Era il 30 maggio del 2015, esattamente un anno fa..l’Ischia Isolaverde festeggiava la salvezza in quel di Aversa,nonostante la sconfitta contro i normanni per 3-1. Nell’almanacco del club forse è stata la seconda sconfitta più bella,dopo quella di Melfi che sancì la promozione in Lega Pro unica. E pure quell’Ischia di un anno fa,nonostante fosse partita male ad inizio campionato,dovuto anche alla scelta della società di smantellare l’intera squadra con cui aveva appena conquistato la promozione in lega pro unica,rinunciando a giocatori del calibro di Alfano,Cunzi,De Francesco e Longo tanto per citarne alcuni. Da quando subentrò in panchina mister Maurizi,dopo l’esonero di Porta,la squadra nel mercato di gennaio fu completamente rivoluzionata. I gialloblù comunque furono condannati a disputare i play-out contro un Aversa che alla vigilia del match dell’andata partiva favorita,non solo in ottica di classifica ma anche perchè era considerata la vera mina vagante da evitare, non a caso aveva giocatori in attacco come De Vena e Mosciaro,con quest’ultimo che ebbe l’occasione di siglare il 4-1,nel match di ritorno,facendo tremare i 400 tifosi accorsi ad Aversa per spingere la squadra isolana alla salvezza. L’Ischia forte del successo della partita dell’andata del 4-1, riuscì a conquistare la salvezza. Una salvezza conquistata sopratutto grazie ad un pubblico stupendo e meraviglioso. Dopo circa un anno da quella storica salvezza,oggi vi raccontiamo la retrocessione dell’Ischia in Serie D. Un’anno vissuto, dopo una stagione caratterizzata da errori assurdi da parte dell’intera società,partendo dalle scelte tecniche passando a promesse mai mantenute,come quella “famosa” conferenza stampa al Re Ferdinando con la promessa da parte dell’ormai ex presidente Rapullino di riportare la squadra sull’isola. A rimetterci di tutto questo ancora una volta sono i tifosi con l’intera isola,che ha pagato errori assurdi da parte di questa società. Dopo un’inizio di campionato,con risultati importanti fino ad arrivare all’ennesima rivoluzione fatta a gennaio. Ma l’errore più grave è stato quello di mandare via a Bitetto,e prendere un allenatore come Di Costanzo che andando a calcolare i punti che aveva a disposizione,la squadra poteva salvarsi tranquillamente,fino ad arrivare a richiamare in panchina Antonio Porta dove ha totalizzato 8 sconfitte consecutive. Dopo appena tre anni di professionismo,l’Ischia ritorna nell’inferno della serie D. E’ una retrocessione che per quanto riguarda la società,è il giusto prezzo da pagare dopo le scelte assurde effettuate per l’intero arco della stagione,ma una delusione troppo pesante per l’intero popolo gialloblù. Su quali basi bisognerà ripartire? Ora come ora una risposta è davvero difficile trovarla a tutto questo,anche perchè dopo la partita del play-out di ritorno contro il Monopoli, il presidente Rapullino ha annunciato il suo addio. Da sottolineare che un altro tema caldo da poter analizzare e quello del settore giovanile,completamente trasferito sulla terraferma. E’ una stagione che verrà ricordata non solo per la retrocessione tra i dilettanti ma ricca di errori e delusioni,che lascia l’amaro in bocca; Ancora una volta sarà un’estate molta calda in casa Ischia,per decidere il futuro del club,con l’auspicio di ripartire da zero e con la speranza di poter vedere un giorno,una società formata completamente da imprenditori isolani.
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