Atalanta-Napoli, il giorno dopo: sconfitta che brucia
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istacco Juve: il Napoli perde clamorosamente a Bergamo contro l’Atalanta 1-0, e va a meno quattro dai bianconeri primi in classifica. Sconfitta, quella azzurra, senza eguali: mai gli uomini di Sarri, in campionato, hanno subito così tanto, affrontando un match a testa bassa e senza idee, con prepotenza e superficialità. Un gol di Petagna, al nono minuto del primo tempo, chiude il match prima del previsto: il Napoli, attacca, prova l’affondo ma non è mai in grado di rendersi pericoloso.
GLI UOMINI- Male il centrocampo, con Jorginho e Hamsik che, alla nona partita di fila, sono già in riserva di energie. Meglio Zielinski, che si lascia andare a qualche incursione bella da vedere e pericolosa, eppure spesso includente. Nemmeno l’attacco gira: Milik e Gabbiadini insieme si pestano un po’ i piedi data la confusione generale e l’esigenza di far gol, mentre Callejon, Insigne e Mertens appaiono più un peso per i compagni in campo che una soluzione di qualità in più. Entra, dopo Manolo e Dries, anche Giaccherini che però non si dimostra mai in grado la differenza. Sufficienza solo a Reina e Koulibaly, punto di riferimento di una difesa azzurra orfana di Albiol, ma con un Maksimovic in più. Non bene neppure Hysaj sia in fase difensiva che offensiva. Più propositivo Ghoulam, più volte vicino alla rete.
TRA 10 GIORNI RITORNO AL SAN PAOLO- La sosta arriva al momento giusto: in questi 10 giorni, la squadra, e Sarri incluso, dovrà farsi un esame di coscienza. La Juve si allontana, le avversarie, invece, si avvicinano sempre più. Tra due settimane, ci sarà la Roma. Per ripartire e acquisire quelle sicurezze che sembrano essersi affievolite in pochissimo tempo. L’imperativo, da seguire nei prossimi giorni, è dimenticare ciò che s’è fatto: ripartire da zero, da squadra. Con umiltà e sacrificio. La Juventus è di un altro pianeta, ma non così aliena da vincere lo scudetto già ad ottobre.
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