La Juve Stabia cade alla prima di Sandro Pochesci in panchina. Condizionati dall’inferiorità numerica, i campani cadono per 1 – 2 contro il Crotone.
PODIO
Medaglia d’oro: a Luca Pandolfi, che torna a puntare la porta con la fame dell’attaccante. Il 7 della Juve Stabia cambia prospettiva, sgravato dai compiti di copertura, per essere maggiormente decisivo sotto porta. La sua gara parte con un controllo errato sul bel filtrante in area di D’Agostino, ma da quel momento è un crescendo, nonostante la prolungata inferiorità numerica. Pandolfi fa a spallate con la difesa del Crotone, sempre in affanno, poi bucata con l’inserimento che sorprende Gigliotti e Dini. Rete che non porta punti in classifica ma che può valerne tantissimi in termini di morale.
Medaglia d’argento: a Daniele Mignanelli, pendolino della fascia sinistra. Cambia avversario, modulo, tecnico e momento ma l’ex Avellino resta (fortunatamente) tra le piacevoli costanti dell’undici della Juve Stabia. Gara di sostanza e sofferenza, dovute all’onda d’urto crotonese ed all’inferiorità numerica, che però non impedisce a Mignanelli di sgroppare ben oltre la meta campo fino a servire a Pandolfi il rasoterra solo da appoggiare in rete.
Medaglia di bronzo: a Jacopo Scaccabarozzi, capitano coraggioso dei gialloblu. Con l’uomo in meno praticamente da subito, il centrocampo stabiese regge l’impatto del Crotone grazie soprattutto al 23, calciatore di lotta e di governo in grado di far bene in tutte le fase di gioco. Scaccabarozzi macina chilometri, si rialza dopo contrasti duri, crea più di una volta superiorità numerica e riesce a dare sempre il giusto equilibrio ai movimenti della squadra.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Marco Caldore, che lascia la squadra in dieci uomini dopo sette minuti. Probabilmente severa la scelta del colore del cartellino da parte del direttore di gara, ma vero è che l’intervento del difensore su Cernigoi è accompagnato da troppa irruenza, dovuta forse a compensare un’iniziale indecisione.
Medaglia d’argento: a Sergio Maselli, che fa girare la palla senza alcuna precisione. Il giovane regista ex Lecce si prende la responsabilità di condurre il possesso palla, sbagliando però quasi sempre la misura dei servizi. Anche quando il tipo di gara consiglia il gioco palla a terra, il numero 8 sceglie senza successo la palla alta.
Medaglia di bronzo: a Tommaso Maggioni, molto indeciso per tutta la gara. Che il terzino destro spinga poco ci sta ma meno comprensibili sono i tanti errori in fase di appoggio che commette in zone delicate del campo.