J
uve Stabia prima in classifica ed in corsa per un traguardo straordinario e fino a pochi mesi fa solo da accarezzare con la fantasia. Nel gruppo delle Vespe, perfettamente gestito e guidato da Fabio Caserta, tutto gira alla perfezione: ogni ingranaggio contribuisce in modo determinante, ma mai invadente, al funzionamento della fuori serie gialloblè. In questo contesto va a collocarsi la stagione di Alessandro Mastalli.
Per il giovane Capitano stabiese un campionato diverso dai precedenti, nei quali la sua stella era stata forse la più brillante nel cielo gialloblù. Dopo la prima stagione, quella della sorpresa, con il giovanissimo 24 a scalzare i titolari sulla carta Salvi e Zibert, e quella successiva dell’esplosione, con la responsabilità dei gradi di Capitano ereditati da Morero a mettere le ali all’entusiasmo di Mastalli, che arriva a guadagnarsi l’apprezzamento di “Magno”, come l’Alessandro macedone che conquistò il mondo. Dopo quelle stagioni, in pochi si sarebbero aspettati di rivederlo al Menti a difendere i colori stabiesi: la sensazione era che il percorso naturale Juve Stabia – Mastalli fosse giunto al termine. Le vie del calcio hanno però lasciato il centrocampista scuola Milan in gialloblù, quasi a voler dare un aiuto al destino che due volte ha fatto sbattere Mastalli e la Juve Stabia sulla Reggiana.
Inizia così una stagione differente per il 24, un campionato in cui l’essere Capitano si sposa meno con la gloria personale e più con il bene collettivo. Un Mastalli, probabilmente non brillante come nelle stagioni precedenti, ma altrettanto utile e determinante per i risultati di squadra. Cambia il raggio di azione del Capitano, più ancorato ai doveri del centrocampista e solo eccezionalmente a farsi vedere nelle vicinanze della porta avversaria. Emblema del cambiamento, l’ultima rete dell’anno al Siracusa: l’inzuccata decisiva è di Carlini su cross di Elia; l’azione parte però dal tackle deciso ma pulito con cui Mastalli ferma la ripartenza del Siracusa e fa iniziare quella invece delle Vespe.
Un lavoro diverso e spesso fatto nell’ombra, sotto traccia, tanto da non essere notato da tutti, come invece erano evidenti le sue sortite in zona gol, e che va a porsi in una squadra con un centrocampo da categoria superiore, dove la panchina non è preclusa nemmeno al golden boy scuola Milan. Condizioni nuove, in cui si sono ancora di più accentuate la maturità e la serietà di Mastalli. Giudizi severi hanno accompagnato le prestazioni del 24 della Juve Stabia: un calciatore di cuore, che in campo mette l’anima a prescindere dalla prestazioni ed un ragazzo che in più di un’occasione ha esitato a salire su quei treni che passano poche volte nella carriera, per dare precedenza ai binari gialloblù.
L’obiettivo allora, che è ampiamente nelle corde del Capitano, è quello di tornare ad essere per tutti l’Alessandro Magno delle scorse stagioni, il giovane Generale simbolo dell’armata stabiese. La fase finale della stagione è alle porte, le gare più belle e difficili, quelle in cui maggiormente fare la differenza, stanno per arrivare; del resto anche Alessandro Magno, prima di conquistare il mondo, si rialzò dopo qualche sconfitta.
Raffaele Izzo