Inizia una nuova stagione per l’ArgentiNapoli, nel nome di Diego
Uno sguardo rivolto ai maxischermo sui cui sono proiettati i goal di Diego, un altro al cielo, dove Maradona risiede nell’Olimpo, riservato a chi ha fatto la storia: Napoli-Roma non è stata una gara come tutte le altre, per i giocatori, anche avversarsi, e per tutti gli addetti ai lavori. Mertens si guarda intorno, un po’ sorride ad inizio partita. Tra un esercizio e l’altro, il suo pensiero è lì. Forse come non mai i calciatori del Napoli hanno percepito quanto pesi la maglia azzurra e in che stadio hanno la fortuna ogni domenica di giocare. Il San Paolo è diventato come un tempio dove ad ogni cosa si attribuisce un sovrasenso. Lo si legge di riflesso negli occhi di Fabian, di Koulibaly, di Mario Rui e di tutti i calciatori partenopei.
Vestiti di bianco e di azzurro per ricordare l’Argentina, e in onore di Diego, gli azzurri giocano la loro miglior partita in stagione. Un gol su punizione di Lorenzo Insigne fa spalancare gli occhi ad ogni telespettatore. “C’è lo zampino di Maradona”, pensano in tanti, quella mano di Dio, che si è fatta carne e in modo tangibile è intervenuta per cambiare il corso delle cose. Tra sacro e profano, perché questa è la caratteristica principale di Napoli, una città che da giovedì è immersa in una dimensione atemporale.
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Ritorno all’ordine
Nel post-partita, Gattuso richiama alla responsabilità. Il tecnico invita a rimanere a casa ed evitare eccessivi pellegrinaggi, che creano assembramenti. L’ex centrocampista rossonero incarna l’animo razionale, la voce della coscienza, fredda ma che raramente sbaglia. L’emozione è vissuta nel suo privato, a volte lasciata trapelare dalla voce spezzata, ma mai esibita. Perché Gattuso è pancia, ma anche testa. Dentro e fuori dal campo, che nel frattempo vede il Napoli superare la Roma 4-0, senza mai apparire in difficoltà.
La classifica, nonostante gli alti e i bassi, dice che il Napoli è a 17 punti, lontano 6 dalla capolista Milan. Lo scudetto, insomma, non è affare di poche squadre. Inter, Juventus, Roma sono lì, alle spalle dei rossoneri, che nel mentre continuano il loro processo di crescita. La vittoria contro una diretta concorrente, rilancia i partenopei, che non hanno mai negato le loro ambizioni. “E’ un problema di mentalità”, ammette Gattuso, che però mai ha dubitato della forza della propria squadra. Il Napoli è una squadra lunga, formata da calciatori forti, alcuni fortissimi. Ad essere sempre mancato- dal post Sarri in poi- è quella magia che si viene a creare all’interno dello spogliatoio e che fa la differenza. Quella magia che ieri ha caratterizzato la gara. Dall’inizio alla fine, dai goal all’esultanze. Ieri potrebbe essere iniziata una nuova fase del campionato azzurro. Con un occhio in campo, uno al cielo. Nel nome di Diego, intorno al quale tutti si stringono.
Ciao Diego! ? pic.twitter.com/uDeV4xqH0k
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) November 29, 2020
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