Domani la Juve Stabia cerca la sesta vittoria consecutiva, al Menti, contro il Monopoli (ore 20.30). Fabio Caserta ha analizzato il match ai nostri microfoni.
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ueste le parole del tecnico della Juve Stabia sulla gara con il Monopoli:
Il Monopoli che affronteremo domani è una squadra forte, che subisce pochi gol e che già nello scorso campionato ci ha fatto soffrire. Hanno un allenatore bravo, in grado di far giocare bene la squadra e con cui spesso mi sono confrontato, perchè è anche un’ottima persona. Dovremo essere concentrati dal primo all’ultimo minuto per fare un risultato positivo. E’ una squadra che cerca di fare la partita ovunque, sia in casa che in trasferta; si chiudono bene e poi in avanti hanno calciatori pericolosi.
La continuità è un aspetto importante. Aver mantenuto la struttura della squadra dello scorso anno sicuramente ci sta aiutando. Come noi, anche il Monopoli ha cambiato poco e può contare su una base solida, fatta di calciatori di spessore. Mi aspetto una gara difficile da sbloccare, e che non deve essere in alcun modo sottovalutata. Attenzione alla troppa euforia che vedo intorno alla Juve Stabia. Mi fa piacere il clima di entusiasmo, ma non deve intaccare il nostro lavoro.
Eccetto Elia, che valuteremo fino all’ultimo, gli altri sono tutti recuperati. Aspetterò ovviamente domani per valutare come scendere e campo e su chi puntare. A prescindere da chi scenderà in campo, so di poter contare un ragazzi splendidi.
Berardi? E’ un ragazzo che volevamo trattenere qui ma non è stato possibile. Nella scorsa stagione è partito forte, salvo poi perdere un pò di continuità, ma poi ha fatto un finale di campionato importante. E’ un calciatore cui dovremo prendere le misure perchè con i suoi strappi può fare male.
Non servono altri appelli ai tifosi. Il lavoro di questi ragazzi, tra lo scorso campionato e queste prime partite, parla da solo. La squadra merita una cornice di pubblico importante, in grado di fare la differenza come Castellammare sa fare. Mi auguro che domani sia così. I veri tifosi non hanno bisogno di appelli.
A cura di Antonino Gargiulo
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