Il lutto di Napoli che parte dal cuore della città ha il sapore di un addio che non si riesce a dare definitivamente. Perché Napoli è Napoli anche grazie a Diego.
Il lutto di Napoli che parte dal cuore della città: la veglia per Diego
I
l murales dedicato a Maradona, il primo, quello che tristemente è apparso ininterrottamente in tv e sui giornali nelle ultime ore, si trova in via Emanuele De Deo. È il cuore dei Quartieri Spagnoli, all’interno di un piccolo cortile dedicato agli artisti, e ci si arriva dopo una strada in salita, con negozietti di alimentari e tabacchi a destra e a sinistra e i motorini che sfrecciano in entrambe le direzioni.
Via Emanuele De Deo è l’unica delle strade dei Quartieri illuminata nonostante la zona rossa. Trovare il murales è facile anche per chi non ne conosce l’esatta ubicazione: le persone salgono e scendono, e basta mettersi al seguito di un qualsiasi giornalista munito di telecamera per arrivarci.
Ieri sera, prima dei cortei e del flashmob in piazza Plebiscito, nell’aria c’era già l’idea di una qualche programmazione. Gli abitanti del quartiere presidiavano lo spazio antistante al murales e allontanavano i passanti se un giornalista aveva bisogno di spazio per fare una foto o un collegamento in diretta.
Qualcuno spazzava a ridosso del tappeto rosso attorniato dai lumini, lungo la distesa di maglie indossate da Diego nella sua carriera. Ognuna con una rosa poggiata sul numero 10.
Sule finestre al lato del murales qualcuno aveva acceso dei lumini. E le luci erano poggiate anche sui muretti antistanti: una vera e propria veglia funebre per Diego Armando, un cuore che ha smesso di battere nel cuore grande di Napoli.
Il viso del calciatore è stato dipinto su una finestra: immutabilmente chiusa, sembra vegliare sulla sua città anche adesso, perché nessuno riesce a credere che non ci sia più.
Poco distante, un’immagine di Dries (Ciro) Mertens che corre vittorioso in campo. Quasi il segno premonitore dell’omaggio che il calciatore avrebbe fatto quella sera stessa a Diego Armando, deponendo un mazzo di fiori proprio in quel posto alla fine della partita al San Paolo.
Basta dare le spalle al murales per accorgersi dell’enorme striscia nera esposta dall’ultimo al primo piano del palazzo di fronte in segno di lutto. Quando nasce un battibecco perché un’inquilina del condominio richiede di spostarla, si alza un coro di proteste. Dall’ultimo piano, dei ragazzi la spostano in modo che non impedisca alla luce di entrare attraverso i balconi. E tutto torna al chiacchiericcio concitato e al silenzio.
Il segno che Napoli resterà a lutto ancora per molto tempo.
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