A
ccade in India, dove nelle ultime 72 ore sono morti 61 bambini nell’ospedale Baba Raghav Das di Gorakhpur (Stato settentrionale di Uttar Pradesh).
SI MUORE PER MALATTIE E MANCANZA DI FONDI
Si dispera il il professor P.K Singh, neo direttore dell’ospedale Baba Raghav Das. Il monsone, le inondazioni e le malattie hanno colpito senza pietà i più piccoli: 1.200 vittime in India, Nepal e Bangladesh da giugno a oggi. Drammatica la situazione dell’ospedale da lui gestito, dove nel mese di agosto sono morti 217 bambini, per lo più neonati.
A rendere ancora più drammatica la situazione è la mancanza di fondi dell’ospedale, tanto che – all’inizio di agosto – è circolata la voce di un blocco dell’erogazione di bombole di ossigeno da parte della compagnia distributrice proprio a causa dei conti in rosso della struttura sanitaria. Il predecessore di Singh, il professore Rajeev Mishra, si è dimesso dopo essere stato sospeso insieme alla moglie Purnima Shukla.
STRAGE DI BAMBINI
“Questi bambini muoiono per complicazioni mediche, non per negligenza” sottolinea Singh. In particolare si muore per l’encefalite, un’infiammazione del cervello che inizialmente presenta gli stessi sintomi di una banale influenza, ma che senza una diagnosi tempestiva può essere fatale. Negli ultimi sette anni ha ucciso 4.000 bambini solo nell’Uttar Pradesh. Tuttavia, tra le 61 vittime dell’ospedale degli ultimi tre giorni, l’encefalite ha colpito solo sette bambini. Ciò dimostra come il monsone possa far circolare velocemente tante e diverse malattie contagiose.
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