Si chiude il girone di andata della Juve Stabia senza sconfitte. Contro la Virtus Francavilla le Vespe rispondono con Paponi al vantaggio iniziale di Partipilo
PODIO
Medaglia d’oro: a Daniele Paponi, al nono timbro stagionale. Solita gara solida, essenziale ma anche di qualità per il numero 10 delle Vespe, decisivo nel rimettere a galla la Juve Stabia. Se tre giorni fa, contro il Matera, Paponi era stato decisivo in versione rifinitore, nel pomeriggio brindisino il Papo torna goleador, trasformando senza incertezze il calcio di rigore procurato da El Ouazni (ottimo ingresso in campo il suo). Pressione costante sulla difesa della Virtus Francavilla, quella di Paponi, che nel primo tempo era andato vicino alla rete prima con un bel destro volante e poi con una pizzicata di testa, ben sfruttando gli inviti di Carlini e Calò. Garanzia.
Medaglia d’argento: a Magnus Troest, pilastro della difesa stabiese. Se il palazzo gialloblù vacilla ma senza riportare danni al cospetto di un Francavilla vivace e di un fastidiosissimo vento, fondamentale è l’apporto delle fondamenta danesi, ovvero di Troest. Altra prestazione impeccabile del centrale gialloblè, praticamente perfetto in ogni intervento e pulito in ogni chiusura. Poco da analizzare, paradossalmente, nella gara di Troest per la rapidità con cui, ad ogni azione, il nordico centrale si libera degli avversari, conquista palla e la restituisce alle fonti del gioco della Juve Stabia. Pur non essendo di sua competenza, quindi lontano dall’azione, per poco il 20 delle Vespe non riesce a mettere una pezza sulla rete di Partipilo. Iceman.
Medaglia di bronzo: a Giacomo Calò, riaccesosi dopo qualche gara di penombra. Segnali incoraggianti per il giovane regista della Juve Stabia, che torna a prendere per mano la squadra con le sue geometrie. Il 5 dispensa con precisione palloni senza dimenticare la fase di copertura e di assistenza alla difesa: assoluto padrone delle palle inattive, Calò pesca sempre la testa dei suoi compagni che però non trovano il guizzo per bucare Nordi. Se è insidioso il calcio di punizione fotocopia di quello insaccato con la Casertana con cui Calò va vicino alla rete, perfetto è il tocco ad innescare El Ouazni, poi trattenuto in area dal suo diretto marcatore. Ispirato.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Lino Marzorati, che incappa in un pomeriggio opaco. Prima vera prestazione al di sotto della sufficienza da quando il centrale scuola Milan veste la maglia della Juve Stabia. Il 19 soffre la velocità e l’imprevedibilità di Partipilo, cui non riesce a prendere le misure, lasciandosi beffare dal 10 pugliese in occasione della rete dei padroni di casa: apparentemente in vantaggio, Marzorati perde il tempo dell’intervento difensivo, probabilmente non aiutato anche dal forte vento. Eccezione in un campionato di assoluto valore.
Medaglia d’argento: a Bruno Vicente, ancora una volta non incisivo. Solita costante delle gare del brasiliano sono gli interventi fallosi e la relativa ammonizione rifilata all’8 delle Vespe dal direttore di gara. Poca la qualità del centrocampista brasiliano, che in compenso si fa sentire sulle caviglie degli avversari. Se nello scorso gennaio il suo arrivo aveva dato la svolta al centrocampo della Juve Stabia, la sosta del prossimo gennaio sarà utile per recuperare il brasiliano, al momento lontano dagli standard della scorsa stagione.
Medaglia di bronzo: a Fabrizio Melara, impantanato su un terreno a lui non adatto. Inevitabile che a risentire di più del terreno “di gioco” pesante e fangoso dell’impianto di Brindisi sia stato l’esterno stabiese, che fa della qualità palla a terra la sua dote migliore. Un guizzo, al solito, di tecnica pura, nella gara di Melara che si eclissa sulla distanza, fino a toccare pochissimi palloni nella ripresa.