Intervista a Raffaele Cantone, a cura di Alessandra Arachi
Che vuol dire? Lei è un magistrato. Di più: oggi è il capo dell’Anticorruzione e ci dice che non ha certezze? Pensa che la legalizzazione della cannabis possa togliere profitti alla criminalità organizzata?
«Questo è il punto meno importante: con la cannabis la criminalità organizzata non guadagna molto. Il suo core business sono gli stupefacenti pesanti, non la cannabis».
E allora?
«Allora ci sono due considerazioni molto importanti che mi hanno portato a cambiare idea su questo punto. Anche se…».
Anche se?
«La vera considerazione che mi ha portato a cambiare idea sono stati i miei figli: da quando sono diventati più grandi ho cominciato a guardare questo fenomeno della cannabis da una finestra molto diversa».
Ha cambiato idea sulla legalizzazione nelle vesti di papà?
«Sì».
Ma lei cosa farebbe se vedesse i suoi figli fumare spinelli?
«Spero che non succeda mai. Sono assolutamente contrario all’uso degli stupefacenti».
Quindi? Papà Raffaele che considerazioni ha fatto sulla legalizzazione della cannabis?
«Intanto ho potuto constatare quanto è diffuso il fenomeno tra i ragazzini di oggi. Infinitamente di più di quando ragazzino ero io. Visto questo, la domanda sorge spontanea: siamo sicuri che la politica proibizionista di questi decenni abbia funzionato?».
Evidentemente no?
«Evidentemente. E vogliamo renderci conto di quanti ragazzini entrano in diretto contatto con la criminalità organizzata quando vanno a comprarsi il fumo per strada?».
Tanti?
«Tutti quelli che fumano non hanno alternative per procurarsi la cannabis. E certo che sono tanti, basta guardare i numeri delle relazioni antidroga. Ecco, questa è una cosa che io vorrei evitare, grazie alla legalizzazione. Ma non solo».
Cosa altro?
«Sappiamo che cosa si vanno a comprare i ragazzi quando comprano il fumo illegale?».
Che cosa si vanno a comprare?
«Schifezze trattate anche chimicamente. Io penso che questo trattamento sia fatto ad arte in modo che i ragazzi diventino dipendenti e, peggio, arrivino alle droghe pesanti. Ai tempi miei non era così».
Lei nella sua vita ha mai fumato spinelli?
«Ma va là, io non ho mai fumato nemmeno una semplice sigaretta. Però…».
Però?
«Ho conosciuto tante persone che hanno fumato spinelli e nessuno di loro è mai finito a consumare droghe pesanti. Dire che la canna è l’anticamera dell’eroina, o di altre droghe pesanti, è soltanto una leggenda metropolitana. O, meglio, lo era: adesso con i trattamenti chimici non possiamo più essere sicuri di niente».
Ha letto che nella proposta di legge della legalizzazione della cannabis c’è anche la possibilità di coltivare piantine in casa?
«Sì, ho letto».
Lei pensa che per controllare quanto un figlio consuma di cannabis possa avere senso coltivare le piante in casa?
«Non lo so, di questo non ho proprio idea. Posso solo dire che a casa mia non le farei coltivare mai».
Mai?
«Sono contrario all’uso degli stupefacenti, l’ho già detto. Come ho già detto che su questa materia io non porto certezze».
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corriere/Cannabis, Cantone: «Ero contrario, da papà ho cambiato idea» (Alessandra Arachi)
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