Incidenti mai verificatisi e le menti dietro al disegno sono investigatori, professionisti, avvocati, medici, consulenti, assicurativi e vigili urbani.
E’ stata denominata “Operazione Botto”, per i tanti falsi sinistri automobilistici in serie, che il gruppo degli indagati aveva organizzato. Centinaia di incidenti mai avvenuti, montati come fosse un set cinematografico, con comparse, attori e pubblico. Una truffa alle assicurazioni del valore di circa 3 milioni di euro, che ha portato in carcere quattro persone e altre 13 agli arresti domiciliari. Con un totale di 130 indagati. “L’operazione più complessa che abbia mai seguito – l’ha definita il Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa Alessandra Conforti – e non è che la punta dell’iceberg”.
Una vera e propria associazione a delinquere, quella smascherata dagli investigatori, che ha le sue radici in provincia di Massa Carrara ma che si espande anche tra Pistoia, Lucca e La Spezia. Coinvolto pure un investigatore privato a Milano. E le menti dietro al disegno sono professionisti, avvocati, medici, consulenti, assicurativi e vigili urbani. Tre anni di indagini, con le prime segnalazioni che sono arrivate alla Procura di Massa nel 2015. Un lavoro minuzioso, svolto in perfetta sinergia, condotto dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Massa Carrara e dai Carabinieri, con innumerevoli appostamenti, pedinamenti e l’utilizzo dei più moderni supporti tecnici, culminato lunedì scorso con l’esecuzione di 17 misure di custodia cautelare.
A
dduso Sebastiano
L’opinione.
Tutta l’Italia è paese nella corruzione.
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