Vittoria di importanza capitale per la Juve Stabia, che supera di misura la Reggina in quella che sembrava essere una giornata maledetta: decisivo il giovane Luca Germoni
PODIO
Medaglia d’oro: ad Adriano Mezavilla, il condottiero del Romeo Menti. Prestazione gigantesca del 34 della Juve Stabia, che sfodera una partita di grandissimo spessore. Nei primi venti minuti Mezavilla copre praticamente ogni zona del centrocampo, andando anche in pressing sui portatori di palla calabresi; dopo l’uscita di Marzorati, Adriano si accomoda al centro della difesa non facendo sfiorare palla all’ex di giornata Baclet. Nella ripresa, dopo aver strozzato l’urlo di Doumbia con un salvataggio sulla linea prodigioso, il 34 quasi trascina fisicamente la Juve Stabia alla vittoria. Proiezione in campo di Caserta, la sensazione è che, ora che la palla pesa e la pressione aumenta, sarà difficile tener fuori, anche alla luce della sua duttilità, il buon Adriano. Più determinante di 8 anni fa: il che è tutto dire. Cristo Redentore.
Medaglia d’argento: a Luca Germoni, l’eroe di giornata. Partita da favola per il terzino sinistro scuola Lazio, chiamato a rilevare un colosso come Troest (con Allievi dirottato al centro). Primo tempo pimpante ma senza spunti per Germoni, che entra in campo nella ripresa con l’argento vivo addosso. Germoni spinge in continuazione sulla sinistra, mettendo pressione costante alla Reggina; non contento il 23 si fionda sul cross di Elia con il colpo di testa che si stampa sulla traversa. Gara audace di Germoni, quindi premiata dalla fortuna: il suo cross dalla sinistra trova la fortunosa deviazione che regala i tre punti alle vespe. Per la Juve Stabia è come la Red Bull: mette le ali.
Medaglia di bronzo: a Max Carlini, sempre con la lampadina accesa. La sensazione diventa sempre più concreta certezza: contro qualsiasi avversario e con qualsiasi modulo, la Juve Stabia non può fare a meno del proprio Conte dal sangue gialloblù. Carlini alterna carezze e schiaffi al pallone, coccolandolo con controlli sublimi e sventagliandolo per i movimenti dei compagni di squadra. Dopo il rigore sbagliato da Paponi, sono le giocate di Carlini a tenere a galla le Vespe, colpite dall’errore del 10. Astuto come Lupin nel rubare palla all’avversario, il suo assist perfetto per poco non dà a Paponi l’occasione del riscatto. La ripresa ed i minuti che corrono non sembrano intaccare la sua resistenza. Genio della lampada.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: all’errore dagli 11 metri di Daniele Paponi. I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli: il coraggio non manca al 10 delle Vespe, indomito nel conquistarsi il rigore, ma impreciso dal dischetto forse anche a causa del vento. Errore pesante, che sembra avere ripercussioni ancor più pesanti sul morale della Juve Stabia. Dopo il penalty sbagliato, anche Paponi esce psicologicamente dalla gara per rientrarci solo nel forcing finale che porta alla vittoria. Probabilmente, come è sacrosanto che sia, il Papo ha bisogno di riposare per ritrovare lucidità fisica e mentale.
Medaglia d’argento: a Giuseppe Torromino, ancora versione sbiadita di Hulk. Priva di spunti incisivi la gara dell’ex Lecce, monotono nel tentare sempre la stessa giocata (finta per accentrarsi) regolarmente stoppata dall’avversario. Che il 25 sia (ancora) non integrato fisicamente e tatticamente nella dimensione Juve Stabia, lo conferma la musica totalmente cambiata con l’ingresso in campo di Elia (ancora versione spacca gara) proprio per Torromino. Il dubbio che si sta facendo strada riguarda la posizione in campo del calciatore crotonese ferma restando la condizione da trovare, sicuri che il 25 sia un esterno e non il classico centravanti da schierare sotto porta?
Medaglia di bronzo: alla fragilità di Lino Marzorati. Che il 19 sia un calciatore di categoria superiore è fuor di dubbio come testimoniano le sue prestazioni costantemente pulite. A condizionare la stagione dell’ex Prato sono piuttosto le tante noie fisiche che ne minano la continuità: anche oggi ricaduta muscolare al flessore per Marzorati, costretto a lasciare il campo dopo circa quindici minuti. Disavventura che conferma il carattere d’acciaio della difesa della Juve Stabia, bunker anche se orfana dei due centrali titolari.