Siamo quasi tutti “vaccinati”, nulla ci fa paura, neppure le inchieste giudiziarie che nel volgere di pochi giorni si sciolgono come bolle di sapone al sole.
P
rendo spunto dall’ultima inchiesta da parte di alcuni magistrati messinesi nei confronti di Cliniche private convenzionate. Dopo mesi di serrate indagini si era giunti alla “conclusione” che queste ultime tramite la complicità di una funzionaria ASL, facessero una sottospecie di “cresta” sulle degenze e sulle cure prestate ai loro pazienti.
A prima botta.
A prima botta, come sempre accade, nell’immediatezza in cui la notizia si diffonde sui social, a caldo sembra che i magistrati abbiano scoperchiato una pentola fumante colma di reati.
Non essendo peccati di gola, se le inchieste avessero il loro giusto epilogo con prove inoppugnabili, i rei verrebbero giudicati in sede penale. Ma come spesso accade non solo a Messina, a distanza di pochi giorni dall’enorme scalpore dovuto alla notizia, le somme che erano state sequestrate, sono state restituite in base alla disposizione del Tribunale del riesame.
Quest’ultimo ha completamente capovolto tutte le conclusioni a cui erano giunti i magistrati inquirenti, che avevano posto il sequestro di alcune somme.
Prima domanda :
Come è possibile che i giudici possano vedere la realtà dei fatti con angolazioni diverse? Come si fa a costruire prove che nel giro di poche ore vengono messe in soffitta da altri giudici?
La magistratura come direbbe un siciliano doc, “peddi coppa” (perde colpi), inutile parlare delle varie inchieste in cui magistrati altolocati sono stati messi in causa. I giornali non solo nazionali ne hanno parlato lungamente, forse nei prossimi anni avremo le risposte giuste.
In ogni caso quando a pagare il prezzo di una giustizia, spesso distratta, è il cittadino onesto, viene da porsi un’altra domanda:
“Sarebbe giusto che il giudice paghi di persona quando distrugge ingiustamente con prove spesso labili la vita di un uomo?” Cadere nel baratro per chi riceve un simile trattamento è facile, lo è di meno a rialzarsi.
Quì non si tratta di cadere e rialzarsi 3 volte sulla polvere e 3 volte sugli altari al pari di un certo Napoleone Buonaparte, per molti comuni mortali, è sufficiente una sola volta per non rialzarsi più.
Per non parlare delle inchieste fiume che vanno avanti per anni e anni, prima che la verità venga a galla, in questo caso qualsiasi risarcimento monetario, non compenserà mai il danno morale subito.
Mancano i giudici, bisognerebbe fare un censimento di quelli che non lavorano. Ve ne sono tanti che per emettere una sentenza tessono la tela peggio di Penelope, per questi ‘esimi’ bisognerebbe fare solo una cosa: mandarli a casa.
Lo so, vi sono tanti giudici che svolgono con serietà il loro lavoro, questa è l’unica speranza che resta per un popolo che da tanti anni si trova spaesato, frastornato da una Giustizia distratta e lacunosa al pari dell’acqua Granda di Venezia.
Inchieste Come Bolle Di Sapone Al Sole.. (Lo Piano – Red) / Lo Piano – Sain Red/ Redazione