Jorginho sorride coi compagni, spera che il Brasile si accorga di lui
N
on c’è gioco e non c’è un’idea di calcio. Ci sono pochi piedi buoni (soprattutto con le assenze di De Rossi e Verratti) e non s’avverte nulla di quel che, almeno teoricamente, Ventura avrebbe come idea per l’Italia. Solo undici calciatori schierati con moduli diversi, costretti ad inventare giocate che possa rivelarsi decisive, come accaduto sull’asse Insigne-Immobile per la rete di Chiellini contro la Macedonia. E non c’è soluzione al problema perché i tempi stringono, però esistono domande alle quali bisogna dare una risposta. Una è la seguente: perché ignorare Jorginho?
Ventura è stato chiaro e l’ha ribadito, innervosito, anche dopo il pareggio contro la Macedonia: «Vi ho già spiegato che Jorginho è il migliore nel suo ruolo, ma a noi un play non serve » la motivazione del ct che però non ha basi solide, lascia forti dubbi. Perché rinunciare a Jorginho? Perché non convocarlo almeno una volta, valutandolo prima di bocciarlo? Sono quesiti alla base dell’attualità di tutti: dei tifosi e, soprattutto, dello stesso calciatore, che in questi giorni lavora a Castel Volturno – per la gioia di Sarri – per preparare la gara contro la Roma.
Venerdì sera si è vista la mancanza di un metodista. L’Italia ha avuto diificoltà nella costruzione del gioco perché Parolo e Gagliardini non hanno le caratteristiche per impostare né i tempi per dettare i ritmi di gioco. Ed allora, perché convocare Barella (e non Jorginho per sostituire Verratti, che tra l’altro è un play? Jorginho attenderà il suo momento e potrebbe anche decidere di accettare una eventuale chiamata dal Brasile. La sua volontà è quella di rendersi utile e riconoscersi in una Nazionale che abbia voglia di puntare su di lui, dandogli fiducia.
L’esordio di Jorginho con l’Italia risale al 24 marzo 2016 con la Spagna, subentrato nel finale a Parolo, con Conte in panchina. L’azzurro fu anche inserito nell’elenco dei 30 preconvocati in vista dell’Europeo, poi escluso. Ma non ci fu amarezza, solo consapevolezza delle proprie qualità e fiducia in vista del futuro. Tutti erano certi del fatto che Ventura inaugurasse un nuovo corso puntando su Jorginho: così non è stato. Mai una convocazione, mai un tentativo, mai una possibilità. Solo una chiusura mediatica non supportata dai fatti: il gioco manca e gli interpreti faticano, spesso fuori posizione. Intanto Jorginho s’allena, sorride coi compagni, è sereno in una squadra che esalta le sue caratteristiche: tecnica, visione di gioco, intelligenza tattica. Le metterà a disposizione (solo) del Napoli per inseguire un sogno, mentre l’Italia cercherà disperatamente di ritrovarsi con un gioco coerente con la sua tradizione. Impresa ardua, quasi impossibile. Questione di scelte.
Fonte: Il Roma
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