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Castellammare di Stabia

Hillary Clinton e Michelle Obama sul palco per battere Trump

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Per la prima volta nella campagna elettorale americana Hillary Clinton e Michelle Obama salgono insieme sul palco in occasione di un comizio in North Carolina. Da sempre avversarie, seppelliscono i rancori per battere Trump. Si scambiano abbracci e complimenti. L’impegno della First Lady può fare la differenza nella mobilitazione degli afroamericani.

Michelle-Hillary, le nemiche si alleano contro Trump

Dal gelo della campagna del 2008 al comizio insieme in Nord Carolina. La First lady: io troppo impegnata? Sì, ma queste elezioni sono storiche

Hillary Clinton e Michelle Obama sul palco della Wake Forest University in Nord Carolina
Michelle Obama e Hillary Clinton sul palco della Wake Forest University in Nord Carolina

WINSTON SALEM (NORTH CAROLINA) – Due nemiche per la pelle, costrette insieme sul palco per chiudere la porta della Casa Bianca a Donald Trump. Questa è l’immagine che trasmette l’abbraccio di Winston Salem fra Michelle Obama e Hillary Clinton.

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el primo comizio tenuto insieme, la posta in gioco la spiega subito la candidata democratica: «Sono le elezioni più importanti della nostra vita». Poi chiarisce perché: «In gioco c’è il diritto stesso al voto, soppresso qui in North Carolina. C’è il clima: se pensate che il riscaldamento globale sia in corso, dovete votare. Se siete per una riforma dell’immigrazione che porti alla cittadinanza, dovete votare. Se volete la parità dei matrimoni, posti di lavoro e infrastrutture, istruzione universitaria accessibile, dignità per tutte le donne (e questo speravo di non doverlo dire), dovete votare perché sarà in gioco nelle urne».

Nel palazzo dello sport della Wake Forest University ci sono 11.000 persone, e ormai tutte in piedi, quando Hillary lancia Michelle: «Tutto ciò a cui teniamo è in gioco in questa elezione, ma non ascoltate solo me. Sentite cosa ha da dirvi la nostra magnifica First Lady». Le due ex rivali si abbracciano, e Michelle seppellisce i rancori del passato: «Ringraziamo Hillary per la sua vita di servizio. Non c’è mai stato un candidato più qualificato alla presidenza».

Quindi spiega perché è scesa in campo: «Dicono che il mio attivismo è senza precedenti per una first lady. È vero, ma queste elezioni sono senza precedenti. Non ci sono mai stati candidati così diversi. Uno parla di disperazione, paese debole, diviso, nel caos, dove gli altri sono una minaccia, bisogna costruire muri e avere paura. Poi c’è la visione di Hillary, una nazione potente e grande abbastanza per tutti. La scelta è fra chi divide e chi ci invita ad abbracciare gli istinti migliori.

Non tra democratici e repubblicani, ma per decidere chi darà forma al paese nel resto della vita dei nostri figli. Il Presidente è un modello di vita: quale modello vogliamo? Uno che unisce e vede le differenze come qualità, non minaccia. Uno che rispetta le donne, capisce che la nostra nazione è stata creata dagli immigrati, vede il bene in tutte le comunità. Uno che ha la maturità per gestire i codici nucleari. Io credo con tutto il mio cuore che Hillary sarà questo genere di Presidente. Quando i nostri avversari vanno in basso, noi andiamo in alto».

Il rapporto fra le due first lady è stato sempre complicato, perché sono identiche e opposte. Identiche per la conoscenza e la passione politica. Hillary laureata in legge a Yale, Michelle a Princeton. Intelligenti e preparate, entrambe prodotto delle università di élite della Ivy League. Hillary avvocato di successo, ma subito impegnata in politica per l’inchiesta sul Watergate e la registrazione degli elettori delle minoranze.

Michelle avvocato di successo, ma sposata con un mobilitatore della comunità nera di Chicago chiamato Barack, per fare la differenza nei quartieri più disagiati e violenti della città. Hillary first lady che rifiutava di stare a casa a infornare i biscotti; Michelle first lady che ha cercato di cambiare le abitudini alimentari degli americani. Opposte, però, perché Hillary ha sempre puntato al potere politico, mentre Michelle lo ha quasi fuggito. Ha frenato sulla candidatura di Barack, ha rifiutato di essere candidata lei al Senato (almeno finora), ed è stata un’attivista riluttante in campagna elettorale.

Un amico di entrambe le first lady descrive così il loro rapporto: «Nel circolo degli Obama nessuno era odiato quanto Hillary: una volta partecipai ad un incontro con il consigliere presidenziale David Plouffe, che arrivò ad augurarsi la sua morte». Tutto è cambiato con la decisione di Barack di offrire a Hillary il posto di segretario di Stato: «Allora è cominciato un processo di riconciliazione durato due anni, che sta culminando in questa campagna elettorale. I posti sono divisi a metà, tra gli uomini degli Obama e quelli dei Clinton. La transizione è già cominciata, e l’amministrazione sarà una mescolanza fra queste due ali del partito».

La candidatura di Trump ha contribuito a consolidare l’alleanza, spingendo la riluttante Michelle ad impegnarsi nella campagna per eleggere l’ex nemica. Ha messo al servizio della causa la sua straordinaria empatia e abilità oratoria, cioè le qualità che mancano a Hillary. La pace è firmata, e si stringe nell’abbraccio di Winston Salem: «Michelle, ti prometto che se andrò alla Casa Bianca, continuerò a curare il tuo orto».

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