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Inter, Eriksen può andare via: da giocatore chiave a esubero

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“Ha avuto difficoltà di inserimento. Non è funzionale, è un dato oggettivo”, ha rivelato l’a.d. nerazzurro Marotta. Ora il danese è sul mercato. Tante le ipotesti per lui: dallo scambio con Van de Beek al Paris SG che si affaccia alla finestra.

Arrivato a Milano in pompa magna e tra gli applausi della critica, Eriksen ha trascorso i suoi 12 mesi all’Inter tra molte ombre e pochissime luci. “Difficoltà di inserimento”, dice Giuseppe Marotta ai microfoni di Sky Sport nel prepartita della sfida contro il Verona. “Alcuni giocatori hanno il desiderio di giocare di più. Noi faremo in modo di accontentarli, per poi sostituirli. Eriksen è uno fra questi? Direi di sì, ma non è una punizione. Non è funzionale, è un dato oggettivo“, rivelava l’a.d. nerazzurro. Ora si aprono le voci di mercato: da Parigi a Manchester, sponda Red devils, o anche l’Arsenal e il Real Madrid. Ma come sono stati questi 12 mesi di Eriksen?

Dalla presentazione al Teatro alla Scala di Milano…

Era il 29 gennaio 2020 ed Eriksen approdava all’Inter travolto dall’entusiasmo dei tifosi nerazzurri, con una presentazione in grande stile alla Scala di Milano. Dopo la prima apparizione in casacca interista in Coppa Italia contro la Fiorentina, arriva la prima da titolare contro l’Udinese in Serie A. In quell’occasione, Conte decise di modificare l’assetto tattico della squadra, con un vertice alto (al posto del classico regista basso del 3-5-2) in un 3-4-1-2. Qui, Eriksen avrebbe dovuto schernire la difesa avversaria in fase di ripiego e agire da mezz’ala in fase di possesso, per facilitare la verticalizzazione. La sua partita durò meno di un’ora, poi al Derby contro il Milan della giornata seguente, arriva un’altro ingresso a partita in corso, dove il danese ha anche colpito la traversa con un bolide dai trenta metri.

Nel frattempo, la pandemia da Coronavirus si abbatte sul mondo e, allo stop, Eriksen sembra essersi inserito maggiormente nei meccanismi di gioco, con il danese che ha appena siglato il suo primo gol in nerazzurro, in Europa League contro Ludogorets. Al rientro in campo, Conte decide di completare le modifiche e l’Inter inizia a scendere in campo con il 3-4-1-2, per permettere a Eriksen di esprimersi al meglio. Seguono delle partite da titolare in Serie A e una in cui entra dalla panchina, ma in cui riesce comunque a trovare il primo gol nel campionato italiano nel 6-0 contro il Brescia. Tra il termine del campionato e la fase finale di Europa League, però, l’allenatore nerazzurro torna al 3-5-2 oppure preferisce Brozovic come trequartista al posto del danese ex Tottenham.

Proprio nella fase ad eliminazione dell’Europa League, Eriksen non trova spazio nell’undici titolare. Riesce a incidere solo agli Ottavi di finale contro il Getafe, anche se i nerazzurri giocano alla grande e conquistano il pass per la finale di Colonia. La sua stagione si chiude con un deludente score di 4 gol e 3 assist, in poco più di 1000 minuti, relegando il trequartista danese a una riserva di lusso.

…al caso Eriksen

Con l’arrivo di Vidal in estate, il posto da titolare di Eriksen è parso a tutti sempre meno certo. Il ritorno al 3-5-2 garantisce, per Conte, più sicurezze e ad inizio stagione il danese è relegato alla panchina. Tra Serie A e Champions League conta solo una presenza da titolare, contro il Cagliari. Nella partita della Sardegna Arena, una volta uscito il danese, poco prima dell’ora di gioco, l’Inter rimonta dallo svantaggio e vince 3-1.

Prima della sfida contro il Cagliari, per Eriksen sono arrivati alcuni ingressi a partita in corso, ma di fatto solo pochi minuti, culminati nel match del 5 dicembre contro il Bologna dove l’ex Tottenham è entrato al 91′, giocando, di fatto, un solo minuto. Contro il Sassuolo, Conte l’aveva buttato nella mischia all’85’, mentre nella sconfitta contro il Real Madrid a San Siro, il danese ha giocato appena 4 minuti.

Da qui le dichiarazioni di Marotta segnano la parola fine s’una storia che già tutti sapevano come sarebbe finita. “Un giocatore non funzionale”, che stona con l’assetto tattico di Conte. Un 3-5-2 in cui il centro del campo si svuota verso l’esterno e verticalizza verso le punte, mentre con la presenza di Eriksen si fa forse troppo affollato. Senza il numero 24 e con il ritorno al vertice basso, la squadra nerazzurra ha trovato 7 vittorie consecutive in Serie A, il secondo posto in campionato e l’unica vittoria in Champions League, contro il M’Gladbach.
(Clicca qui per le statistiche complete del danese)

Quali destinazioni per Eriksen?

Dopo l’apertura alla cessione da parte dell’a.d. dell’Inter, sono partite, in un tutta Europa, le diverse voci di mercato che coinvolgono il danese. Sono diverse le ipotesi: dagli scambi con Van de Beek o con Isco al trasferimento al Paris Saint-Germain o all’Arsenal.

Van de Beek, approdato al Manchester United dall’Ajax in estate, ha trovato pochissimo spazio tra le fila dei Red Devils. Stessa sorte è toccata allo spagnolo del Real Madrid, che, una volta tornato Zidane, è sceso sempre più in basso nelle gerarchie del tecnico francese e si pensa, quindi, a uno scambio Isco-Eriksen, come dichiara Mundo Deportivo. Un’altra ipotesi è quella del PSG, che ha da poco esonerato Tuchel per puntare a Mauricio Pochettino, che ha lanciato proprio Eriksen ai livelli attuali e vorrebbe avere la possibilità di allenarlo di nuovo.

Al momento, il campione danese è sulla lista dei trasferibili ed è già rientrato in Danimarca. Rientrerà in Italia, probabilmente, a inizio gennaio, quando la finestra di mercato sarà aperta. Molte le strade possibili per Eriksen. L’unica certezza è che una di queste non sarà l’Inter.

 

A cura di Claudio Savino

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