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Castellammare di Stabia

In Europa e America emergenza vocazioni. E la Chiesa riscopre i diaconi sposati. ANDREA GUALTIERI*

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l Vaticano pubblica i dati sui cattolici nel mondo: sono un miliardo e 272 milioni. Nel Nord America e in Europa l’aumento dei preti è “praticamente nullo” dal 2012 ma c’è un’impennata del numero di laici impegnati nella pastorale e nella liturgia. La Santa Sede però insiste: “Celibato del clero non è in discussione”

CITTA’ DEL VATICANO – Il celibato dei preti per ora non si tocca, ma in tempi di crisi delle vocazioni sacerdotali la Chiesa cattolica si aggrappa agli uomini sposati che diventano diaconi: in dieci anni, a partire dal 2005, sono aumentati del 33 per cento. E l’impennata più consistente si registra proprio nel Nord America e in Europa, le aree del mondo nelle quali è più marcato il calo delle vocazioni sacerdotali. Secondo i dati dell’Annuario pontificio 2016 e dell’Annuarium statisticum ecclesiae 2014, curati dalla tipografia vaticana e distribuiti in questi giorni, sono sempre meno gli uomini che scelgono di indossare il collarino bianco, tanto che l’aumento di sacerdoti nel mondo – erano 406mila nel 2005, sono 415mila alla fine del 2014 – sembra, per ammissione del Vaticano, “essersi stabilizzato negli ultimi anni” fino a diventare “praticamente nullo” dal 2012.

Il trend emergente, invece, è proprio quello dei diaconi permanenti. Si tratta di figure che esistono sin dalle comunità paleocristiane: le scritture riportano, ad esempio, che era un diacono anche Stefano, il primo martire lapidato a Gerusalemme. A differenza di coloro che sono in formazione per diventare sacerdoti possono avere moglie e figli e il Concilio Vaticano II ha rilanciato il loro ruolo attivo. In tutto il mondo se ne contano 45mila.

In Italia a fine 2014 erano circa 4.200, cinquecento in più rispetto al 2009, e sono una presenza preziosa in particolare nelle aree della Penisola, come il Friuli e il Piemonte, nelle quali non ci sono abbastanza preti per coprire le parrocchie. “Sono i diaconi, in questi casi, ad assicurare una funzione liturgica quotidiana e a restare come punto di riferimento per le comunità”, spiega don Domenico Dal Molin, direttore dell’Ufficio vocazioni della Cei. Possono celebrare matrimoni e battesimi, presiedono le liturgie in assenza dei sacerdoti ma senza la consacrazione del pane e del vino, l’unico rito, insieme alla confessione, dal quale sono esclusi. “Sarebbe sbagliato però considerarli solo assistenti liturgici” precisa Dal Molin. Dagli uffici Caritas alla pastorale per i laici, ai diaconi la Chiesa chiede infatti una testimonianza di fede e una missione operativa tra la gente. Anche perché, esaurita l’ondata post sinodale, la nuova generazione ha un’età media che si aggira tra i 45 e i 55 anni, ha un lavoro e una famiglia. Tanto che solo 42, tra i diaconi permanenti italiani, sono celibi e secondo il diritto canonico sono tenuti a restare tali. “Quando un uomo decide di iniziare il cammino di formazione, la famiglia deve essere protagonista della sua scelta e diventa partecipe anche nel rito di ordinazione”, spiega don Domenico Dal Molin.

È la frontiera più avanzata nell’apertura al celibato, un tema che è stato congelato pochi giorni fa dal cardinale Piero Parolin. “Una riforma in questo senso non è al momento all’esame del Papa”, ha detto il segretario di Stato vaticano, rigettando l’ipotesi che l’apertura ai sacerdoti sposati possa essere una strada per contenere il calo delle vocazioni: “Non mi pare che tra gli anglicani, dove il celibato è facoltativo, si registrino tendenze diverse: l’emergenza è piuttosto legata a questioni demografiche”.

Una tesi che il Vaticano rilancia anche nel commentare i dati forniti dagli annuari: “Appare quasi ovvio che lo sviluppo della Chiesa nel mondo non possa prescindere da quelle che sono le tendenze di fondo nello sviluppo planetario”. E quindi: Europa poco dinamica, che ospita quasi un quarto della comunità cattolica mondiale ma che in un decennio registra un aumento di poco più del 2 per cento; Africa che, al contrario, segna un incremento di cattolici pari al 41 per cento, di gran lunga superiore al ritmo di crescita della popolazione che si è attestata sul 23 per cento.

In totale, i cattolici nel mondo al 31 dicembre 2014 sono un miliardo e 272 milioni, il 17 per cento della popolazione mondiale. Sono aumentati di circa cento milioni in dieci anni, ma soprattutto, a causa del calo delle vocazioni, è esploso nello stesso periodo il carico pastorale rappresentato dal numero di battezzati per ogni sacerdote. I diaconi possono essere una soluzione? In America ce n’è uno ogni 4 preti, in Europa uno ogni dodici. Una presenza che, sottolinea il Vaticano, ancora “non incide in modo significativo” ma sembra esprimere una “vivace dinamica” nella diffusione della fede.

*larepubblica

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