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Il Podio Gialloblu di Pordenone – Juve Stabia 3 – 0

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La Supercoppa di Serie C va al Pordenone che, con merito, supera con un netto 3 – 0 la Juve Stabia. Le Vespe salutano con una sconfitta una stagione che resterà negli annali del calcio stabiese

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Medaglia d’oro: alla macchia gialloblu che ha invaso gli spalti del Bottecchia. Ancora una volta, come sempre, encomiabili i tifosi dell Juve Stabia, arrivati a Pordenone da ogni parte d’Italia. Trasferta che è valsa quale assaggio, anche geografico, di Serie B e che ha dato la possibilità a tanti stabiesi del Nord di salutare la squadra schiacciasassi del girone C. A rendere, oggi, la Curva Sud emigrata in Friuli esempio in un calcio spesso malato, la passione ed il tifo incessante dello sciame gialloblu, mai domo nemmeno dopo la terza rete dei Ramarri. Festa doveva essere e festa è stata a prescindere dalla conquista del trofeo, con i sostenitori della Juve Stabia perfettamente a interpretare a vivere lo spirito della giornata di oggi. Unici.

Medaglia d’argento: a Paolo Branduani, sì avete letto bene. Una disattenzione, arrivata in una gara già incanalata verso i colori neroverdi, nulla può togliere all’ennesima prestazione monstre del portiere delle Vespe. Dal 20esimo secondo di gioco fino a mezz’ora dal termine della gara, Branduani ribatte in ogni modo i tentativi del Pordenone. Respinte, uscite basse e alte, palle bloccate: il 26 della Juve Stabia gonfia il petto e mostra ancora di essere il miglior portiere della categoria. Se non fosse stato per lui, probabilmente, la gara avrebbe avuto poco da dire ben prima. Una goccia, il suo errore, in un oceano di grandissimi interventi arrivati senza sosta per nove mesi. Un errore che rende il Super Man gialloblu umano. Clark Kent.

Medaglia di bronzo: a Luigi Canotto, trottolino della fascia sinistra. Il 18 è il più in palla nello schieramento di Caserta, apparendo come la sfera impazzita ed incontrollabile di un flipper. Le sortite dell’esterno vengono costantemente lette con difficoltà dalla difesa del Pordenone, evidentemente non a conoscenza delle peculiarità dell’ex Trapani. Dopo una delle sue folate, Canotto innesca il contatto con un difensore avversario, per un penalty che pareva essere alquanto netto. Al di là degli episodi, stagione chiusa con ottimo piglio. Testarossa.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: all’approccio alla gara che ha condannato le Vespe. L’inizio di gara privo del consueto mordente, unito ad un Pordenone obiettivamente superiore quest’oggi ed ai tanti indisponibili gialloblu, ha messo da subito in salita la gara della Juve Stabia. Comprensibilmente all’ultima gara di una stagione incredibile, le pile possono essere in parte scariche e la squadra di Tesser ne ha approfittato sfruttando tra l’altro il fattore campo nel match decisivo. Fortunatamente, le rimonte da sogno della Juve Stabia sono andate in scesa in campionato, dove davvero contava vincere.

Medaglia d’argento: alla difesa, mai in grado di arginare le offensive del Pordenone. Inevitabile che l’incerottatissima retroguardia della Juve Stabia potesse incontrare difficoltà contro una compagine di qualità come quella avversaria. Due terzini non di ruolo, e schierati per necessità in posizioni diverse da quelle naturali, e i due centrali, titolari ma in campo per una stagione intera ad annientare gli attaccanti rivali, non sono bastati a fermare il Pordenone, anche a causa della lampadina di tutta la squadra, quasi mai accesa.

Medaglia di bronzo: al centrocampo stabiese, nella sua totalità. La mediana della Juve Stabia, nonostante i tanti interpreti del ruolo visti in campo oggi, non è stata in grado di innescare l’attacco gialloblu, andando in apnea già nella prima frazione di gioco. Come detto poc’anzi, poco male: quando era in gioco l’obiettivo primario, la Juve Stabia è stata perfetta. Si chiude una stagione da incorniciare e per cui, a tutte le componenti, vanno i nostri enormi ringraziamenti.

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