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el mondo del calcio, uno dei club che incarna questa peculiare combinazione è il Napoli, recente vincitore dello scudetto dopo decenni di attesa. In questo articolo, esploreremo come il clan De Laurentiis, guidato da Aurelio De Laurentiis, abbia dato forma a una strategia calcistica e di mercato sostenibile, mantenendo un atteggiamento riservato e attirando l’attenzione di tutta l’Italia.
Napoli: Il Clan De Laurentiis – Calcio, Mercato Sostenibile e Famiglia. L’Italia Resta a guardare
Punti Chiave Articolo
- 1. Napoli, il clan De Laurentiis prende forma: strategia, famiglia e silenzio. I Campioni d’Italia fanno calcio e mercato sostenibile, l’Italia resta a guardare.
- 2. – Introduzione al clan De Laurentiis e alla sua leadership guidata da Aurelio De Laurentiis.
- 1 – La scelta di una strategia calcistica e di mercato sostenibile, contraria alle aspettative di colpi d’artificio.
- 2 – L’arrivo di Rudy Garcia come nuovo allenatore del Napoli, una sorpresa per molti.
- – L’importanza della famiglia nel club: l’ingresso di Valentina De Laurentiis nella gestione delle maglie del Napoli.
- – L’approccio del Napoli al mercato nel silenzio più assoluto, senza coinvolgere la stampa e gli opinionisti.
- – Riflessioni sul futuro dei giocatori chiave del Napoli, come Kim, Osihmen, Zielinski e altri.
- – Il ruolo del Napoli come modello di gestione calcistica trasparente, avanguardista e fedele alle proprie virtù.
- – La conclusione e la prospettiva di nuovi successi per il clan De Laurentiis.
Sommario:
– Introduzione al clan De Laurentiis e alla sua leadership guidata da Aurelio De Laurentiis.
– La scelta di una strategia calcistica e di mercato sostenibile, contraria alle aspettative di colpi d’artificio.
– L’arrivo di Rudy Garcia come nuovo allenatore del Napoli, una sorpresa per molti.
– L’importanza della famiglia nel club: l’ingresso di Valentina De Laurentiis nella gestione delle maglie del Napoli.
– Le separazioni da Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, seguite da nuove assunzioni inaspettate.
– L’approccio del Napoli al mercato nel silenzio più assoluto, senza coinvolgere la stampa e gli opinionisti.
– Riflessioni sul futuro dei giocatori chiave del Napoli, come Kim, Osihmen, Zielinski e altri.
– Il ruolo del Napoli come modello di gestione calcistica trasparente, avanguardista e fedele alle proprie virtù.
– La conclusione e la prospettiva di nuovi successi per il clan De Laurentiis
Napoli, il clan De Laurentiis prende forma: strategia, famiglia e silenzio. I Campioni d’Italia fanno calcio e mercato sostenibile, l’Italia resta a guardare.
Nel mondo del calcio, uno dei club che incarna questa peculiare combinazione è il Napoli, recente vincitore dello scudetto dopo decenni di attesa. In questo articolo, esploreremo come il clan De Laurentiis, guidato da Aurelio De Laurentiis, abbia dato forma a una strategia calcistica e di mercato sostenibile, mantenendo un atteggiamento riservato e attirando l’attenzione di tutta l’Italia.
– Introduzione al clan De Laurentiis e alla sua leadership guidata da Aurelio De Laurentiis.
Uno scudetto (stra)vinto dopo 33 anni di schizofrenica attesa avrebbe legittimamente potuto condurre, sulle ali dell’entusiasmo, a scelte dettate più dalla pancia che dalla testa. Aurelio De Laurentiis però, torrese di nascita, sa essere più svizzero della moglie che è elvetica di passaporto. Per questo non si scompone e non si sbottona, ma resta fedele al proprio credo di imprenditore, rispetto al quale non abdica mai.
– La scelta di una strategia calcistica e di mercato sostenibile, contraria alle aspettative di colpi d’artificio.
Ti aspetteresti i colpi d’artificio, il mercato altisonante, i nomi che fanno gola. Aurelio invece resta fermo, o almeno è quello che vuole far credere a stampa e tifosi. Anche perché il suo Napoli una squadra competitiva ha già ampiamente dimostrato di avercela, per cui nessun esborso particolarmente oneroso sarà previsto a meno di una cessione – a fior di milioni – di uno dei top player della squadra.
L’addio di Luciano Spalletti, condottiero indomito della cavalcata tricolore, è il preludio alle più disparate ipotesi di sostituzione. Alla fine, quando il prescelto pareva essere l’ex PSG Galtier, ecco il coniglio dal cilindro che ammutolisce la prima serata dello scorso 15 Giugno: Rudy Garcia è il nuovo allenatore del Napoli.
– L’arrivo di Rudy Garcia come nuovo allenatore del Napoli, una sorpresa per molti.
Tra i nomi oggettivamente meno pronosticati e pronosticabili. Tra i nomi, sicuramente, che meno avrebbero fatto gola a una piazza sempre molto esigente. Eppure, Aurelio, ne è certo ed affida al transalpino Rudy le chiavi in mano di una panchina che scotta, con la sicumera di chi pensa di aver fatto la cosa giusta.
– L’importanza della famiglia nel club: l’ingresso di Valentina De Laurentiis nella gestione delle maglie del Napoli.
Del resto, la storia insegna che il patron ha quasi mai errato la scelta dell’allenatore ( ad eccezione forse del solo Donadoni) e che spesso, i risultati sportivi migliori, sotto l’ombra del Vesuvio si sono visti proprio con quei tecnici alla vigilia meno gettonati (Sarri e Spalletti su tutti), mentre le maggiori delusioni – soprattutto considerando le iniziali aspettative – si sono patite sotto la guida di coach dal passato blasonato ( Ancelotti docet).
– Le separazioni da Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, seguite da nuove assunzioni inaspettate.
Ma Aurelio, che è uomo di sorprese, di smettere di sorprendere non ha nessuna voglia. E così, dopo aver spiazzato con la scelta di Rudy Garcia sulla panchina, decide di concedere il bis.
Dopo Luciano Spalletti, saluta ufficialmente anche Cristiano Giuntoli, passato a sponda juventina con annessa ammissione di juventinità ( fino a prima mai confessata).
Nel pomeriggio del giorno in cui gli “esperti” di mercato danno per fatto l’arrivo dell’ex ds rossonero Frederic Massara, ecco il nome che proprio non ti aspetti: Mauro Meluso, ex ds di Lecce e Spezia, cosentino classe ’65. Praticamente un semi-sconosciuto fino al tweet di De La dello scorso 12 Luglio.
– L’approccio del Napoli al mercato nel silenzio più assoluto, senza coinvolgere la stampa e gli opinionisti.
Due indizi fanno una prova, si direbbe in questi casi. Che tradotto significa che la scelta societaria del Napoli è ormai inequivocabile: lavorare sottotraccia nel silenzio più assoluto. Il che vuol dire nessuna manfrina con giornalisti sportivi, trasmissioni e opinionisti a vario titolo. Delle scelte del Napoli, mai come in questo preciso periodo storico, si può dire davvero non
sappia niente nessuno al di fuori di chi siede al tavolo delle decisioni. De Laurentiis, dopo le chiacchierate vicende recenti di Spalletti e Giuntoli (pur precisando che chi scrive non intende certo dare la colpa a nessuna delle parti), ha recuperato l’importanza di un valore inestimabile e l’ha trasportata nell’azienda calcio: la famiglia.
Da qui l’ingresso in scena della figlia Valentina, stilista all’avanguardia nel settore della moda, a cui papà Aurelio ha affidato la realizzazione del design delle maglie della prossima stagione. Risultato? Che Valentina ha dimostrato di saperci fare eccome, visto che le divise del Napoli sono state subito accolte in maniera molto positiva dalla tifoseria e della critica in generale per la loro bellezza. E così Valentina, figlia d’arte, ha iniziato sempre più spesso ad affiancare il padre nelle uscite pubbliche degli azzurri. Del resto, reclutare un sostituto che facesse da collante con più parti – dopo l’addio al Napoli di Alessandro Formisano – era pur sempre un’esigenza non trascurabile e l’intraprendente Valentina ha già dimostrato sobrietà, classe e charme.
Recentissima è anche la separazione del Napoli da Francesco Sinatti, il preparatore atletico dello Scudetto. Un professionista stimatissimo dai tempi di Maurizio Sarri, un altro episodio di una strana estate azzurra. Dove tutto sempre procedere a passo lento e dove le mosse sono contornate da scetticismo e retropensieri.
– Riflessioni sul futuro dei giocatori chiave del Napoli, come Kim, Osihmen, Zielinski e altri.
La squadra? Lo dicevamo in apertura: ha già dimostrato in larga parte di poter essere ancora competitiva per il vertice.
Ormai inesorabile sembra essere la partenza di Kim, con destinazione Bayern Monaco, che pagherà la clausola rescissoria prevista e si assicurerà le prestazioni dell’ex numero 3 azzurro. E’ lì che il Napoli sarà chiamato alla prima grande sfida: puntare su Ostigard o individuare in giro per il mondo un prospetto all’altezza di sostituire il campione coreano? Non è dato ancora sapersi.
Per Osihmen, invece, Aurelio l’ha detto a chiare lettere: servirà un’offerta da far tremar le vene ai polsi per farlo vacillare. O altrimenti, almeno ancora per un altro anno Victor sarà il centravanti titolare del Napoli. Paiono destinati alla partenza, a meno di sempre possibili ribaltoni, Demme e Zerbin.
Andrà chiarito il futuro di Chucky Lozano, che prende un ingaggio da top player e ha comunque dimostrato di non valere il trattamento economico privilegiato che il Napoli gli ha riservato, al netto della grande abnegazione dimostrata nell’ultimo anno.
Punto interrogativo forte è Piotr Zielinski, che andrà in scadenza di contratto l’anno prossimo ed è un bivio decisivo della sua esperienza partenopea: a 29 anni compiuti, il suo ciclo col club di De Laurentiis ha ancora senso di proseguire o è meglio trovare stimoli (professionali e non) in altre sponde? Una risposta che ha contorni ancora incerti e non certamente del tutto risolti.
Al netto di qualche chiacchiericcio, pare probabile la permanenza di Politano, mentre per i giovani Zedadka e Zanoli andranno fatte valutazioni più approfondite: il primo ha giocato l’anno scorso solo qualche spezzone per la gloria ( e potrebbe avere poco senso trattenerlo in assenza di prospettive più concrete), il secondo è stato l’ombra dello stakanovista Capitan Di Lorenzo fino a metà stagione, salvo disputare la seconda parte nella disastrata Samp – poi retrocessa – dove ha ben figurato.
Sarebbe auspicabile, per il valente Alessandro, un’esperienza da titolare in serie A, magari in un club di centro-classifica dove possa confrontarsi con un livello più alto. Non di minor conto sarà la riflessione da fare su Gianluca Gaetano: a 23 anni fatti – essendo ormai trascorsa l’età più verde – quanto ancora crede davvero il Napoli in lui?
– Il ruolo del Napoli come modello di gestione calcistica trasparente, avanguardista e fedele alle proprie virtù.
Il Napoli aspetta, riflette e programma. Senza l’ansia di chi è fresco Campione d’Italia e potrebbe esser tentato dal fare il passo più lungo della gamba. Una rarità, per l’Italia e il calcio italiano. Salito spesso agli onori della cronaca per brogli, combine, processi e irregolarità più disparate.
Un modello dal quale il Napoli è distante anni luce.
Così indecifrabile nelle scelte, quanto come trasparente, avanguardista, coraggioso e onesto nella gestione. Il Napoli esiste perché non si svena e perché non cambia pelle mai, neppure quando straccia il Campionato. E soprattutto esiste perché sa che esser fedele alle proprie virtù è stato il viatico del successo e una delle possibili chiavi di quelli che potrebbero
ancora arrivare.
– La conclusione e la prospettiva di nuovi successi per il clan De Laurentiis.
Quelli di sopra, forse, solo una piccola parte dei numerosissimi interrogativi che staranno affollando la mente di Aurelio De Laurentiis e del suo staff. Perché la strada scelta è quella del silenzio e ai cronisti dei fatti non resta che l’amaro compito di supporre, che espone al rischio di vaticinare falsità storiche. Del resto, quello di Aurelio, ormai è un vero e proprio clan, dal quale non trapela più neanche uno spiffero. Nessuno si impressioni. “Clan” l’ha definito lui stesso in persona. E chi ne sia il boss è l’unica certezza che abbiamo. Forse quella più rassicurante.