Le indagini della Digos di Enna hanno bloccato un movimento neonazista. Ai vertici una donna, si faceva chiamare ‘Sergente maggiore di Hitler’.
Dalla prima mattina di oggi la D.I.G.O.S. di Enna – all’esito di un’inchiesta avviata da circa due anni – coadiuvata dagli omologhi uffici di Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro, hanno dato esecuzione a 20 decreti di perquisizione domiciliare emessi dalla Procura Distrettuale di Caltanissetta d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo nei confronti di diciannove estremisti di destra indagati per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere.
L’attività, diretta dalla Procura distrettuale di Caltanissetta, è stata svolta sotto il coordinamento della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Dalle indagini, è emerso che gli accusati – alcuni dei quali hanno in più occasioni fatto riferimento ad un’asserita disponibilità di armi ed esplosivi – oltre ad aver definito la struttura interna e territoriale del movimento, creato il simbolo e redatto il programma – dichiaratamente antisemita e negazionista – hanno condotto attività di reclutamento e proselitismo pubblicando contenuti del medesimo tenore sui propri account social anche nell’ambito di una chat chiusa denominata “Militia”, finalizzata all’addestramento dei militanti.
Significativo al riguardo il coinvolgimento – in qualità di addestratore – di un pluripregiudicato calabrese, ex “legionario” nonché esponente di spicco della ‘ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure.
“Possiamo avere a disposizione armi e esplosivi, sforneremo soldati pronti a tutto. Presto costituiremo il Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”. Erano le parole del nuovo aspirante fuhrer in salsa italiana che ha il volto di una donna e madre di 45 anni la quale si definiva ‘Sergente maggiore di Hitler’. E con essa c’erano altre donne, anche giovani come un’impiegata di azienda e una ex modella.
Donne che con i loro suoi seguaci erano pronte ad irrompere in tutta Italia sulla scena dell’estremismo di destra con un proprio soggetto politico mentre sui social si arruolavano nuove leve. Ad addestrarli c’era un ex pentito della ‘ndrangheta. I 19 estremisti sono ora indagati per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere.
Nella casa di Cittadella, in provincia di Padova, della donna a capo di questo movimento, gli investigatori hanno trovato materiale per la propaganda, striscioni con svastiche e altri loghi antisemiti, bandiere naziste. Nel variegato mondo degli estremisti che stavano tentando di organizzare – secondo le accuse – c’è anche una 26enne che ha partecipato e vinto il titolo di ‘Miss Hitler’. Il particolare è emerso nel corso delle perquisizioni effettuate dalla Digos nel Milanese. Nel Veronese in casa di un’altra donna, impiegata di azienda, militante di Forza Nuova, è stata invece rinvenuta una copiosa documentazione, tra cui un modulo d’adesione al Nsab, il “Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori” che ha sede in provincia di Milano e il documento programmatico in 25 punti.
Il gruppo aveva tentato anche di accreditarsi in diversi circuiti internazionali, avviando contatti con organizzazioni di rilievo come Aryan Withe Machine-C18, espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese, e il partito d’estrema destra lusitano Nova Ordem Social. Un percorso che avrebbe trovato concreta realizzazione in occasione della ”Conferenza Nazionalista” svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione “nazionalsocialista” di Portogallo, Italia, Francia e Spagna. Nella circostanza, un’indagata è intervenuta in qualità di relatrice, distinguendosi per l’accesa retorica antisemita del proprio intervento.
Il movimento filonazista, con il suo insolito vertice al femminile, farcito di retorica antisemita e xenofoba, affascinava gli estremisti neri da Nord a Sud, dalla Sicilia al Veneto, in varie città come Siracusa, Milano, Bergamo, Genova, Imperia, Livorno, Torino, Cuneo, Padova e tante altre. Le adepte della neo-fuhrer spesso vestivano in modo da poter rendere visibili i simboli del loro fanatismo, con svastiche, marchi delle SS e croci celtiche.
“Io sposerei un ebreo solo per torturarlo giorno dopo giorno” diceva una di loro. E ancora “Solo a parlare dei giudei mi viene il prurito, brutte bestie vanno sterminati” dicevano le donne. Il materiale sequestrato contiene anche volantini con insulti ai parlamentari Emanuele Fiano e Laura Boldrini.
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