Raggiro per ottenere più soldi dalla società assicuratrice. Mezzo del valore di 600 mila euro stimato in 21 milioni. Nel 2010 era atterrato sul prato ferendo alcuni passeggeri
span style="color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">Era il 24 settembre del 2010 quando un aereo della Wind Jet proveniente da Roma andò fuori pista all’aeroporto di Palermo finendo la sua corsa sul prato. I 123 passeggeri a bordo rimasero illesi solo per miracolo. Oggi l’inchiesta catanese sul crac di Wind jet rivela che anche su quell’incidente aereo il patron della Nino Pulvirenti avrebbe cercato di lucrare, ottenendo una sopravvalutazione dell’aereo incidentato. Sarebbero stati Matko Dadic e Karl Rickard, titolari della Dale Aviation e della Poverget Aviation Service, a stimare il 21 milioni di euro il valore di quell’aereo al quale – sostiene ora la Guardia di finanza – la società assicuratrice avrebbe riconosciuto un valore di soli 600.000 euro.
Secondo l’accusa nel bilancio della Wind Jet sarebbero state realizzate “artificiose sopravalutazioni operate con il contributo di società estere che, attraverso perizie di comodo, hanno gonfiato il valore delle rimanenze di magazzino per oltre 30 milioni di euro”. La procura di Catania sta valutando anche eventuali responsabilità della società di revisione, la Bompani Audit, che, sostiene l’accusa, avrebbe concordato e retrodatato le relazioni di revisione da allegare ai bilanci relativi agli anni che vanno dal 2008 al 2011, sulla scorta di indicazioni fornite dal commercialista della Wind Jet, Paola Santagati, per nascondere la situazione di reale dissesto della società.
L’inchiesta penale ha portato alla condanna ad un anno del comandante Raul Simoneschi. Dalle conversazioni tra i due piloti registrate dalle scatola nera è apparso subito chiaro che si trattò di un errore di valutazione dei due piloti.
*larepubblica
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