Calenda si dice pronto a fondare un partito alleato del Pd: «Gentiloni si proponga come leader di una coalizione»
C
arlo Calenda, il candidato Pd più votato alle Europee con 272 mila preferenze nel Nord Est, in una intervista a Repubblica afferma:
«Siamo Europei può diventare un partito. Io sono iscritto al Pd, lavoro con Zingaretti» e aggiunge:
«Io vedo l’utilità di avere una forza di centro, liberaldemocratica.
Con queste parole Calenda apre la solita porta del frammentismo e dei distinguo ad personam che sono, e restano, il malenero dell’italica ed italiota sinistra o centro-sinistra che sia.
Sarebbe molto importante costruirla, auspica il frammentatore del momento che vuole mettere subito a frutto il consenso personale che ha avuto nel Nord Est, e se nascesse – precisa – darei sicuramente una mano a mettere insieme tre grandi culture, la sinistra, il cattolicesimo democratico e il liberalismo, con un programma comune spiega Calenda negando, ovviamente, di voler fare una scissione:
“Assolutamente no. Non farò niente contro il Pd. Mi muovo solo se lo decidiamo insieme”.
La sinistra, conclude Calenda, ha bisogno di un leader e
“quel leader è Paolo Gentiloni. Dipende da lui volerlo fare, ma rappresenta la forza tranquilla di cui abbiamo bisogno […] però penso che Gentiloni debba fare di più. Si è speso in campagna elettorale ma ora è il momento di farsi avanti, di proporsi come leader di questa coalizione che in parte tocca a lui costruire».
Lascia un commento