui può incappare una squadra nell’arco di una stagione. Dopo il doppio vantaggio di Orlando e Berardocco, la Juve Stabia è stata capace non solo di farsi rimontare ma addirittura sorpassare e doppiare dai gabbiani. Dopo un inizio pungente di gara, la Juve Stabia è stata letteralmente presa a cannonate dal Monopoli, parendo impegnata in una partita di Risiko, restando in tema di giochi da tavolo.
A condannare le Vespe, prima ancora di uno schieramento tattico spregiudicato quanto non testato a sufficienza, con Fantacci ancora arretrato in mediana, una condotta di gara priva di grinta e mordente. Un fattore forse ancor più pesante di una difesa allo sbando, di un centrocampo leggero e di un attacco sterile; un fattore, più degli altri, che ha mandato su tutte le furie proprietà e tifosi. “Perdere può capitare ma è importante farlo almeno provando a giocare”: una frase che negli ultimi mesi i tifosi della Juve Stabia hanno sentito a ripetizione prima da Fabio Caserta ed ora riconducibile anche alla squadra di Padalino. Probabilmente, se il tecnico avesse avuto il via libera a confrontarsi con la stampa nel dopo gara, i concetti espressi sarebbero stati quelli. Al di là dei meriti degli avversari, delle maggiori qualità tattiche o tecniche, degli errori di calciatori ed allenatore, la trasferta di Monopoli sarà a lunga ricordata per quanto sono stati apparsi sbiaditi i colori gialloblu.
I sette gol subiti in due gare, però, non perforano solo la porta di Tomei ma anche gli immediati progetti societari, cui il neo diesse e diggì Pavone deve dare ora una profonda accelerata. Senza un cambio di marcia repentino non solo sarà difficile migliorare l’attuale posizione ma anche difenderla da chi dietro inizia a guardare con decisione al decimo posto.
Un futuro prossimo che deve iniziare ad esser costruito già dal recupero con la Casertana, in cui servirà lo spirito battagliero degno del Risiko andato perso a Monopoli.