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Castellammare di Stabia

In Sicilia, con la venuta del Ministro Toninelli, si scoprono solo adesso miliardi per infrastrutture bloccate

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II dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, all’incontro di Ance Sicilia, parla di opere da sbloccare per dieci miliardi.

Dopo la venuta in Sicilia di pochi giorni addietro, del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, a seguito della quale il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci si è addirittura inalberato con una affermazione da tv-trash che di certo non ci si aspetterebbe da un così alto rappresentante delle Istituzioni (Il ministro Toninelli nel Messinese (VIDEO). La sua visita infiamma gli animi all’ARS), improvvisamente nell’Isola si sono accorti che ci sono dieci miliardi di euro per opere bloccate.

“In Sicilia ci sono opere da sbloccare per dieci miliardi, buona parte di competenza di Anas e Rfi. I fondi saranno revocati se gli appalti non saranno affidati entro il 2021”. Lo ha detto Fulvio Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, all’incontro di Ance Sicilia sul Bim (Building Information Modeling, indica un metodo per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite aiuto di un software, tramite il quale tutti i dati rilevanti di una costruzione possono essere raccolti, combinati e collegati digitalmente) una nuova metodologia informatica.

“Ci sono – ha aggiunto Bellomo – cinque miliardi per la velocizzazione della ferrovia Palermo-Catania ma da due anni Rfi non riesce a tirare fuori un solo progetto. Fra le nuove opere viarie da sbloccare, ci sono le tangenziali di Gela per 316 milioni, di Catania per 214 milioni e di Agrigento per 200 milioni. Per non parlare dei quattro lotti della Nord-Sud, per sbloccare i quali la Regione ha stanziato cento milioni di euro: sul lotto B5 (87 mln), l’Anas non riesce a superare un contenzioso”.

Bellomo ha continuato “Il commissario della Tecnis attende indicazioni riguardo all’Anello ferroviario di Palermo; siamo riusciti a sbloccare il Passante ferroviario di Palermo, ma ancora mancano le stazioni di Capaci, via Lazio e interventi a Sferracavallo”.

“Per la manutenzione della viabilità interna – ha spiegato ancora il dirigente generale delle Infrastrutture – la Regione ha stanziato 250 milioni e ha appena firmato la convenzione con cui le ex Province affidano al Dipartimento regionale tecnico il compito di redigere gli elaborati. Contiamo di affidare entro l’anno settanta interventi per 111 milioni, dando priorità alle aree interne più disagiate delle province di Enna e Caltanissetta”.

“Infine – ha concluso Bellomo – dopo il crollo del Ponte Morandi abbiamo censito 1.900 punti di criticità sui viadotti in Sicilia, ma l’Anas ancora non è riuscita a darci risposte circa il monitoraggio degli interventi da eseguire. Per questo abbiamo stanziato 5,4 milioni e contiamo di coinvolgere in questa attività i liberi professionisti”.

L’opinione.

La responsabilità di un’Isola ridotta in macerie è notoriamente di quella politica raccontata dallo stesso Musumeci durante la propria campagna elettorale per le regionali del 5 novembre 2017 e che lo consacrò a governatore della Sicilia <<”La mia soddisfazione è quella di aver convinto molti ex esponenti del mondo di Cuffaro a stare dalla mia parte”. E fa scorrere sullo smartphone le immagini delle manifestazioni che, in mattinata, lo hanno visto accanto a Saverio Romano, Roberto Di Mauro, Giuseppe Ruvolo, Roberto Lagalla, protagonisti e testimoni della stagione della vecchia e discussa Udc. “Credo che la storia democristiana sia stata fatta per gran parte da persone perbene. Quanto a Cuffaro, confermo un giudizio politico che ho espresso già prima della sua condanna: nel 2006 mi candidai contro l’allora governatore, e l’intero centrodestra mi mise al bando».

Come pure lo stesso Presidente della Regione Nello Musumeci ha evidentemente dimenticato le sue dichiarazioni dell’ottobre 2018, appena dopo un anno essere stato eletto, con cui descriveva una Sicilia già disastrataUn anno fa ho trovato una Regione che non c’è. Era solo e lo è ancora in parte un foglio di carta. Ci vorranno 5-6 anni per farla ripartire, 15-20 anni per renderla competitiva con il resto delle altre Regioni”.

Di sicuro quindi, Toninelli è Ministro da pochi mesi e mai i 5stelle erano stati ad un Governo nazionale, pertanto se la Sicilia ha ancora opere bloccate per dieci miliardi, la colpa non può che essere delle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra che negli ultimi decenni si sono alternati alla guida dell’isola e dell’Italia.

Sorge dunque un dubbio: forse è l’appartenenza di Toninelli ai 5stelle il solo vero dissimulato problema che scatena tanto improvviso astio, ovverosia, il Ministro non fa parte della trasversale annosa “tradizione” sicula-italica (tradotta in populista gergo “cumacca”).

SBLOCCATE QUEI MILIARDI E QUEI CANTIERI CHE ABBIAMO URGENTE BISOGNO DI SVILUPPO E LAVORO !!!

A

dduso Sebastiano


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