Juve Stabia sempre più in formato gattopardesco: cambiare tutto per non cambiare niente, nuova guida tecnica ormai da tre gare ma restano inalterati i problemi e i limiti di questa squadra soprattutto sotto l’aspetto realizzativo.
JUVE STABIA, CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE.
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel celebre romanzo “Il Gattopardo” diventato poi successivamente un film di grande successo. E mai frase fu più adattabile al momento che sta vivendo la Juve Stabia in questo periodo.
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na squadra che ha cambiato guida tecnica, passando da un tecnico come Colucci che forse prima di tutti si era reso conto del materiale umano non eccelso a sua disposizione e aveva curato principalmente la fase difensiva, a Pochesci che invece fin dal suo arrivo ha parlato di una squadra che presto, col lavoro quotidiano e con un modulo tattico a trazione anteriore il 3-4-1-2, sarebbe riuscita in breve tempo a segnare anche due gol a partita.
Invece, almeno per ora ma il tempo è dalla parte di Pochesci, niente di tutto ciò. La Juve Stabia nei piani del nuovo tecnico si è vista parzialmente nella prima gara col Crotone e negli ultimi 15 minuti arrembanti dell’ultima sfida col Taranto terminata col risultato ad occhiali.
Resta assolutamente inalterato il problema del gol. La Juve Stabia dopo 27 giornate di campionato con 23 gol realizzati resta il terzo peggiore attacco del campionato. Peggio hanno fatto solo Gelbison e Taranto con 20 gol segnati.
A conferma dei numerosi problemi che questa squadra ha in fase offensiva e anche a centrocampo dove mancano giocatori capaci di innescare in modo decisivo i propri attaccanti, basti pensare che il capocannoniere della Juve Stabia è al momento Pandolfi con soli 3 gol realizzati da inizio stagione.
La assoluta sterilità in fase offensiva ha fatto sì che nelle ultime 5 gare di campionato, di cui tre con Pochesci, una con Lucenti e una con Colucci, la Juve Stabia sia terzultima con 4 punti al pari della Turris, con una vittoria, un pari e tre sconfitte, 2 gol fatti e 4 subiti. Peggio hanno fatto solo la Fidelis Andria con 3 punti e il Potenza con 2 punti.
Numeri che meritano attenzione perchè peraltro la zona playout è distante solo 7 punti e si è alla vigilia di un trittico di gare, Foggia, Catanzaro e Pescara, di cui due fuori e una in casa, da far tremare i polsi.
Sia chiaro, mai come quest’anno la società era stata molto chiara nelle conferenze stampa che si sono tenute in estate sul fatto che questo sarebbe stato una sorta di anno zero e di transizione e in cui l’obiettivo sarebbe stato quello di fare un punto in più della scorsa stagione, oltre che di ripartenza dopo il buon esito del concordato e della ristrutturazione del debito verso l’Erario che gravava sulle casse sociali.
Però è innegabile che questa squadra non sia uscita assolutamente rinforzata nella sessione di mercato di gennaio in cui sono arrivati solo giovani di belle speranze, come Rosa, Volpe e Moreschini, quando forse c’era bisogno di tutt’altro per vivere serenamente questo finale di stagione che si preannuncia irto di difficoltà alla ricerca di quei 7-8 punti che significheranno serenità e, si spera, programmazione per la prossima stagione.