La ricerca del Gallup su speranza, ottimismo economico e felicità premia il Paese sudamericano. La penisola compare tra i dieci peggiori Stati per ogni voce: ultimi nella speranza che il 2016 sia migliore del 2015, terzultimi nelle aspettative economiche e decimi (peggiori) insieme alla Francia per felicità complessiva.
MILANO – Un mappamondo della felicità rovesciato rispetto a quello che ci si aspetterebbe in base al sentore comune: lo disegna il Gallup, istituto di ricerche di mercato, nel tradizionale rapporto su speranza e soddisfazione economica. Un lavoro che premia, per la voce della felicità, un terzetto inatteso: Colombia al primo posto, poi Fiji ed Arabia Saudita. In fondo alla classifica, Iraq, Tunisia e Grecia.
La ricerca è condotta intervistando (telefonicamente, online o direttamente) oltre 66mila persone in 68 Paesi, con un campione nazionale equamente diviso di un migliaio di uomini e altrettante donne. Il periodo di osservazione è tra il settembre e il dicembre 2015. Globalmente, il report dice che la felicità netta (il risultato tra coloro che si dichiarano felici meno quelli che sono infelici) è del 56%. Il dato è frutto di un 66% che si definisce felice (in calo dal 70% del 2014), un 23% a mezza via e il 10% che si dice infelice. Dal punto di vista economico, il 45% del mondo pensa che l’anno appena iniziato sarà migliore dello scorso e il 22% è pessimista.
L’Italia non figura affatto bene: la speranza generale di un 2016 migliore rispetto ai dodici mesi precedenti è da ultimo posto in graduatoria, con un saldo del -37% che indica chiaramente quanto i pessimisti superino gli ottimisti. A seguire, ci sono l’Iraq e la martoriata Grecia. In testa, Bangladesh, Cina e Nigeria. La nazione africana domina invece la classifica sulle prospettive economico, con un saldo positivo del 61%. Anche in questo caso, il Belpaese sfigura: siamo terzultimi (-47%), gli unici che la vedono peggio di noi sono greci e austriaci. Così, nell’indice complessivo della felicità ci ritroviamo nella colonnina rossa degli ultimi dieci, a pari merito con i francesi, con un saldo di ottimismo limitato al 33% (contro, ricordiamo, una media di felicità netta del 56% e una punta dell’85% in Colombia).
Il cronista registra, pur con qualche dubbio. Il periodo di osservazione, ad esempio, è stato denso di eventi. Solo economicamente, si pensi al rallentamento della ripresa, alle mosse delle Banche centrali o al nuovo spauracchio cinese. Ancora, stride la rilevazione con il fatto che gli indici sulla fiducia economica censiti dagli Istituti nazionali ed europei sono da tempo a livelli massimi. Per non parlare di quanto accaduto sul fronte internazionale e della sicurezza, a cominciare dagli attentati di Parigi. In ogni caso, per la Colombia cominci la festa.
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