L’Ars ha approvato all’unanimità il progetto di legge sulla insularità da proporre al Parlamento nazionale. Tempi lunghi nei fatti. Intanto …
L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato all’unanimità il progetto di legge costituzionale da proporre al Parlamento nazionale per inserire nello Statuto un articolo che riconosca gli svantaggi derivanti dall’insularità. Il progetto di legge, che ha avuto come prima firmataria l’onorevole Lo Curto e come relatore l’onorevole Figuccia, è stato elaborato e proposto ai deputati regionali dall’Unione dei Siciliani, come riportato anche nella relazione presentata in aula.
Per insularità si intende il concetto di discontinuità territoriale che caratterizza alcune regioni, come la Sicilia, che determina una specificità penalizzante di natura economica, trasportistica, ambientale e sociale.
Una battaglia importante quindi affinché le popolazioni delle Isole, maggiori e minori, possano competere in modo leale e in condizioni di parità nel mercato interno europeo, ma dai tempi lunghi e anche incerti poiché inserire un principio in costituzione, ormai abbiamo un po’ tutti compreso, è una procedura assai complicata e prevede un iter lungo e tortuoso. E se anche s si arrivasse a costituzionalizzare il principio di insularità, ci vorranno, come tutti i principi generali, parecchie leggi e decreti attuativi che poi devono andare a regime pratico e interpretativo, senza i quali rimarrebbe ogni cosa sulla carta come spesso è accaduto. Insomma, ammesso che si riesca, passeranno molti anni.
La situazione di insularità costerebbe alla Sicilia tra i 4 ai 5 miliardi di euro l’anno secondo la stima di una ricerca valutativa che il Governo regionale del Presidente Nello Musumeci e il dipartimento della Programmazione e l’assessorato all’Economia.
“Questa condizione rappresenta – si afferma una nota – un oggettivo svantaggio rispetto ai territori continentali che possono godere di una maggiore facilità di collegamento e interscambio. Che l’insularità sia un fattore penalizzante è riconosciuto dalla Commissione Europea che considera le regioni interessate meritevoli di azioni politiche capaci di far superare il gap rispetto alle aree continentali”.
“Lo studio che sarà terminato entro il prossimo mese di luglio – commenta l’assessore dell’Economia Gaetano Armao – fornirà al governo regionale il dato puntuale del costo occulto dell’insularità. Costo che si aggiunge alle risorse sottratte alla Sicilia. Dai conti pubblici territoriali, per i siciliani siamo oltre i 10 miliardi di perdita secca”.
Si calcola che nell’Unione Europea ci sono 450 isole con 14 milioni di abitanti, e di questi ben oltre 5 milioni, pari al 36 per cento, sono residenti in Sicilia. Lo studio del costo dell’insularità per l’Isola parte dalla valutazione di alcuni parametri come l’accessibilità e i relativi i costi di tempo dovuti al fatto che quasi tutte le isole dipendono dal trasporto pubblico, i conseguenziali costi monetari che derivano dall’assenza di valide alternative di collegamento e trasporto, i costi delle infrastrutture e dei servizi, che devono essere forniti singolarmente a ciascuna isola senza possibilità di realizzazioni sinergiche e i costi che, in conseguenza dei fattori elencati, gravano sugli abitanti isolani.
In una nota la Presidente della Commissione europea, Von Der Leyen, ha informato il vice presidente della Regione siciliana, Gaetano Armao, di avere preso atto del “Manifesto per le isole europee” inoltrato al suo ufficio e di averlo trasmesso alla commissaria responsabile per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, “che sta esaminando i temi sollevati”. Il “Manifesto” contiene proposte a tutela dei diritti dei cittadini che vivono nelle isole e per garantire un adeguato risarcimento per superare gli svantaggi causati dalla condizione di insularità”.
“Abbiamo letto con attenzione le misure proposte per affrontare le varie questioni” scrive Von Der Leyen al vice presidente Armao.
L’Opinione.
Nel frattempo la Sicilia continua ad impoverirsi in quanto come da sempre immersa fino al collo in uno stagno assediata da predatori (politici, istituzionali, burocrati, ecc.) e parassiti (pletore di mantenuti codazzi elettorali). Se non fosse che è una Terra dalle condizioni naturali impareggiabili e attira ancora turismo, a quest’ora sarebbe stata in buona parte un deserto di miseria.
L’unica soluzione alternativa che da sempre sanno trovare i parlamentari siciliani di destra, sinistra, centro e movimento, è continuare ad appesantire il già elefantiaco sistema pubblico-politico, senza stimolare concretamente e parallelamente il settore privato e soprattutto porre le condizioni giuridico-fiscali-infrastrutturali per attrarre investimenti, nazionali ed esteri.
Il risultato è sotto gli occhi di chi può e vuole vedere: una regressione socio-economica generale e una emigrazione che sta dissanguando la forza biologica dell’Isola, a cui si fa fronte con l’estorsione fiscale per chi produce, lavora ed è privato, soprattutto per ingrassare i troppi, trasversali, insaziabili costituzionali e rispettive orde di votatori.
Insomma, l’Assemblea Regionale Siciliana, insieme a tutte le altre Istituzioni risaputamente contaminate dentro, continua a rivelarsi, sia sul fronte della Maggioranza che su quello dell’Opposizione, solo una ingorda creatura, divora e spreca risorse, che con la sua culturale inerzia, accidia e incapacità, nonché decennale mentalità incarnata, arrogante e forzosamente assoggettante, prosegue unicamente a salassare lentamente la Sicilia. Come se ne esce prima della soglia di non ritorno ?
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