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Castellammare di Stabia

Il Tribunale del Lavoro di Catania rigetta il ricorso di alcuni dipendenti della Società Interporti Siciliani

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“Abbiamo diversi dubbi” su gestione della società e somme erogate, scrive il M5S dopo la sentenza del Tribunale. Interviene anche la Ugl di Catania.

“Gestione poco chiara e somme (probabilmente non dovute) erogate per anni. Sulla Società interporti siciliani abbiamo diversi dubbi. Che abbiamo denunciato da tempo e in tutte le sedi – dichiara sulla rispettiva pagina Fb il deputato regionale siciliano dei 5stelle Luigi SunseriLo stesso Musumeci (che oggi ha ricapitalizzato la società) qualche anno fa, al mio posto, dichiarava: “…il Governo dovrebbe far luce sulle zone d’ombra sulla società Interporti e sospendere ogni attività di finanziamento […] affinché si verifichi la corretta gestione della società alla luce di varie denunce di tentativi di condizionamento mafioso. Adesso vogliamo chiarezza sui documenti contabili della partecipata! Vogliamo sapere di chi sono le responsabilità”.

La Società degli Interporti Siciliani S.p.A. (SIS S.p.A.) di cui sono azionisti: CCIAA di Palermo, Enna, CCIAA di Catania, Ragusa e Siracusa, AST S.p.A., Regione Siciliana, Comune di Termini Imerese; è una società di scopo, costituita nel 1995, per la realizzazione delle infrastrutture interportuali in Sicilia e, in particolare, l’Interporto di Catania e l’Interporto di Termini Imerese, così come definiti dalla legge 4 agosto 1990 n. 240 “Interventi dello Stato per la realizzazione di interporti finalizzati al trasporto merci e in favore dell’intermodalità”.

“La decisione del Tribunale del lavoro di Catania che rigetta il ricorso di alcuni dipendenti della Società Interporti che reclamavano i superminimi, certifica che avevamo ragione su una gestione amministrativa poco chiara per via commistione pubblico/privata della società stessa. Questa sentenza rilancia quanto denunciavamo da mesi con interrogazioni e altri atti ufficiali sulle presunte opacità gestionali della Società Interporti Siciliani” Continua il deputato regionale del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Bilancio all’Ars a commento della sentenza della sezione Lavoro del Tribunale di Catania che rigetta il ricorso di alcuni lavoratori della della Interporti Siciliani.

La società aveva dapprima concesso e poi sospeso superminimi ai dipendenti. Nello specifico il deputato Ars aveva anche audito gli amministratori.

“Già lo scorso autunno in Commissione Bilancio – spiega Sunseri – abbiamo ricevuto risposte tutt’altro che soddisfacenti anche sul fronte della gestione interna da parte della dirigenza: Avremmo voluto capire ad esempio, come mai i dipendenti dal 2011 continuavano a ricevere superminimi sullo stipendio per l’espletamento di commesse che nel frattempo erano state abbondantemente completate. Auspichiamo che da parte della Regione Siciliana – conclude Sunseri – possano essere intensificati i controlli su aziende di natura pubblico/privata, i cui costi ricadono ovviamente sulle tasche dei contribuenti siciliani”.

Intanto il 1° ottobre dello scorso anno, l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture Marco Falcone, incontrando i giornalisti a Catania a margine di un sopralluogo in alcuni cantieri di Rfi lungo il Passante ferroviario  aveva annunciato “Oggi è una giornata importante per la Società degli interporti siciliani perché il governo Musumeci ricapitalizzerà da qui a qualche ora questa società, che era diventata l’emblema di un carrozzone. Noi riteniamo invece che possa fare un salto di qualità”.

La Sis – Società interporti siciliani aveva avuto quattro amministratori in quattro mesi. A febbraio 2018 era andato via Alessandro Albanese. Al suo posto era arrivata Carmen Madonia, che aveva deciso di dimettersi il 18 aprile successivo. Poi era toccato a Benedetto Torrisi, docente universitario: nominato il 30 aprile 2018 , aveva rinunciato all’incarico per ragioni personali nemmeno un mese dopo, il 28 maggio. Passarono quindi altre due settimane di “vuoto” ed ecco arrivare il “secondo”Rosario Torrisi. Quest’ultimo è molto vicino a Forza Italia, nella scorsa legislatura è stato anche consulente del gruppo parlamentare all’Ars. La società si occupa in particolare degli Interporti di Catania e Termini Imerese, attorno ai quali ruotano importanti investimenti.

“Abbiamo mandato in gara – disse allora Falcone, parlando di Catania – il polo intermodale, ben 39 milioni di euro, stiamo mettendo a bando 2 capannoni da seimila metri quadrati ciascuno ed una piattaforma da circa 200 stalli. Questo servirà a tutti i grossi autotrasportatori che potranno avere anche una zona di sosta proprio perché l’interporto possa rappresentare una retroportualità anche per le zone economiche speciali, le cosiddette Zes, quindi a servizio dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale”.

Sulla vicenda è adesso intervenuta anche la Ugl con un comunicato ““La sentenza del Tribunale di Catania, sezione lavoro, sulla vertenza dei “superminimi” erogati nel 2013 ad alcuni dipendenti della Società degli interporti siciliani, ristabilisce finalmente un principio di equità e di giustizia sociale, rappresentando peraltro un pronunciamento pilota sulla materia, da tempo oggetto di dibattito all’interno delle partecipate in Sicilia e non solo.”

Lo dice Giovanni Musumeci, segretario generale territoriale della Ugl di Catania, sindacato che già in diverse occasioni ha segnalato come l’attribuzione di questi emolumenti aggiuntivi avvenisse in modo non conforme alla normativa vigente. “Senza nulla togliere al sacrosanto diritto di ogni lavoratore di percepire la giusta paga e gli incentivi eventualmente concordati, abbiamo sempre ritenuto il “superminimo” un’anomalia. Anche perché, nel passato, di questa forma particolare di incentivo è stato fatto un abuso nelle partecipate a qualunque livello, portando il costo del lavoro complessivo a livelli esorbitanti, rispetto alle reali capacità produttive delle aziende. Con il dettato dei giudici catanesi – evidenzia Musumeci – si apre quindi uno scenario di non poco conto, considerato che ad esempio nel caso specifico si riferisce a “superminimi” di un’annata ben definita, ma ci sono altri riconoscimenti riferiti ad anni precedenti che ancora oggi risultano attivi. Questo potrebbe rappresentare un sostanzioso danno erariale per le casse della Sis, che a nostro avviso dovrebbe immediatamente bloccare ogni “superminimo” e iniziare a recuperare quanto indebitamente versato dal 2014 ad oggi. Confidiamo quindi in una pronta risposta sulla questione da parte dell’amministratore unico della Società degli interporti siciliani e del 6° servizio “Partecipazioni” del Dipartimento regionale dell’Economia, connessa al rispetto di quanto stabilito dal Tribunale con questo storico verdetto. Come Ugl – conclude il segretario – saremo come sempre vigili ed attenti, perché la legalità e la buona amministrazione siano la guida per il mantenimento e lo sviluppo di una partecipata importante quale è la Sis”.

A

dduso Sebastiano

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