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9 giugno 2011 – 20 aprile 2019: le due date in cui la Juve Stabia è andata in paradiso sono per molti aspetti differenti. Diverse sono le squadre, diverso è il ruolino di marcia che ha portato alla promozione, diversa è la gioia in cui si sono sciolti i tifosi stabiesi; indelebile e fondamentale punto di incontro, costante, tra le recenti promozioni in Serie B è ovviamente il Patron Franco Manniello.
Un Presidente sui generis, la cui forza, probabilmente, è proprio l’essere un numero 1 lontano e diverso rispetto ai propri colleghi. Manniello è infatti un tifoso al timone della sua, nel verso senso della parola, Juve Stabia, per cui la priorità non è il tornaconto economico dalla gestione della squadra, quanto invece il perseguimento di un obiettivo, che sia alla portata o che abbia le sfumature di un sogno, da regalare alla sua gente.
In questi anni tanti sono stati i momenti felici “immortalati” da una frase di Manniello, uomo che preferisce parlare con i fatti piuttosto che con le parole, ma che spesso ha espresso le proprie emozioni con massime che sono diventate autentici tormentoni per tutta la Castellammare sportiva. Se nel 2011 il ritornello che aveva accompagnato la scalata della Juve Stabia era stato “non succede, ma se succede..”, arrivato nelle caldissime settimane dei playoff e che denotava il sentore dell’impresa, a tratti insperata, che stavano compiendo i ragazzi terribili di Braglia, questa stagione è stata segnata da una frase sibillina del Patron, pronunciata prima dell’inizio della stagione.
Alla presentazione della nuova Juve Stabia, quella che aveva rischiato di non esserci, nel dilagante entusiasmo della tifoseria, il Patron “smonta” gli acquisti faraonici ed i proclami delle piazze considerate favorite alla promozione con quella che sembrava una semplice battuta: “il fantacalcio lo abbiamo lasciato agli altri, non abbiamo fatto qualcosa di diverso…”. Quella semplice battuta diventa invece la più azzeccata delle profezie: le Vespe, arricchitesi di pochi innesti di grandissimo spessore a puntellare un gruppo già di valore, partono a razzo, mentre le grandi favorite annaspano. L’accelerazione bruciante del bolide gialloblu, per rimanere fedeli alla griglia in stile Formula 1 che tanto andava di moda la scorsa estate, sorprende le altre vetture, protagoniste di testa coda, tamponamenti e gomme forate.
Un Presidente, Franco Manniello, la cui forza è inoltre la capacità di scegliere le persone, prima ancora che i professionisti di cui avvalersi. Due delle figure chiave della Juve Stabia 2018/19 sono infatti a tutti gli effetti “creature” di Manniello: Fabio Caserta e Ciro Polito. Il tecnico ed il D.S. stabiesi sono stati infatti avviati sul loro nuovo percorso professionale proprio dalla lungimiranza del Patron. Non è un mistero di come Manniello, ormai tre stagioni fa, consigliò a Caserta di abbandonare il calcio giocato per dedicarsi all’apprendistato da allenatore; un percorso che non convinceva appieno Caserta, entrato invece in brevissimo tempo, anche da allenatore, nella storia della Juve Stabia. Discorso analogo per Ciro Polito, spostatosi in un attimo dai pali alle scrivanie della Juve Stabia; le prime scelte da Direttore Sportivo criticate, nonostante il ruolo determinante negli arrivi di due colonne stabiesi come Allievi e Paponi e le successive due stagioni in cui l’ex portiere non ha sbagliato nulla. Operazioni lungimiranti e scelte vincenti orientate da quel motto “prima gli uomini e poi calciatori”, altro principio, e frase tipica, di Manniello.
Un Presidente tifoso, un Patron unico: semplicemente Franco Manniello.
Raffaele Izzo