Il ritorno alla vittoria della Juve Stabia sfuma sul più bello. L’errore nel finale di Marzorati regala il pareggio al Rieti di Ezio Capuano
Medaglia d’oro: a Paolo Branduani, l’alieno della Juve Stabia. Prestazione griffata da due interventi mostruosi da parte del portiere delle Vespe, entrambi nel primo tempo. Il primo miracolo del 26 strozza in gola l’urlo del gol a Gondo, il cui destro angolato viene deviato in corner da Branduani; dal corner successivo nasce la micidiale ripartenza di Canotto, quindi intervento doppiamente importante. La seconda parata di Branduani è, forse, ancor più bella e difficile, con l’estremo difensore a volare sulla conclusione potente e angolata di Marchi. Il portiere più forte del campionato difende le porte del Menti, se qualcuno avesse ancora dubbi. Fantascientifico.
Medaglia d’argento: a Luigi Canotto, che illude con la sua rete la Juve Stabia. L’esterno della Juve Stabia torna al gol personale dopo sei mesi. Degna di fuga per la vittoria il coast to coast con cui Canotto, inseguito come il nemico pubblico numero uno da tutta la difesa laziale, infilza la difesa del Rieti agli sgoccioli della mezz’ora di gioco. Velocità, forza e lucidità per il 18 gialloblu, chirurgico nel beffare Marcone con il destro che lentamente si accomoda in rete facendo esplodere il Menti. Un lampo che può finalmente illuminare la stagione di Canotto, limitato a lungo dall’infortunio rimediato nel derby di andata con la Casertana. Prova a prendermi.
Medaglia di bronzo: a Max Carlini, semplicemente la luce della Juve Stabia. Lo abbiamo detto più volte in questa stagione; è l’ex Reggiana l’architetto che costruisce i ponti dove viaggiano i punti delle Vespe. Gara superlativa, per quantità e qualità, di Carlini, che appare l’unico a mantenere davvero la calma nella gestione del pallone, che invece sembra scottare tra i piedi dei compagni. Salta l’uomo, resiste ai contrasti, vede linee di passaggio invisibili per gli altri ventuno in campo: il Conte Max è il calciatore totale. Sua, tra l’altro, la giocata più bella del match: la rovesciata autoprodotta, con palla che si stampa sul palo. Luci d’artista.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Lino Marzorati, il cui ennesimo errore costa due punti pesantissimi alla Juve Stabia. Prestazione zeppa di errori ed imprecisioni per l’ex Prato, che culmina con la palla persa all’ultima azione di gioco ed al conseguente pareggio da doccia gelida di Gondo. Secondo orrore consecutivo per Marzorati, dopo quello che aveva consegnato a Lodi il rigore della vittoria di Catania. Crollato fisicamente e psicologicamente nel momento decisivo della stagione e puntualmente nelle partite fondamentali.
Medaglia d’argento: a Luigi Viola, poco incisivo nel match. Prima da Capitano non del tutto brillante per il 15 delle Vespe, che ha difficoltà nel trovare la posizione ideale ed a mescolare le giocate personali con le fasi della gara. Non mancano, al solito, impegno, corsa e dinamismo.
Medaglia di bronzo: a Fabrizio Melara, che gioca con troppa flemma. Prestazione senza errori da matita blu per l’ex Benevento, che però non sorprende mai la difesa ospite con le sue giocate. Qualche corner guadagnato e qualche palla persa per il 7, meno positivo rispetto a otto giorni fa.