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Castellammare di Stabia

InConTriamoci: AslNa3Sud e Scuola insieme nella lotta contro bullismo e cyberbullismo omotransfobico

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n importante incontro di formazione per contrastare il bullismo e il cyberbullismo omotransfobico e per promuovere la diffusione di una cultura inclusiva si è svolto il 5 dicembre u.s.presso l’Istituto M.P.

Vitruvio di Castellammare di Stabia, che fa dell’inclusione il suo punto di forza.A trattare questo delicato tema due bravissime psicologhe dell’AslNa3, le dott.se Daniela Lourdes Falanga e Alessia Cuccurullo, che hanno catalizzato l’attenzione dei molti studenti presenti nell’Aula Video dell’Istituto Vitruvio, coinvolgendoli e facendoli riflettere.

Ad accogliere le relatrici nella Sala Video, la Dirigente del Vitruvio, prof.ssa Angela Cioffi, e la Referente alla Salute dell’Istituto, prof.ssa Giusy Agozzino.Obiettivo del programma “Incontriamoci” è quello di sensibilizzare i giovani al contrasto di un problema molto serio, quello della non accettazione e avversione nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità e delle discriminazioni che ne conseguono.

A trattare questo delicato tema due bravissime psicologhe dell’AslNa3, le dott.Daniela Lourdes Falanga e Alessia Cuccurullo che hanno catalizzato l’attenzione dei molti studenti presenti nell’Aula Video dell’Istituto Vitruvio, già sensibilizzati sul problema dai loro insegnanti.

Altro importante tema trattato nel corso della mattinata quello dei pregiudizi e stereotipi di genere, che durano da secoli e difficili da sradicare e che vedono la donna relegata in posizioni subalterne, nella famiglia e nel mondo del lavoro.Nonostante le donne abbiano livelli formativi migliori dei loro colleghi maschi, sul mercato del lavoro incontrano più difficoltà di realizzazione professionale, al punto che per ricoprire gli stessi ruoli devono essere molto più qualificate.

La differenza di genere nell’ambito del mercato del lavoro è nota con il termine “segregazione occupazionale”, distinta tra “segregazione orizzontale” e “segregazione verticale”.La segregazione orizzontale indica la prevalenza femminile in certi settori produttivi e professionali, come i servizi sociali, la scuola, i servizi amministrativi.

La segregazione verticale è la concentrazione delle donne nei livelli bassi e medi delle professioni dipendenti e il quasi totale monopolio dei ruoli dirigenziali da parte degli uomini.Di qui la necessità di destrutturare il dominio maschile che da secoli c’è nel mondo del lavoro, e non solo.

“Dagli anni ‘70 abbiamo combattuto per avere pari dignità degli uomini, il cambiamento è un processo di natura culturale – ha affermato la dott.sa Daniela Falanga – Il patriarcato è una pietra enorme sulle donne.

C’è una storia di abusi su di esse, che vengono uccise continuamente, una storia che deve cambiare e sta cambiando.”

Oggi c’è una cantante napoletana molto seguita con la canzone: “Me piace o’ malessere” che recita: “No al ragazzo educato, voglio quello che se esco si arrabbia”.  Questa canzone ormai è talmente in voga, che è studiata dai sociologi per le sue affermazioni “forti”.

“Il malessere è la storia che imprigiona e ancora fa male alle donne, entra nelle vostre vite e vi violenta – ha rilevato la dott.sa Falanga – Il malessere è la donna che non è più libera.”

“Ci sono ragazze che il malessere se lo vanno a cercare.Le ragazze che non hanno un patrimonio culturale pensano che debbano dipendere da un uomo.

Evitiamo di lodare questi soggetti.”

Il discorso si è incentrato poi sui pregiudizi legati all’identità di genere, sulle numerose discriminazioni e stigmatizzazioni subite dalla popolazione LGBTQIA+ considerate diverse dalla maggioranza della popolazione.L’identità di genere è la percezione personale che ogni persona ha di se stesso.

Quest’ultima può essere la medesima del sesso alla nascita (cisgender) oppure differire da esso (transgender).

“Nell’adolescenza può esserci un’incongruenza di genere ed è necessario intraprendere un percorso che si chiama di affermazione di genere (e non di transizione).” – ha sottolineato la dott.sa Falanga.

“Essere se stessi è qualcosa che viene governato dal proprio ragionamento o fantasia.Le persone trans non fanno altro che rispondere a quello che sentono realmente.

Non c’è nessun condizionamento.”

Le persone appartenenti a gruppi di minoranze sperimentano uno stress derivante dalle esperienze di stigmatizzazione e discriminazione da parte della società.

È molto importante che i giovani capiscano le difficoltà che vivono le persone trans (stress, ansia, preoccupazione, vergogna, senso di isolamento) che possono addirittura spingerli al suicidio, e quanto sia necessario superare i pregiudizi nei loro confronti.Un plauso all’importante iniziativa nell’ambito del Programma “InConTriamoci” portata avanti dall’AslNa3Sud in sinergia con il Vitruvio e altre scuole del territorio nella lotta contro bullismo e cyberbullismo omotransfobico.


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