Juve Stabia | Forte: “La gente qui ha la stessa fame di vittorie che ho io”. Francesco Forte, attaccante della Juve Stabia, parla della sua esperienza a Castellammare e della sua carriera
Juve Stabia | Forte: “La gente qui ha la stessa fame di vittorie che ho io”
Francesco Forte, attaccante della Juve Stabia, ha rilasciato una lunga intervista al portale gianlucadimarzio.com in cui parla della sua esperienza a Castellammare e delle tappe della sua carriera finora. Le sue dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.
“Totti e De Rossi? Vorrei essere come loro. Non ho mai creduto a chi diceva che non sarei diventato un calciatore. Avevo fame e voglia di arrivare. Fino a pochi anni prima guardavo quei giocatori dagli spalti. In quel momento stavo giocando contro Totti e De Rossi a San Siro nella semifinale di Coppa Italia il 17 aprile 2013 con in panchina Stramaccioni per l’Inter. Le emozioni che ho provato – continua Forte – non saprei raccontarle a parole. Puoi capire solo vivendole. A fine partita non ce l’ho fatta e sono corso da De Rossi a chiedergli la maglia.
Non ho vissuto una carriera facile. Tanta Serie C, poi la B e l’esperienza in massima serie in Belgio. Lì la gente è più fredda e si vive lo spogliatoio come un ufficio. Arrivi alle 8:30 ed esci alle 12:30. Ognuno fa la sua vita. In estate ho scelto di tornare in Italia e a Castellammare in particolare. La mia compagna era incinta e volevamo far nascere nostro figlio qui. Sapevo che venire in questa città sarebbe stata la scelta giusta. La gente ha la stessa fame che ho io. Puntiamo la salvezza. Ad agosto ho promesso a me stesso che avrei dato il 110% per conquistarla.
Come è nato il soprannome di “squalo”? In Primavera con l’Inter c’era un telecronista che si divertiva a darci soprannomi. Gli ricordavo Negredo, che in quel periodo giocava col Manchester City. Mi chiamò The Shark. Quell’appellativo mi ha portato fortuna. Il mio sogno? Dopo l’esperienza con l’Inter ho sempre desiderato tornare in Serie A. Non ho mai mollato e continuerò per la mia strada”.
a cura di Natale Giusti
Fonte: www.gianlucadimarzio.com