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Castellammare di Stabia

Il sindaco Cimmino e la decisione dell’incarico per la questione Terme

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Il primo cittadino difende e spiega le motivazioni che hanno indotto la Giunta a decidere di incaricare un tecnico per un Piano di fattibilità per le Terme

Il sindaco Cimmino e la decisione dell’incarico per la questione Terme

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astellammare di Stabia – Immediata la reazione del sindaco Gaetano Cimmino, dopo le contestazioni delle opposizioni per quanto deciso dalla Giunta comunale in relazione alla questione Terme.

Abbiamo riportato nei giorni scorsi, in due diversi momenti, le motivazioni che hanno indotto i consiglieri comunali di opposizione, Tonino Scala di Liberi e Uguali e Francesco Nappi del Movimento 5 stelle, a proposito di detta delibera che stabilisce di affidare a un professionista l’incarico di redigere un piano di fattibilità tecnico economico relativo alla valorizzazione del Parco termale di Castellammare.

In buona sostanza, in maniera e modi differenti i due consiglieri sostengono, tra l’altro, che uno studio di fattibilità deve partire da un’idea di fondo che purtroppo manca.

Da subito Cimmino precisa di voler mettere ordine là dove c’era confusione, non accettando lezioni da nessuno e soprattutto da chi nel passato recente è stato responsabile “della chiusura degli stabilimenti prima e subito dopo il fallimento della società”.

Il primo cittadino chiarisce che la decisione assunta dalla Giunta comunale “è finalizzata alla propedeutica individuazione di tutti i necessari elementi atti a favorire la partecipazione di operatori economici nella forma del partenariato pubblico privato (P.P.P.) e, quindi, anche con l’intervento di risorse finanziarie pubbliche, il tutto a mezzo di preliminare predisposizione di bando”.

Tornando alle responsabilità delle passate amministrazioni, Gaetano Cimmino sostiene che chi ha governato la città prima della sua elezione, ha agito senza nessuna visione strategica disattendendo quelle che potevano essere le aspettative e senza saper intercettare i privati.
Fa dunque riferimento alle ultime scelte che “furono oggetto di denuncia e di successive indagini da parte delle forze dell’ordine”.
Va giù pesante il primo cittadino accusando il centrosinistra di “non aver prodotto alcun risultato, ha chiuso e fatto fallire, ha licenziato e cacciato dall’aula consiliare i lavoratori e lo stato di degrado in cui versano gli immobili della Sint è sintomatico di tutto il disastro che ha creato”.

L’unica strada dunque percorribile, aggiunge, quella di uno studio di fattibilità per mettere al centro lo stabilimento delle Antiche Terme, con l’auspicio di partecipazione dell’imprenditoria sana.
Senza uno studio di fattibilità, è la teoria di Cimmino, non è possibile procedere a nessun tipo bando di gestione delle Terme.

“Vanno forniti agli operatori tutti gli idonei elementi al fine di poter far pervenire una concreta ed effettiva proposta”.

Occorre una inversione di marcia rispetto al passato per evitare di continuare ad agire con approssimazione e superficialità, è la conclusione del primo cittadino che aggiunge, nella sua nota inviata alla stampa che “Solo all’esito di una dettagliata analisi e del preventivo studio di fattibilità
si potranno individuare gli aspetti salienti da porre a base del confronto concorrenziale pubblico e valutare le proposte che perverranno”.

Due differenti visioni: studio di fattibilità che deve avviarsi dopo aver elaborato e deciso le linee guida è quanto sostengono i due consiglieri di opposizione e studio di fattibilità da cui devono scaturire idee e proposte è il pensiero della maggioranza di governo cittadino.

Da qui un nostro modestissimo parere, ovvero l’opportunità di limitare al massimo confronti e discussioni a distanza ma trovare momenti di confronti, riflessioni e discussioni all’interno di contesti collettivi istituzionali e no.
Giovanni Mura

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