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Castellammare di Stabia

Insigne e la punzecchiatura di Gattuso

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opo una breve flessione di condizione della squadra, il Napoli sembra essersi ripreso e continua a salire la scalinata verso i piani altissimi della classifica. L’aspetto che più ha inciso sulle sconfitte contro Milan e Sassuolo non è tanto quello tecnico bensì quello mentale. Un tasto dolente che non ha permesso al Napoli di eccellere in alcune delle sue ultime uscite.

L’incoraggiamento di Gattuso

Gattuso ha spronato Lorenzo Insigne, il suo capitano, il condottiero che dovrebbe guidare gli altri in battaglia. “Mi aspetto ancora di più, è il capitano, voglio vederlo con meno muso”. Come sempre il mister non è mai banale e sempre schietto. Non sono delle critiche sull’aspetto tecnico, anche se è un calciatore che è rimasto troppo spesso nel limbo tra i campioni e i giocatori discontinui, ma su quello caratteriale. Talvolta il numero 24 azzurro non ha dimostrato di riuscire a trascinare i suoi compagni, anzi capita che sia lui ad essere trascinato nella mediocrità.

Il leader discontinuo

Lui è il capitano della squadra, voglio vederlo sorridere di più perché quando non sorride lui non sorride nemmeno la squadra”. In questa valutazione incidono inevitabilmente quelle scene che si sono ripetute troppo spesso nei recenti scivoloni degli Azzurri. Quegli istanti nei quali Insigne, ma non solo, invece di rincuorare i compagni dopo passaggi o scelte sbagliate tendono a criticarli affossandoli. Un atteggiamento che non fa altro che innervosire il gruppo che perde lucidità, un elemento fondamentale quando sei costretto a ribaltare il risultato. Ed è in questi momenti che bisogna dimostrarsi leader, non basta indossare la fascia al braccio sinistro, ma è necessaria una parola di conforto, uno sprono a dare di più.

L’ultimo step e il peso della maglia

Forse questo l’ultimo step che gli potrà permettere di elevarsi definitivamente in un ambiente particolarmente complicato soprattutto per chi è nato e cresciuto lì. Un legame di amore-odio tra i tifosi ed il fantasista di Fuorigrotta. Molto spesso gli sono pervenute aspre critiche dimenticando che essendo prima tifoso è lui stesso a soffrire in primis degli alti e bassi sia della squadra che personali. Ciò succede quando hai la maglia azzurra tatuata sulla pelle. Avverti in maniera diversa le aspettative di una piazza calorosa ma esigente, passionale ma critica.

I passi in avanti di Insigne

Il mister mette in risalto proprio questi aspetti perché sa che Lorenzo può ancora migliorare. Nulla da dire invece sull’aspetto tecnico e tattico, “Tecnicamente e per il sacrificio è impeccabile”, quello nel quale l’allenatore calabrese ha inciso molto. Infatti nelle scorse stagioni Insigne non si dedicava in modo così preciso e continuo alla fase difensiva ma al contrario dava il meglio di sé in avanti.

La scomparsa dell’idolo

C’è da dire che l’ultimo periodo non è stato dei più tranquilli. Non solo sono arrivate le sconfitte con Milan e Sassuolo ma ha inciso molto anche la scomparsa dell’idolo Maradona. Lorenzo non ha potuto ammirare l’argentino a Napoli ma, vivendo a pochi passi dallo stadio, è cresciuto nel suo mito. Il suo omaggio è quello più azzeccato, non con le parole ma con una punizione, quasi rievocando i periodi del 10 sudamericano. “Vogliamo vincere qualcosa per lui”, la squadra ha le idee chiare, onorare la memoria del Diez con qualcosa di importante.

Il rinnovo

In tutto ciò sul contratto di Insigne è riportata scadenza 2022. Il calciatore e la società hanno tutto l’interesse affinché lo scugnizzo possa vestire ad oltranza la maglia azzurra. Ci sono alcuni dettagli da limare a partire dall’ingaggio, ma Lorenzo è nelle sapienti mani di Mino Raiola. Con tutta probabilità chiuderà la carriera nella sua città, avendo vestito quasi sempre maglie azzurre anche se con tonalità più chiare (vedi Pescara) o più scure (vedi Cavese).

Ora la palla passa ad Insigne & Co. con l’obiettivo di fare quel salto definitivo di qualità, l’ultimo gradino che può consacrare definitivamente il Napoli.


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