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Castellammare di Stabia

Juve Stabia – Fontana: storia di un amore mai (ri)nato

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3 luglio 2016, la Juve Stabia annuncia di aver affidato la guida tecnica a Geatano Fontana, ex fantasista proprio delle Vespe. La scelta dell’allenatore arriva in un momento non semplice: urge mettersi alle spalle la disastrosa stagione targata Ciullo/Zavettieri, che ha minato le ambizioni di alta classifica che da sempre animano il Presidente Manniello.
La “nomination” di Fontana sembra essere il segreto di Pulcinella; lo sanno tutti nell’ambiente ma, nonostante la scelta fatta, l’annuncio ufficiale tarda di qualche giorno. Secondo molti, fattore del ritardo dell’annuncio è il malumore della piazza stabiese, restia a riabbracciare il proprio ex numero 10.

Sì, perché Fontana ha qualcosa da farsi perdonare. A fare rabbia ai tifosi della Juve Stabia non è tanto il passato sulla panchina della Nocerina dell’allenatore, né la squalifica di 42 mesi (poi oggetto di grazia) rimediata da Fontana a seguito del derby farsa tra Salernitana e Nocerina del 10 novembre 2013. A fare scalpore sono le parole che proprio Fontana, nel periodo di inibizione, rilascia durate un’intervista; parlando del tifo violento l’allenatore si lascia andare: “A Castellammare quando ero calciatore volevano tagliarmi la testa..”.
La dichiarazione fa esplodere di rabbia il popolo di fede gialloblù, che ha sempre idolatrato Fontana durante la sua permanenza alla Juve Stabia, vedendolo anzi come il calciatore di maggior qualità e fantasia della Juve Stabia targata Roberto Fiore.
Dopo due anni quelle parole rimbombano ancora fortissimo ed a nulla serve la parafrasi che, in fase di presentazione alla Juve Stabia, il tecnico fornisce appunto con due anni di ritardo.

Per i tifosi stabiesi quelle parole gettano fango su Castellammare, da sempre facile bersaglio di pregiudizi e commenti razzisti, e rappresentano un mezzo attraverso il quale Fontana ha rinnegato tutto quello che di bello ha vissuto con la maglia della Juve Stabia.
La Curva Sud e tutto il tifo stabiese, da sempre corretto anche nei momenti critici, non può accettare qualcosa del genere. A far passare in secondo piano questa diatriba possono essere soltanto i risultati, che nella prima parte di stagione danno ragione all’allenatore ed a chi l’ha scelto. La Juve Stabia vola, rosicchiando punti alle prime della classe, fino a congedarsi per la pausa invernale della stagione da prima in classifica.

Qui si spegne tutto. L’ambizioso mercato di gennaio non dà l’iniezione di qualità ed esperienza che tutti speravano, l’allontanamento dell’ex D.S. Pasquale Logiudice fa perdere quello che era un punto di riferimento per la squadra e lo stesso Fontana “perde la bussola” che lo aveva sempre orientato.
All’11 titolare base viene preferita una formazione che cambia ad ogni gara; il gioco rapido e di qualità messo in mostra a lungo si tramuta in un attimo in un “palla lunga e pedalare” o in un possesso palla sterile e privo di spunti; la condizione fisica crolla forse perché non adeguatamente programmata; tanti calciatori dal rendimento ottimo vengono fatti accomodare in panchina. Dal primo si scivola al quarto posto, con un distacco incolmabile dalle prime della classe; il rapporto tra Fontana e la piazza diventa incandescente. Gli scarsi risultati fanno risalire a galla la rabbia per quelle indimenticabili dichiarazioni, e l’allenatore diventa il primo colpevole nella contestazione dopo l’ultima sconfitta, quella interna contro la Paganese.

Inevitabile la scelta di Manniello, che ieri ha ufficialmente esonerato Fontana, così da dare una scossa tattica e mentale alla squadra (anch’essa non priva di responsabilità). A questo punto c’è da sperare in una giusta intuizione da parte del Presidente perché la rotta va assolutamente invertita. Dispiace tanto anche per il compianto Presidente Fiore; la sua profezia secondo cui il suo “figlioccio” Fontana avrebbe riportato la Juve Stabia in Serie B non potrà tramutarsi in realtà.

Raffaele Izzo


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