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Castellammare di Stabia

Il sopruso sulle “spiagge pubbliche”: ora ci si mette anche un Sindaco

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Da sempre i cittadini sono abituati a lottare, oddio, diciamo a subire perché di otta non se n’è mai vista nemmeno ‘ombra, solo lamenti, contro i soprusi perpetuati sulle spiagge pubbliche da vari lestofanti, ma ora ci si mette anche un Sindaco, ed è troppo!

Si può tranquillamente dire che, da che esistono le spiagge ed i bagnanti, esiste anche la battaglia tra i cittadini e lestofanti vari che con vari escamotage ed a vario titolo, provano ad appropriarsi di un bene pubblico e/o ad approfittare di una qualche licenza che hanno ottenuto del tipo, ad esempio, di quella dei “concessionari per la pulizia” che possono si ANCHE affittare sdraio e ombrelloni, ma solo a chi lo richiedesse e non tramutarlo in un obbligo per tutti come spesso accade.

Come si vede, e come si sa, di LESTOFANTI che provano ad approfittarsi di un bene di proprietà pubblica, nello specifico del Demanio marittimo e quindi sotto la gestione delle Capitanerie di Porto e non di altro chicchesia, ce ne sono sempre troppi.

Mancava solo addirittura un Sindaco, massima espressione dell’amministrazione di beni pubblici e della cura del rispetto delle leggi nel suo territorio, ed ora possiamo dire di averle viste tutte anche se siamo certi che la realtà non mancherà di allungare l’elenco di questi “lestofanti”.

E noi ce ne occuperemo se non altro per additarla alla pubblica gogna come meritano.

Ma ora i riflettori sull’abuso che si fa di un bene pubblico sono puntati sul Sindaco di Vico Equense che ha pensato bene di farsi “padrone” delle spiagge pubbliche esistenti sul suo territorio e non, a sua volta, “gestore” su delega della Capitaneria di Porto locale che è l’unica ad averne diritto di proprietà diretta tant’è che la legge stabilisce e chiarisce che

“ La pulizia delle spiagge libere è a carico del Comune, o del concessionario se affidata come spesso accade a soggetti privati. Se è sporca si può inviare una segnalazione o un esposto circostanziato ai soggetti responsabili: Comune di appartenenza o Capitaneria di Porto competente per territorio”.

Questo, come si deduce con chiarezza NON è “diritto di proprietà” ma “dovere di gestione” nell’interesse di tutti tant’è che, in caso di abuso o inettitudine, si può ricorrere al Comune o direttamente al “proprietario” e cioè: la Capitaneria di Porto locale.

A Vico, chiaramente, è saltato un dente, quello del comune, che si deve essere cariato e quindi, come tale, duole ai cittadini e, sempre come tale, va curato alla radice o estirpato

Ciò premesso e chiarito, veniamo, per l’appunto, all’abusato, all’abuso e all’abusante del momento che, nello specifico, sono le spiagge libere di Vico Equense (e per estensione e confine, stabiesi) ed il neo abusante anzi, il recidivo abusante, il sindaco di Vico, Andrea Buonocore.

Infatti la vicenda di cui trattiamo ora non è affatto nuova, e quest’anno, sulla stessa, è in corso una polemica che va avanti sin dal maggio scorso quando, con un comunicato/ordinanza il poco eccelso primo cittadino di Vico Equense mostrava, ancora una volta, la corda del suo poco rispetto per le leggi, nello specifico di quelle che definiscono e proteggono un “bene pubblico” e ne dettano le norme di gestione ed uso.

Questi, con una sua sortita, ha annunciato, nuovamente, un’ordinanza tesa a riservare le spiagge pubbliche che cadevano sotto la propria gestione, solo ai residenti in barba alla legge che NON gli da diritto di proprietà assoluta e quindi di gestione privatistica ma, bensì, il “DOVERE di curarle per TENERLE PULITE in modo da poter essere civilmente e salubremente usufruite, LIBERAMENTE, da TUTTI” e non solo di alcuni, fossero anche i suoi stessi cittadini che, a dire il vero, nella civiltà che li distingue, sono stati i primi a lamentarsi e ad insorgere contro questo palese abuso di potere, come si dice oggi, appropriazione con destrezza, come di fatto è.

All’insorgere della protesta il sindaco Andrea Buonocore, ha provato a metterci una pezza che, al solito, nulla risolve ed è peggio del buco visto che lo fa aggiungendo e specificando che gli arenili del proprio Comune saranno aperti anche agli ospiti delle strutture ricettive così come ai proprietari di seconde case che sorgono sul territorio cittadino.

E ci mancherebbe anche che non lo fossero state.

Ma restano gli altri.

Cittadini di quella stessa Repubblica che, con le sue disposizioni, gestiscono ogni cosa e danno ai cittadini la possibilità di scegliere un proprio fiduciario che gestisca le proprie proprietà comuni (comunali) per loro conto ed in loro nome, e per questo lo pagano come giustamente viene pagato “qualsiasi dipendente” che, solo in virtù di questa “assunzione”, con relativo regolare pagamento, non è che può appropriarsi e farsi lui padrone del tutto dimenticando persino che è lui a dover omaggiare i propri cittadini che, da veri ed unici padroni, li lo hanno messo solo per BEN e CORRETTAMENTE gestire i loro beni, e non per farsene abuso o unicamente benefit pro domo sua.

Fatto sta che ora l’ordinanza esiste ed è partita in barba ad ogni legge e dovere di chi per primo dovrebbe rispettarle e farle rispettare: un Sindaco.

Nella fattispecie, il sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore, e si tratta di un’ordinanza che rispecchia quella che aveva firmato a fine maggio del 2020, quando le spiagge tornavano a popolarsi in virtù dell’allentamento delle misure imposte per il primo lockdown da parte del governo Conte.

Ed allora ecco che le “Spiagge pubbliche” Pezzolo, Calcare e Postali, venivano affidate in gestione ai cosiddetti “gestori dei lidi” il cui dovere primario è quello di garantire la pulizia delle spiagge e la vigilanza sulle stesse.

Solo in seconda battuta possono ANCHE fornire, a pagamento, sdraio, lettini ed ombrelloni a pagamento solo a chi NE FACESSE RICHIESTA, e non rendere la cosa obbligatoria.

A vico Equense, invece di vigilare su questo, il Sindaco, approfittando del’’emergenza covid, come in tanti hanno fatto in vari campi e settori, ha aggiunto e puntualizzato, giustamente in questo, che la vigilanza andava estesa anche sul distanziamento interpersonale assegnando le postazioni solo su prenotazione.

Gli stessi concessionari dovranno anche preoccuparsi della sanificazione delle attrezzature da mare “eventualmente” fornite ai bagnanti.

E fin qui, come detto, tutto bene e tutto nei limiti, anzi nei doveri, del suo “mandato d’assunzione” in Comune a seguito di libere elezioni.

Ma poi la cosa, come già detto, ha cominciato a degenerare come un dente marcio e, in verità, ha fatto il primo capolino nell’estate 2020, quando erano previsti anche due turni, uno dalle 7 alle 12 e l’altro dalle 12.30 alle 19 ed ora sono alla base del dispositivo per quest’anno ed infatti è lo stesso Buonocore a dire, a chiarimento, che:.

“L’anno scorso abbiamo sperimentato un provvedimento che ha trovato consenso nella comunità. Vogliamo continuare su questa strada, anche perché da più di una settimana siamo Covid free e se da un lato c’è un senso di sollievo, dall’altro avvertiamo la necessità di tenere sempre alta la guardia”.

Peccato che questa guardia alta si è alzata troppo. Come quel pugile che prova ad indossare un pantalone con la cintura che arriva fin sopra la testa, ecco il nostro abusante di turno allargarsi fino ad appropriarsi, pro domo sua, di pezzi di spiagge destinandole SOLO ai residenti, sia pur graziosamente comprendendo, in questi, anche i villeggianti a Vico: e ci sarebbe mancata anche questa.

Una vicenda sulla quale sono intervenuti i tanti, e tra questi anche i vertici di Europa Verde con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli ed responsabili territoriali dell’area sorrentina e stabiese Antonino Esposito ed Elena Marini che così hanno stigmatizzato la cosa:

“Un’ordinanza comunale che viola il diritto del cittadino.
Il mare va garantito a tutti, con maggiori controlli si possono far rispettare le norme di sicurezza anche sulle spiagge.
Crediamo che si possano trovare soluzioni alternative per garantire la sicurezza e la corretta fruibilità delle spiagge e del mare che sono beni preziosi e disposizione di tutti.
Limitarne l’accesso è invece un soluzione che va contro la morale ed i diritti del cittadino”.

Ed allora ecco il signor Sindaco pronto a replicare e precisare che:

Vico Equense da sempre ha fatto della accoglienza e dell’ospitalità una regola:
Tutti possono venire a fare il bagno. I nostri lidi sono aperti a tutti.
Solo che riserviamo alcuni tratti di spiagge ai cittadini residenti”.

E la cosa mi fa tornare in mente la barzelleta di quello che dice:

“io razzista? Ma proprio per niente! E’ lui che è negro!

Sic!

In conclusione possiamo solo dire che i cittadini si trovano a dover subire l’ennesimo furto e sopruso da parte di chi, da questi, vuole trarre sussistenza, solo che questa volta, visto che stiamo parlando di Demanio Pubblico sul quale il Comune dovrebbe vigilare e non speculare, l’unica cosa che resta da fare e di elevare protesta al primigenio ed unico, vero, proprietario del bene: la Capitaneria di Porto locale alla quale, in primis, si può ricorrere per far eliminare un evidente abuso e sopruso.

Poi ricordiamo, che c’è anche la Magistratura. Ma questo solo poi se non altro anche per rispetto dei vari poteri e quindi gerarchie che vedono in cima alla catena di gestione il proprietari unci che, ripetiamo, sono le Capitaneria di Porto locali.

Vico Equense, Spiagge libere – Il sopruso sulle “spiagge pubbliche”: ora ci si mette anche un Sindaco / Stanislao Barretta / Cronaca dalla Campania


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