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Castellammare di Stabia

“Il Muro del femminicidio” a cura del CIF al Circolo della Legalità

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Verso il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne, il Muro del femminicidio per sensibilizzare i cittadini

“Il Muro del femminicidio” a cura del CIF al Circolo della Legalità

Castellammare di Stabia – Una iniziativa, il “Muro del femminicidio”, all’interno del Circolo della Legalità di Castellammare di Stabia, per dire no al femminicidio e condurre la comunità verso il 25 novembre che si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne.

U

n progetto del CIF (Centro Italiano Femminile) che per il secondo anno rende pubblica una capillare ricerca avviata nel 2013, dando notizia di tutte le vittime, dal 2005 a oggi, della violenza dell’uomo sulle donne.

Oltre 900 pannelli, dei 1500 totali, disposti sulle pareti del Circolo, ognuno con la foto della vittima e una sintetica descrizione del come sono state uccise.
51 di questi piccoli pannelli si riferiscono a bambini uccisi dalla violenza maschile in contesti familiari.
Quelli di colore rosso, a indicare le vittime della Campania.

A fornirci queste informazioni le curatrici del “Muro”, due dirigenti del CIF, Pina Scogliamiglio e Claude Persico, alle quali abbiamo posto alcune domande a cominciare dalla finalità dell’iniziativa in atto.

“Noi definiamo questo “Muro del femminicidio”, storie di donne uccise da chi diceva di volerle bene. Questo un luogo visibile e le tante persone, studenti compresi, che sono venuti a farci visita, hanno avuto un impatto emotivo non indifferente, una sensazione di allarme e per tanti, la scoperta di un problema.
Tante micro storie, sconcertanti per indurre a riflettere su un tema importante”.

Non sono fatti sporadici, è stato ancora detto, come dimostrano in numeri, i casi sono tanti e accadono soprattutto quando la donna decide di dare una svolta alla propria vita.

“E’ sicuramente un fatto culturale – hanno aggiunto le due curatrici – va combattuta l’idea del possesso, sconfiggere il sistema patriarcale, un modo differente di concepire il rapporto di coppia che deve cominciare a essere inculcato fin dall’infanzia”.

Diffondere sempre più la tematica e, noi pensiamo, tentare di farlo con la maggiore professionalità possibile, affidandosi a tecnici ed esperti del settore, ma soprattutto pensare a tutte le forme possibili di prevenzione a cominciare dal rapporto con il medico di famiglia, e dunque la sua formazione a tale proposito, alle forze dell’ordine nella loro generalità, alle istituzioni e così via.
La conoscenza e la consapevolezza di quanto è diffusa la violenza contro le donne, nel nostro paese Italia, sta facendo registrare positivi dati rispetto alle denunce, anche se il percorso è pieno di ostacoli, limiti e difficoltà.

“Aspetti che condizionano negativamente la possibilità di denunciare – affermano Scogliamiglio e Persico – è la mancanza di indipendenza economica, la paura di non avere con sé i figli, la famiglia che pesantemente a volte condiziona, l’essere, dopo reiterati maltrattamenti, prive di volontà e dunque non avere la forza di reagire”.

Noi pensiamo che anche altri sono i fattori che determinano la rinuncia alla denuncia come per esempio le tare di tipo religioso pesantemente marcate, il contesto sociale in cui si vive, la mancanza di attività e relazioni sociali.

Le rappresentanti del CIF ci riferiscono, su nostra richiesta, che a livello locale non esistono, o almeno, non si conoscono dati, ma che esistono sufficienti strutture dedicate alla questione della violenza contro le donne.

“Quasi tutte le parrocchie hanno uno sportello di prima accoglienza; l’associazione “Soraqua” ubicato nella sede della Caritas che si occupa di antiviolenza prendendo anche a carico le donne vittime; la struttura antiviolenza inaugurata nei giorni scorsi dall’Amministrazione comunale.
Una nuova struttura – aggiungono – gestita dal consorzio ‘Matrix’ di Gragnano che sostituisce la cooperativa ‘Anchise’ che, fino alla fine della sua convenzione, aveva a carico 80 donne, i cui dossier pensiamo, siano stati passati alla nuova gestione”.

Le nostre interlocutrici ci tengono a sottolineare il ruolo determinante e significativo che sta svolgendo la Polizia di Stato e la loro puntuale formazione per accogliere le donne che a loro si rivolgono per denunciare le violenze subite.
“Per tutte queste strutture esistenti occorrerebbe un coordinamento, una rete e l’ente pubblico protagonista. Purtroppo le istituzioni, per mancanza di fondi e per carenze di organico non sono ancora sufficientemente attrezzate a tale proposito e a volte, quello che emerge, è solo un fatto d’immagine”.

Il 25 novembre si celebra, dunque, la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sicuramente a Castellammare altri sodalizi proporranno iniziativa per sollecitare la comunità a una maggiore attenzione alle tematiche.

Il CIF, il 24 novembre, come ogni anno, posizionerà in villa comunale 73 sedie con le foto di altrettante vittime di violenza da parte dell’uomo, relative all’anno in corso.

Vogliamo concludere questa importante chiacchierata affermando quanto oramai è diffusamente noto. La violenza contro le donne è un problema degli uomini. Non ci sarà mai soluzione se gli uomini non si rendono conto dell’importanza della tematica mettendo nel contempo in discussione, il loro vecchio modo di relazionarsi con le donne.

E le donne cominciare a parlare meno fra di loro, provando a coinvolgere, per quanto evidentemente difficile, più uomini nelle discussioni, nelle riflessioni collettive, alle iniziative.
Giovanni Mura

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