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Juve Stabia | Caserta: “In gioco non c’è una gara ma la vita di tanti”

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Fabio Caserta, tecnico della Juve Stabia, è intervenuto ieri sera via Skype nel corso della trasmissione Juve Stabia Live: tutte le sue dichiarazioni

Juve Stabia | Caserta: “In gioco non c’è una gara ma la vita di tanti”

 

Fabio Caserta, allenatore della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione televisiva Juve Stabia Live (produzione ViViCentro Network S.r.l.) che va in onda ogni giovedì alle 20 sulla pagina Facebook “Stabiesi al 100%” e il venerdì dalle 20:30 su TV Oggi, canale 71 del digitale terrestre. Le sue dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

Stiamo bene in salute, a casa non è il massimo ma stiamo bene. I ragazzi stanno lavorando da casa con i prof e il preparatore atletico La Penna. Stanno lavorando per tenersi in forma e speriamo di tornare in campo il prima possibile. E’ una situazione molto critica e brutta in cui hanno perso la vita molte persone. Non è facile parlare di calcio in questo contesto ma dobbiamo farlo.

Chi dice che riprendiamo a giocare a maggio, chi a giugno o a luglio. Nessuno sa se si può e quando tornare a giocare. Tutti quelli che fanno numeri dicono cose improprie. In realtà non si sa neanche se si tornerà a giocare. 

Solo cinque calciatori con più di 20 presenze finora? Lo sapete come la penso. Non ho un undici titolare. In ogni squadra ci sono 4-5 elementi indispensabili. Mi piace tenere tutti sulla corda e questo è un dato molto importante per me e i ragazzi. Nessuno è indispensabile ma tutti sono importanti per questa squadra. I numeri dicono questo e mi piace che voi giornalisti lo sottolineate giustamente.

Mi preoccupa relativamente questa sosta perchè sarà un problema per tutte le squadre non solo per la Juve Stabia. Dobbiamo essere bravi, qualora il campionato ripartisse, a preparaci bene. Avremo almeno credo 20 giorni di tempo per rifare la preparazione. Ci dovremo fare trovare pronti perché un’eventuale salvezza equivarrebbe ad un’altra vittoria di un campionato. 

Con Manniello ci sentiamo spesso. Anche lui la sta vivendo male questa situazione. In gioco non c’è una gara di calcio o una salvezza ma la vita di tante persone. Anche io sono preoccupato per ciò che accade in Calabria ai miei familiari. Ho anche un fratello che vive in Lombardia. Le preoccupazioni sono tantissime e il calcio l’ho messo un pò da parte pur sapendo che è la mia vita. Anche le persone che non riescono a mettere un piatto a tavola per problemi finanziari sono un’altra brutta conseguenza di questo virus. 

Ho avuto allenatori importanti come Conte, di cui ammiravo il modo di preparare le partite e la cattiveria. Poi ci sono stati altri allenatori che mi hanno dato tanto come per esempio Braglia. Ci sono stati anche altri allenatori che non mi sono piaciuti ma è normale. 

Bellissima iniziativa quella della Curva Sud della raccolta di fondi per la spesa solidale alle famiglie più bisognose. Sono un gruppo di ragazzi davvero esemplari. So cosa fanno, come ragionano e so che si sacrificano molto nel sociale. Per me non è una novità. So quanto stanno soffrendo per non stare vicini alla Juve Stabia. Loro sentono la squadra come un figlio. Non è nuova per me un’iniziativa del genere. 

Il Coronavirus è stato un pò sottovalutato da tutti. Il 26 dicembre siamo andati a Cremona, poi il 22 febbraio a Cittadella vicini al primo focolaio e poi ancora a Udine. L’abbiamo vissuta male anche l’ultima gara con lo Spezia. Ma abbiamo sottovalutato tutti questo virus che poi si è dimostrato letale.

Ho vissuto sulla mia pelle una situazione molto brutta. Se fai uscire una notizia che una persona può essere positiva il mio nome non lo devi fare. Metti in difficoltà mia moglie e le mie figlie così. Purtroppo per un errore della pediatra sono stato costretto a portare mia moglie e le mie figlie all’Ospedale S. Leonardo. Hanno messo in atto il protocollo senza far mancare niente alla mia famiglia. Hanno fatto il tampone e grazie a Dio è stato negativo. Ma mi hanno dato fastidio le voci. Ho un cognato che lavora giù che ha avuto difficoltà anche lavorative per questa notizia che mi coinvolgeva. 

Chiedo ai tifosi di continuare a restare a casa. Ora c’è la necessità di rimanere a casa per evitare problemi a se stessi e agli altri. Cercare di avere meno contatti possibili per tornare presto alla normalità della vita quotidiana. Secondo me però nulla sarà più come prima. Ci sarà da soffrire in ogni settore ma dobbiamo restare uniti rispettando le regole. Anche io e le mie figlie siamo chiusi in casa. Spero di tornare prima possibile al mio lavoro”.

 

a cura di Natale Giusti

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